Whisky torbato scozzese: la classifica dei migliori
Il whisky torbato scozzese è un distillato che divide, crea due netti e separati campi di battaglia: i talebani della torba che fanno colazione con Ardbeg e salmone e gli esteti che considerano la torba un interludio, anzi un fastidio da superare per arrivare alla finezza dei whisky più sottili.
L’argomento è controverso, ma gustoso come pochi, non esistono regole, non esiste un whisky torbato migliore e non è detto che torba sia sempre sinonimo di qualità. Esiste solo quello che vi piace, quando si tratta di gusti.
Dopo tutto ci sono ben 5 zone storiche di produzione del whisky, con terroir e stili molto differenti, e sarebbe ridicolo limitarsi a bere solo whisky morbidi o fuligginosi.
Ma oggi vogliamo stilare una lista dei migliori whisky torbati, gli indimenticabili, i più riusciti e anche alcuni dei più facili da bere per partire. La classifica è divisa per distilleria, partiremo ovviamente da Islay, il paradiso dei distillati torbati, dove la torba lo potete trovare ovunque, basta scavare di qualche centimetro e ne troverete tonnellate.
Come viene prodotto il whisky torbato?
Molto semplice, è una delle prime fasi da fare prima della distillazione. Dopo che l’orzo è stato trasformato in malto viene affumicato con la torba, grazie ai tipici forni scozzesi, chiamati kiln, con un fuoco alimentato a torba, che come sapete bene ha un bassissimo potere calorifero, ma la capacità di aromatizzare in maniera indelebile e unica il malto. Tutto qui, non ci sono segreti o tecniche industriali per fare il whisky torbato: il malto viene sparso sopra un pavimento e al piano di sotto si accende un fuoco che fa molto fumo: un metodo vecchio come il mondo, ma che ancora oggi riesce a dare grandi risultati. E adesso stappiamo qualche bottiglia per mordere un po’ di torba!
Octomore, distilleria Bruichladdich
Il whisky più torbato in assoluto in realtà è una linea di distillati prodotti dalla mitica distilleria Bruichladdich. Il prodotto base è l’Octomore edition 11.1, con ben 139.6 PPM, segue l’Octomore edition 11.3 con 194 PPM: due ottimi Scotch, ruggenti, salati in puro stile Bruichladdich, con profumi pungenti, grande ampiezza e sorso teso. Chiudiamo con il re, il più pregiato e costoso, il leggendario Octomore 10 anni, il più torbato in assoluto, con 208 PPM, ma che in realtà oltre ad una grande carica affumicata sa offrire morbidezza, ampiezza e uno sviluppo ricco e cremoso, non aspettatevi un distillato ruvido o sgarbato, tutt’altro.
Ardbeg 10 anni
Partiamo con uno degli Scotch whisky più torbati e oscuri in assoluto, Ardbeg 10, un mare in tempesta, è tutto impostato su toni pungenti: torba, iodio, menta, frutto asciutto e tagliente. È elegante e penetrante, ma mai esasperato. Struttura piena, spacca gli scogli a testate.
Whisky Single Malt The Rock Edition Smokehead
Una bomba, praticamente una spremuta di malto, agrumi e torba bruciata, con il sapore del mare di Islay a tenere tutto insieme con il suo fascino unico. Se vi piace fare merenda con pane e torba questo è uno dei single malt più fumosi che ci siano, ma fate attenzione, non molla un attimo e picchia veramente duro, anche se sotto questa foresta incendiata c’è un bel sottobosco da scoprire. Buono, ma serve un palato abituato a sgranocchiare carbone.
Ardbeg Corryvreckan
Sempre torbato e graffiante, ma con frutto più maturo e suggestivo. È sontuoso, ampio e leggermente decadente: la sinfonia di cioccolato, caramello e catrame è incredibile. Carnascialesco rispetto all’austero 10.
Ardbeg Uigeadail
Buono, equilibrato, senza acuti: un compromesso che fonde note di torba, spezie e un frutto caldo e avvolgente. La maturazione in botti di Sherry aiuta a smussare gli angoli e rende il distillato paffuto e dolce. La torba c’è sempre, ma è domata. Se non avete mai assaggiato un whisky torbato potreste iniziare con questo per non addentare un pezzo di carbone. Non si sbottona.
