Gin Primo al sale di Romagna di Federico Lugaresi: recensione
Abbiamo già parlato del Gin Primo, il primo gin romagnolo aromatizzato con sale di Cervia, nella nostra classica dei migliori gin e acque toniche per il Gin & Tonic, ma dovevamo approfondire l’argomento.
Il Gin Primo al sale di Cervia è per molti versi un distillato atipico, rivoluzionario e spiazzante, per altri è uno dei gin più netti, cristallini e affascinanti che abbiamo mai assaggiato.
Vediamo i botanicals con cui è aromatizzato il Gin Primo: Lavanda, Erba Luigia, Santolina Cenere e ovviamente il sale.
Ad un primo assaggio il sale è dominante, definisce la struttura e tutto il quadro aromatico, ma è un gin da meditazione che va assaggiato più e più volte, anche solo per abituare il palato. E se è vero che il sale è tosto, non è che il primo gradino per raggiungere grandi vette di piacere gustativo, perché il sale è lo scheletro, dopodiché tutti i sapori si innestano sul sale, anzi potremmo dire che i botanicals nascono da suolo salino e in tal modo vengono marchiati.
Ma alla fine è buono questo Gin Primo al sale di Cervia?
Molto, non è un gin che piacerà a tutti, ma come tutti i gin di razza nasce da una ricerca estetica che affascina, non è un gin etereo e resinoso classico, sì, è corposo e potente, ma c’è il richiamo del mare dentro, ha un’anima particolare che ha il sapore delle onde che si infrangono sugli scogli. Tuttavia è un grandissimo distillato, un prodotto coraggioso e deciso, che non ammicca, non è ruffiano, ma il bello è che parte da un terroir. Discorso sempre limitato al vino, ma che oggi si estende anche ai distillati. I whisky di Islay come il Caol Ila hanno il mare dentro, il Monkey 47 ha la foresta nera, il Caorunn ha i sapori delle colline scozzesi, il Death’s Door ha il suo gusto unico per via del grano che coltivano e poi distillano.
È già da anni che il Rinascimento del gin è partito e finalmente iniziamo a vedere vere e proprie opere d’arte. Perché il Gin Primo è un prodotto handmade, dal taglio sartoriale, non è prodotto in milioni di bottiglie, anzi…
Quali cocktail fare con il Gin Primo
Ma veniamo al punto finale: il Gin Primo è un gin che va miscelato. Ok, liscio non è male, ma nasce con l’intento di rendere unici i vostri cocktail con quella sua sapidità pazzesca. E allora quali cocktail fare? Prima di tutto il Gin Tonic con una tonica morbida e profumata come la Indi & Co, anche quella al sambuco non è affatto male. Ma poi fate anche i cocktail con succhi classici come il Gin Fizz, Tom Collins, Martini Dry, Tuxedo, Singapore Sling, Ramos Gin Fizz, Gimlet, Bramble, Paradise, Bronx. Agrumi e sale insieme si fondono e si spingono verso vette aromatiche in un gioco di contrasti favoloso.
Il bouquet del Gin Primo
Naso pungente e minerale con iodio, lavanda, agrumi, pepe. Il tutto è legato dal fascino resinoso del gin e da sottili profumi di erbe aromatiche. Di cristallina bellezza.
Il sapore del Gin Primo
Bocca salata, calda, speziata, ma netta, senza tentennamenti o ridondanze. Dopo il primo assalta iodato si apre in sapori più delicati, emergono lentamente dalle onde, il frutto diretto, a base di zenzero e arance. Nel complesso l’equilibrio è buono, non è un gin imbellettato o che si perde, ma va dritto al sodo in un crescendo inarrestabile. Finale lunghissimo, persistenza da 5 minuti e oltre.