Vermouth rosso (dolce): le migliori bottiglie
Quali sono i vermouth dolci (sweet) più buoni e meritevoli? Quali sono le bottiglie migliori di questo splendido vino liquoroso italiano? Ce ne sono molte che meritano la vostra attenzione e tante di queste non sono neanche italiane, perché come ben sapete anche Germania, Spagna e Francia sono ottimi produttori che sono usciti dall’ombra.
Ormai anche Grecia, Stati Uniti e l’Australia si sono buttati nell’arena e hanno svariate bottiglie nella manica. Ma dopo tutto non dobbiamo stupirci, dove si fa vino, è naturale fare un piccolo passo e produrre vermut.
Per cui oggi vi forniremo una piccola lista dei migliori vermouth che ci sono in circolazione. Sia da degustazione, cioè buoni come mamma li ha fatti, al massimo con soda e buccia di limone, ma anche da miscelazione.
Perché parliamoci chiaro, amiamo alla follia l’aperitivo italiano risorgimentale da caffè piemontese, ma un buon Negroni fatto a regola d’arte non lo batte nessuno.
È innegabile che la rinascita dei vermouth passi dall’esigenza non solo di produrre grandi vini liquorosi aromatizzati con le spezie e le erbe più rare e preziose, ma anche dal desiderio-esigenza di proporre cocktail di grande spessore.
La mixology in questo senso ha fatto passi da gigante, sdoganando figure, luoghi, ingredienti e sapori un tempo confinati in circoli esclusivi, ma che oggi sono diventati il propulsore di tanti nuovi prodotti interessanti. Partiamo con questa piccola rassegna, suddivisi in fasce di prezzo.
Prima di partire citiamo e incensiamo Mauro Vegano, il mago dei vini chinati italiani. Dire che sono vermouth è riduttivo, sarebbe rinchiudere degli splendidi vini artigianali in una categoria, per cui li mettiamo fuori dalla classifica per esaltarli e dare loro il giusto risalto. La produzione è limitatissima, ma se vi capita provate le sue bottiglie e vi si aprirà un mondo. Il Chinato e il vino bianco chinato Lulì sono due capolavori di incomparabile bellezza.
30 euro e oltre
Vermouth rosso dell’Antica Torino
Un vino splendido, complesso e pieno di profumi e sapori terrosi di china, rabarbaro e spezie. Ha grande struttura, ottima freschezza, profondità aromatica unica e uno spessore fuori dall’ordinario. Parte dolce e sciropposo, ma poi si apre a mille sapori erbacei. Varietà e fantasia uniti in una bottiglia dal rigore assoluto.
È un vermut da meditazione, non per la miscelazione. Servite con soda, scorza di limone e fetta d’arancia e berrete l’aperitivo più incredibile della vostra vita. Il prezzo non è proprio popolare, 30 euro, ma stiamo parlando di una piccola opera d’arte.
PRO: è buonissimo, crea dipendenza e non berrete altri vermut.
CONTRO: prezzo stellare, tiratura limitata, ha una densità di sapori che potrebbe risultare spiazzante.
Tregenda, Villa Papiano
Un altro grande vino liquoroso da incorniciare, anzi da bere fino all’ultima goccia. La base alcolica è fatta con Albana, a cui vengono aggiunte zucchero, alcol, radici, fiori e spezie.
Il risultato è una sinfonia penetrante che ricorda i fiori alpini, l’elicriso e i vasi di un antico speziale. Il gusto è strepitoso, vellutato, ma ben bilanciato da toni amari e terrosi. Nel complesso ha profondità, ritmo e un’eleganza che ha pochi rivali.
PRO: eleganza e finezza uniche, è uno dei più impressionanti.
CONTRO: costo al limite del proibitivo, 4000 bottiglie prodotte in tutto.
Vermouth Winestillery
Sapete cosa contraddistingue questi tre vermouth iniziali, oltre ad un costo non proprio popolare? Il fatto che la base alcolica sia un vino di ottima qualità. La materia prima è fondamentale, visto che stiamo parlando di vini liquorosi. I prodotti più economici sono industriali, vanno bene per fare cocktail a nastro, ma non vi daranno piacere se bevuti lisci. Potete usare tutte le spezie del mondo, i botanicals delle Galapagos, ma se il vino non è credibile, di spessore e buono, potete solo ambire a fare un vermut mediocri.
Prodotti standard e limitarvi a due dimensioni. Detto questo, la Winestillery è una realtà che ci ha abituato a grandi prodotti. Profondi e austeri, senza compromessi, pieni di sapori intensi, dove la qualità è tutto. E anche questo Tuscan Vermouth non delude: ha una base di solido vino rosso toscano di Gaiole in Chianti, un sapore terroso e scuro, penetrante e profumi molto erbacei.