Lagavulin 16
Una roccia, un whisky famoso per la sua eleganza sobria. L’ossatura torbata è potente, ma ci sono spezie, iodio, tracce erbacee e frutto a corredo, arrotondano un filo il tratto smoky. Nel complesso è ben equilibrato, pieno e profondo. Mai morbido né piacione: la recensione.
Lagavulin 8
Un whisky etereo che risente meno dell’influsso del legno. I profumi sono meno speziati: torba, mare e erbe alpine. Più puro rispetto al 16, meno make up e tanto sale. Pungente e sottile: spettacolare.
Lagavulin 12 Years Old Special Release
Un Lagavulin strepitoso: imbottigliato così come esce dalle botti e il risultato è una bomba. Forte e prepotente, ma dotato di spessore infinito. Torba e mare si mescolano in un distillato intransigente, etereo, con poca morbidezza e tanti fiori ed erbe. Puro di spirito.
Benromach
La distilleria che più di ogni altra ama giocare con torba, soprattutto se pensiamo che ha sede nello Speyside, la patria del velluto. In ogni caso partendo da bottiglie super torbate come il Benromach Peat Smoke, che è simile all’Ardbeg 10 come intensità, passiamo a bottiglie intermedie come il Benromach 10 anni, che è tra le migliori bottiglie della distilleria per rapporto qualità prezzo ed equilibrio. Ci sono anche bottiglie più docili, ma che hanno carattere, finezza e personalità, come il Benromach 2007 Hermitage Wood Finish, dove la torba c’è, ma non è prepotente. La Benromach è sicuramente la più eclettica delle distillerie che producono whisky torbati: ci sono distillati per tutte le tasche e tutti i gusti.
Single Malt Laphroaig Select
La Laphroaig è la distilleria che produce alcuni dei whisky più torbati. Ha gran bello stile: intenso e sfacciato, ma con tanto spessore. Partiamo con la bottiglia base: un compromesso per chi vuole approcciare il mondo dei whisky torbati. Senza lode né infamia. È ben fatto, ma non stupisce, è un prodotto domato e stilizzato, fatto apposta per lusingare i palati ancora alle prime armi con la torba. Il costo tutto sommato è accettabile. Pungente e discreto.
Laphroaig quarter cask
Bisogna ammettere che la selezione dei whisky Laphroaig è eccellente, ci sono bottiglie per tutte le tasche e di ogni tipo. Questo whisky è splendido, intenso e va avanti per la sua strada senza guardare in faccia nessuno. Molta torba, molte spezie e tanta polpa, il frutto è carnoso e si innesta in uno scheletro affumicato potente. Granitico, ma stiloso, sembra che ti titilli con una punta dolce, ma poi ti molla un pugno in faccia. La recensione.
Big Peat Whisky
Un blended whisky che nasce da una selezione di soli whisky di Islay per offrire un prodotto molto pungente, torbato e virile. Non fatevi ingannare dal fatto che è un blended, anzi è prodotto in small batch (5000 bottiglie alla volta), con cura, amore per la caligine e i profumi smoky. In bocca non è per nulla sgarbato, salato come Islay comanda e con tante erbe. Una buona bottiglia nel complesso. La recensione.
Compass Box Peat Monster
Un altro vatted di corpo con tonnellate di torba: abbastanza simile al Big Peat sia per intenti che per profilo aromatico. Risulta secco, duro, salato, medicinale, spinoso, con poca morbidezza, tanti profumi erbacei, agrumi e un roccioso carattere torbato. Buono.
Bowmore small batch whisky
Whisky entry level: semplice, pulito con frutto morbido, tante erbe e torba. Non è particolarmente profondo o suggestivo, ma fa il suo fuligginoso lavoro. Per approcciare i whisky torbati è una discreta partenza.