Non è un vino di facilissimo approccio, ma da meditazione e ha un piglio scontroso e splendido. Balsamico, dolce, ma battagliero. Spesso i sapori affondano nella dolcezza che fagocita tutto, in questo caso, invece, la dolcezza fa da legante e tiene tutto insieme cercando di legare i botanicals che vogliano scappare. Prezzo in linea con gli altri due sopra: 31 euro. Li vale sicuramente.
PRO: originalità e personalità uniche.
CONTRO: il sapore è estremo per un “vino dolce”, di certo non mainstream.
Vermouth di Torino Pio Cesare
Una corazzata, ancora un vino dolce, ma con cautela, giacché la prepotenza terrosa ed erbacea è netta e domina sia nei profumi che al palato. Complesso, stiloso e stilizzato, è austero e sprezzante, dall’alto dei suoi 26 e passa ingredienti segreti tra radici, erbe, fiori e spezie. Dopo la macerazione dei botanicals, passa 4 mesi in botti di rovere per concentrare tutta la sua arroganza aromatica. È molto carico, ma ha discreta rotondità e non perde mai di vista la piacevolezza di sorso. Da assaggiare più e più volte, non si scopre subito. Per bevitori che sanno prendere le cose con lentezza. 36 euro.
PRO: un vino colossale, sprezzante di ogni moda e stile. Ti prende a schiaffi.
CONTRO: è carismatico, ma tutta questa personalità potrebbe non piacere o essere fraintesa. Se lo annusate, sembra più un amaro di montagna. Visto il costo, è meglio assaggiarlo prima di comprare una bottiglia intera.
Vermouth di Sardegna Vero Pure Sardinia
Un vino ancora più estremo e particolare che riposa per 10 anni in botti di castagno e in cui poi macerano per infusione erbe, fiori, spezie e ginepro per 30 giorni. Il risultato è un prodotto ossidato, onirico e concentratissimo che ricorda il mare e le sue onde, un gin e una Vernaccia di Oristano, la macchia mediterranea, il vento, il ginepro selvatico e le resine dei pini. Costicchia, 35 euro, ma merita di essere centellinato, a piccoli sorsi, come un nettare prezioso.
Un concentrato di Sardegna che racchiude e distilla in gocce tutti i sapori di questa terra così generosa, ma anche brulla, dove roccia, acqua, sole si mescolano al miele. È il più caro che troverete in questa lista, ma è altresì il più intrigante: ha mille strati di sapori, richiami speziati, di cioccolato, di menta, di salvia e mosto cotto, tutti bilanciati da altri più penetranti e succosi. Un capolavoro.
PRO: è l’esperienza da fare per tutti gli amanti del genere.
CONTRO: prezzo alto. Gusto disorientante, poliedrico, fuori dagli schemi. Effetto pillola rossa di Matrix: una volta provato, tornare ai prodotti industriali da 8.99 euro è impossibile.
Tra 20 e 30 euro
Vermouth di Torino Rosso Calissano
Un grande classico, uno dei pochi prodotti con una parte di Nebbiolo come vino base. Tra le case storiche piemontesi, la Calissano è una delle più tradizionali e affidabili. Non sente molto le mode, per cui non aspettatevi voli pindarici, “innovazione aromatica” o botanicals estrosi ed esotici. Al contrario continua a produrre vini corposi, austeri e molto chinati, tanto che questo rosso potrebbe ricordare un Barolo Chinato (alla lontana per intensità, sia chiaro). La presenza del Nebbiolo permette una maggiore concentrazione, più corpo, tannini e vi farà scoprire il fascino etereo di questo nobile vino. Molto denso, vellutato al punto giusto, ma con giusta spalla amara-tannica. Prezzo: 25 euro. Per fare cocktail è un po’ troppo costoso, ma come vino da aperitivo è eccellente.
PRO: solido, classico, affidabile.
CONTRO: un po’ old style. Se siete abituati alle sarabande di profumi e suggestioni moderniste, questo in bocca risuona abbastanza severo.
Vermouth Carpano Antica Formula
Un’altra vecchia gloria, questa bottiglia vanta la diretta discendenza dal primo vermut inventato dal leggenadrio Carpano. Quello che troviamo nella bottiglia è un vino statico e molto speziato, legnoso, pieno di profumi, ma vanigliato in maniera assurda. Non è malvagio, ma il cambio di filosofia è netto. Il vino base è mortificato e quello che conta sono i fuochi artificiali, gli aromi, i profumi, la spezie pompatissime e le erbe che sbucano da ogni angolo. Per fare cocktail è buono, non delude, viene venduto a 25 euro, la bottiglia da 1 litro. Ma da bere come aperitivo ha un gusto non molto credibile e troppo castrato, a causa dell’effetto spremuta di vaniglia e cannella. Anche il grado alcolico è flebile, manca un po’ di spinta con tutte queste suggestioni.
PRO: solido da miscelazione.
CONTRO: vino poco riconoscibile, pesantezza, poca reattività.