Scotch whisky single malt Bowmore 25 anni
La distilleria Bowmore è banalmente considerata la più turistica, certo è un parco dei divertimenti, ma questo è solo la facciata per chi non è mai andato più a fondo: i prodotti di alta gamma sono favolosi. E questo Bowmore 25 è una bottiglia di grande pregio: dopo un sonno di 25 anni il whisky esce ancora pieno e potente, ma screziato, con mille sfaccettature dove catrame, cordame e sale si mescolano a profumi molto evoluti, sottili. Il tutto è giocato su toni eleganti e moderati. Un capolavoro. Ecco se qualcuno vi dice che i whisky torbati sono sgarbati o vi intossicano in palato, fategli assaggiare questa bottiglia e vedrete. Costa 300 euro, ma li vale tutti.
BenRiach: Solstice e Peated Quarter Cask
La distilleria BenRiach è una macchina da guerra: pensate ad uno spunto e loro ci fanno un whisky a tema. Hanno coperto tutto lo scibile degli stili del single malt. Ma a parte gli scherzi ci sanno fare, soprattutto con i torbati. I due più riusciti sono il BenRiach Peated Quarter Cask, che è secco, medicinale, salato, con frutto pungente e quasi acerbo. E il Solstice, affinato per 15 anni in botti di bourbon con passaggio finale in botti di porto tawny, che invece è ricco, sontuoso, pieno di frutta candita, richiamo nutty ossidati, marmellata e torba matura. In base al vostro umore troverete la torba che fa per voi!
Caol Ila 12
Il Caol Ila 12 è il whisky di Islay più equilibrato, un pendolo che compie oscillazioni perfette tra mare e torba. Non a caso è la base della maggioranza dei blended Scotch whisky. Il 12 è un distillato roccioso, si addenta, con una netta nota erbacea che alleggerisce la fumosità del bouquet e rende l’assaggio più coinvolgente e meno oscuro e prevedibile. Strutturato, ma con grazia.
Springbank
Questa distilleria di Campbeltown è una vera e propria azienda di famiglia, dove ogni passaggio è fatto in casa, con massima cura. Single Malt 10 e il 12 anni hanno una torbatura lieve, giusto un tocco delicato di fumo. Sono distillati che cercano la finezza e l’equilibrio, mai lo scontro frontale o un incendio pieno di fuliggine.
Longrow Peated
Visto che abbiamo parlato di Springbank, è doveroso presentare il single malt Longrow Peated, di proprietà della Springbank. Se cercate un distillato non troppo complesso, ma pieno di sale, torba ed erbe è quello che fa per voi. Non ha mille sfumature, anzi punta dritto al sodo senza tanti fronzoli, ma il gusto è pulito.
Isle of Jura: Destiny, Prophecy
Ecco un’altra grande distilleria che riesce a dosare in maniera impeccabile la torba nei propri distillati. Il Isle of Jura Prophecy è abbastanza torbato, deciso, il Jura Seven Wood è delicato, pieno di sale con un ricordo lontano di fumo, ma stiamo parlando sempre di accenni e mai di una scelta di vita come può essere per l’Ardbeg. Il Turas Mara ha poca, pochissima torba, mentre il Jura 12 anni è splendido per l’equilibrio cioccolatoso tra caramello, sale, canditi e una delicata affumicatura. Chi vuole sapori forti e torbatura intensa il Jura Destiny è più aggressivo, con torba ruggente, frutto secco, finale di pepe e tè nero. Molto diverso dai fratelli, il Destiny picchia duro e non guarda in faccia a nessuno. Per chi ama l’equilibrio e l’eleganza la distilleria Jura rappresenta il perfetto compromesso tra torba ed eleganza.
The Ileach whisky
Un single malt indie, avvolto nel mistero, forse un Lagavulin, forse prodotto da fuoriusciti Laphroaig, poco importa. Il costo è abbordabile, 25 euro, ma commisurato ad un whisky torbato molto semplice, giovane e senza pretese. Scialbo e senza brio, è comunque privo di sbavature.