Bordiga Vermouth Rosso
Un vino nostalgico, dall’impostazione classica e rigida che si ispira ad una ricetta centenaria e punta non tanto sulla cifra aromatica del vino, ma sulle erbe e i fiori. Il risultato è un vino molto mentolato ed erbaceo, non dinamico, ma dal richiamo alpino poderoso. Gli amanti degli amari e dei fernet lo adoreranno.
Ottimo con soda, se servito ben ghiacciato, ma anche per fare cocktail e twist. Trova completezza con gin e genepì e mezcal, per cui osate con questi tre varianti del Negroni. Anche per un Americano di spessore si presta. Prezzo 23 euro: calibrato. Non proprio da lavoro, ma duttile.
PRO: un jolly dai sapori netti di erbe, ottimo come tuttofare, sia in solitaria che con distillati.
CONTRO: fascino antico e vetusto. Da lavoro è costoso.
Vermut Lustau
Fatto con uno sherry a base di Pedro Ximenez e un Amontillado super nutty, questa bottiglia è un grande classico che non deluderà sia chi cerca un aperitivo leggero sia chi ha bisogno di un vermut da miscelazione di sostanza. Un vino sciropposo e nutty, molto carico e goloso, dolce, ma agrumato, pieno e sostanzioso, molto zuccherino, ma ben bilanciato da erbe e sapori affilati e verdi. Nel finale pepe e noci. Ha carattere e prezzo accettabile: 20-21 euro. Un po’ ruffianello, ma una bomba per rapporto qualità-prezzo-duttilità.
PRO: duttile, denso, di carattere.
CONTRO: nessuno.
Vermouth Di Sardegna Silvio Carta
C’è poco da fare, la Sardegna sforna capolavori di territorialità paurosi. Questo vino è apparentemente normale, austero e ammiccante, ma quello che lo rende unico è quel tocco arido e selvaggio di macchia mediterranea. Quel richiamo primordiale balsamico, di resina di pino, di salvia e timo che sembrano bruciate e mentolate. Nel complesso è un grandissimo vermut da aperitivo se servito alla vecchia con soda, arancia, ghiaccio e un rametto di rosmarino bruciato. Prezzo ottimo, 23-20 euro. Da provare in accoppiata con bourbon per fare Boulevardier a raffica, ma anche per Manhattan, Bobby Burns e Hanky Panky.
Sotto i 20 euro
Vermouth di Torino Storico Cocchi
Un marchio storico che da sempre punta sulla tradizione, ricette solide, ma non particolarmente dinamiche. In questo caso abbiamo un vermut dolce erbaceo e affilato, mai pingue, ma sempre pronto a scattare anche a costo di risultare stilizzato e molto speziato. Cola, erbe alpine e pepe su base aromatica da Moscato. Una formula vincente che da secoli non sbaglia. Non molto sfaccettato, ma solido, deciso, al limite del perentorio. Prezzo: a 15-16 euro è un vero affare. La recensione.
PRO: è un classicone, un prodotto solido che spazia a tutto campo senza fare una piega.
CONTRO: monolitico, austero, di certo non accomodante.
Vermouth Rosso Della Regina di Chazalettes
Un vino dolce e cremoso, morbidissimo e petaloso, pieno di piccoli frutti di bosco e fiori. Delicato e molto sensuale è un ottimo gregario da abbinare a bitter, gin e vodka, ma da solo è risulta spoglio e non proprio solidissimo. Nasce per la miscelazione e anche il prezzo è ottimo: 14 euro.
PRO: come vermut da miscelazione è perfetto, preciso, profumato e affidabile.
CONTRO: non ha grandissima personalità, bevuto da solo è discreto, ma niente di memorabile.
Vermouth Tomaso Agnini all’Aceto Balsamico
Dopo tante bottiglie classiche, ecco una piccola perla un vermouth aromatizzato con aceto balsamico di Modena. Ha sapore denso e tirato, acuto, decadente e sciropposo, con toni suadenti di frutta stracotta e mosto cotto, ma in sottofondo c’è una nota balsamica tagliente che rende l’assaggio sempre vibrante. Particolarissimo, poliedrico e futurista, ma mai assurdo o privo di grazia. Se volete un vermut diverso dal solito, ottimo sia da miscelazione che da aperitivo, è da provare! Prezzo 16 euro: onesto. La recensione. Buona anche l’altra bottiglia aromatizzata con mallo di noce.
Vermouth del Professore Rosso all’uso di Torino
Mentolata con canfora, rabarbaro e cola e grande spinta aromatica. Al naso è elegante variegato al palato è dotato di equilibrio, profondità e tratto vellutato. Il tutto si muove con grazia. La dolcezza c’è, è lì a portata di lingua, ma questo vino non si lascia mai appesantire, anzi mantiene il ritmo incalzante. Nato per fare grandi cocktail. Prezzo ottimo: 20-18 euro. La recensione.