Islay Mist Peated Reserve
Avete presente quei whisky torbati che ti seducono con un naso aromatico, medicinale da paura, torbati il giusto e poi ti lasciano l’amaro in bocca? Ecco questo Islay Mist è una delusione: non è un whisky cattivo, ma va neanche oltre la sufficienza. Parte bene con profumi intriganti, un attacco al palato fruttato, caramellato, salato, tutto bene, ma poi si inchioda su un finale tannico di noce sgarbato. Ok, è un blended, costa 30-33 euro e vuole fare il duro, ma nel complesso non lascia il segno. La torbatura è piacevole, ben dosata, il resto lascia a desiderare, peccato.
Kilchoman
Antony Wills è la mente e il cuore di questa distilleria fondata nel 2004, la prima dopo 125 anni. È una delle distillerie più piccole, diciamo pure artigianali con 12000 ettolitri di prodotto. Tuttavia lo stile è molto deciso, puro, si punta sulla materia prima, per esaltare il terroir di Islay. Infatti ogni operazione, a partire dalla coltivazione dell’orzo sono fatte in casa. Le bottiglie sono 10, tutte molto particolari, personalizzate dall’uso di legni atipici tra cui botti di Sauternes, Porto e Madeira. Il whisky Machir Bay è stato il primo ed è ancora il più famoso: una miscela dal grande equilibrio, arrotondata dall’affinamento in botti ex bourbon e sherry. Anima oscura, ma con volto molto solare, caramello, spezie dolci e frutto morbidoso. Fa molto cool parlare di Kilchoman, ma sotto tutta la fuffa marketing del buon pastore di whisky, c’è buona stoffa. Torbatura medio alta.
Oban 14 anni Single Malt whisky
La distilleria Oban produce whisky da 200 anni, ma non è su Islay: poco male, basta prendere il traghetto e arriverete in 30 minuti. La particolarità dei whisky Oban è ancora una volta la misura, l’equilibrio: torbati, ma con garbo. Il 14 anni è morbido, roccioso, fumoso. Se i primi erano scozzesi da rissa, questo è un signorino distinto, ma salace. Mai noioso. La recensione.
Oban Distillers Edition
Dopo 14 anni in botte, fa un passaggio di 1 anno in botti di sherry e il risultato è splendido. La naturale sapidità dell’Oban viene ampliata da note decadenti di frutta matura molto vinose e ossidate, rendendo il distillato seducente e molto più vario. La torba c’è, ma è dosata, sussurra in sottofondo.
Amrut
La Amrut è una distilleria che sta facendo molto parlare di sé, grazie all’impennata della qualità dei propri single malt indiani. Esatto, tutto è indiano nei whisky Amrut: l’orzo è coltivato a poca distanza della catena dell’Hymalaia, l’acqua proviene dalle stesse montagne e il risultato è ottimo. L’Amrut Fusion è appena torbato, maturo, ricco e sontuoso, ma con modesta affumicatura. L’Amrut Kadhambam non vi nascondo che uno dei miei preferiti in assoluti, ma ha poca torba e tante spezie, ricchezza aromatica, frutto caldo e avvolgente e finale molto speziato con tè a non finire. Vince a mani basse la gara della torba l’Amrut Peated, un distillato visionario per pulizia e finezza. Frutto terso, zenzero e cannella come se piovessero si mescolano a valanghe di torba e sapori dolci, ma mai opulenti. Il tono è austero, severo, ti morde la lingua e poi ti lascia intravedere un giardino tropicale pieno di piaceri proibiti. Non di approccio facile, ma godurioso come pochi altri.
Talisker Skye
La distilleria Talisker è l’unica dell’isola di Skye, un paradiso di colori e sapori unici. Uno dei posti più evocativi della Scozia. I whisky prodotti qui sono tosti, virili e pungenti, con note agrumate, tanto sale da mordere e torba a iosa. Lo Skye è una bottiglia facile, picchia duro, ma il costo è buono. Torbatura intensa.
Whisky Talisker Distillers Edition Double Matured Amoroso Cask
Un bella edizione speciale maturata nelle botti usate per lo Sherry: si arrotondano molti spigoli, si apre un panorama più maturo e complesso, ma torba e salsedine sono sempre in prima linea a dettare il ritmo.
Talisker 18
Splendido distillato di rara eleganza, molto agrumato, sapido, caramellato senza mai essere ruffiano o molliccio e con in sottofondo un’affumicatura elegantissima. Se state cercando un whisky torbato, ma elegante, il Talisker 18, non è di certo regalato, ma vale fino all’ultimo centesimo.
Ardmore 12 Years Old Port Wood Finish
La distilleria Ardmore è un colosso da più di 5 milioni di bottiglie, ma sanno il fatto loro. Ci sono alcuni torbati particolari, ma il più equilibrato e anche semplice da reperire è il 12 anni con affinamento in legno americano e poi Porto. Classico, un piacione dove torba e frutto caldo e sciroppato si mescolano a spezie dolci, cannella, con pennellate di marmellata che definiscono un profilo aromatico non fine, ma decisamente invitante e ricco. Facile da bere, ma non da mollare. Ben fatto anche se stilizzato come distillato.
Johnnie Walker Green Label Blended Scotch Whisky
Un blended? Sì, non fate gli snob e poi non ci sono grain whisky in questo. Per quanto siano prevedibili e costruiti alcuni blend di malt whisky non sono male, sanno suggestionare con una sinfonia titillante. L’etichetta verde di Johnnie è una bottiglia discreta, gustosa, fatta con una dose ingorda di Caol Ila 12 e altri dram più morbidi. Il rapporto qualità prezzo è ottimo. Torbatura media, ottima bottiglia per chi non ha mai assaggiato il whisky torbato. La recensione.
Samaroli
Citiamo un grande dei distillati, un affinatore, oggi scomparso, ma sostituito dal figlio in maniera egregia. In pratica le selezioni che Samaroli propone non sono di nicchia, ma per pochi eletti, considerate l’esigua quantità di bottiglie. Sono esperienze costose, ma che un appassionato deve fare: viaggi nel viaggio del whisky, piccole sonate alla Mozart.
Highland Park 12
Un grande distillato prodotto nelle Isola Orcadi, che grazie al mare e al particolare tipo di torba che si trova qui, diventa pura magia. L’affumicatura è media, mai prepotente ed è screziata e sdrammatizzata da toni dolci, ossidati, altri salati come le onde del mare e sontuosi suggestioni erbacee. Capolavoro dal sapore unico. La recensione.
Arran Machrie Moor, Distilleria Arran
La distilleria Arran prende il nome dell’isola su cui sorge, una francobollo di terra racchiuso tra la lunga lingua di terra che è la penisola di Kintyre e la costa scozzese. I whisky di questa distilleria sono molto morbidi e salati, pieni di sfumature floreali, miele, frutta secca e grande eleganza. La torba non è presente normalmente in questi splendidi distillati, a parte uno: il single malt Arran Machrie Moor, che sa unire note tostate di caffè, cioccolato, fumo, sale, fiori e scorze di agrumi canditi al caramello. Picchia duro, ne hanno fatto uno solo, ma è stupendo e anche la torba è dosata magistralmente.
Glendronach Peated
La distilleria Glendronach della Highlands è rinomata per la finezza e la delicatezza dei propri distillati e quindi è con piacere che assaggiamo l’unico single malt torbato della casa. Ovviamente è affine allo stile Glendronach, quindi è la leggiadria a dominare: il malto è puro, sapori di cereali, biscotti, fiori, frutto maturo con datteri e uva sultanina, frutta secca, miele e ovviamente erica, il marchio di fabbrica della Glendronach. E la torba? C’è, ma è in sottofondo, è gregaria, sussurra dolci parole, ma non alza mai la voce. Nel complesso è un distillato splendido per precisione ed è venduto ad un ottimo prezzo: poco più di 50 euro.
Bunnahabhain 12 Year Old
Chiudiamo la rassegna dei whisky torbati con il meno torbato, anzi la distilleria Bunnahabhain, pur essendo una delle storiche di Islay, a parlargli di torba gli si fa un dispetto. La maggior parte della sua produzione è tassativamente priva di torba, anche se negli ultimi anni, hanno affiancato due bottiglie appena, appena torbate, ma molto eleganti. Il 12 anni, una bomba fruttata, caramellata e marina con un filo di fumo e il Toiteach A Dhà appena più torbato, ma siamo lontani dall’intensità degli altri mostri sacri di Islay. La recensione.