Dolcetto d’Alba Bartolo Mascarello 2017: un ottimo vino piemontese
Il Dolcetto d’Alba Bartolo Mascarello 2017 è l’emblema della cantina e un vino simbolo delle Langhe, la dimostrazione che i conti li paga il Dolcetto e non il Barolo. Ha tutto quello che si chiede ad un vino rosso piemontese di razza: eleganza, tratto rustico e brusco, ma che svanisce presto in frutto avvolgente e maturo, severità di tratto, schiena dritta e tanta polpa. I tannini ci sono e non fanno altro che dare sostanza e spinta, senza arrivare ad estremismi.
Non è un vino colossale o che deve affinare per anni in cantina, ma non è neanche il Dolcetto smunto e pallido, acerbo e mingherlino che fin troppo spesso si trova in circolazione. Come se le cantine avessero paura di rovinare la gamma dei propri vini offrendo un altro vino tosto e deciso… Ed è una follia, perché un Dolcetto fatto a regola d’arte non entra in competizione con un Barolo, ma ne completa la personalità. È un’arma incredibile, un vino duttile e semplice, ma mai scontato, solo che è forse poco remunerativo farlo con basse rese e usando legni grandi per affinamenti lenti che ti tengono impegnata la cantina.
Sta di fatto che questo Dolcetto d’Alba Bartolo Mascarello è un piccolo gioiello e non è stato in cantina per dieci anni. Ma solo per 3 anni, visto che adesso trovate l’annata 2020 in circolazione.
Come viene prodotto
Le uve provengono da due cru aziendali, Monrobiolo e Ruè. Fermentazione spontanea e macerazione in cemento e poi affinamento in botte grande di rovere di Slavonia per 10 mesi. Come ben sapete nella cantina non le barrique non sono ben viste ed è questa voglia di lavorare con lentezza che rende questo vino unico. E non pensate che costi 40 euro, perché arriva a 22 euro al massimo. Invece di comprare 5 dolcetti da 5 euro, compratene uno fatto come si deve e godetevi un vino vero.
Caratteristiche organolettiche
Colore purpureo. Naso giocato sul frutto maturo e austero, un filo erbaceo sottile che unisce e un ritorno finale floreale che si spegne nella liquirizia. È semplice e diretto, ma non manca di finezza e misura. Tono rustico percepibile, molto vinoso e arrembante, ma mai sgarbato e men che meno sgrammaticato.
Al palato è caldo, ampio, avvolgente, definito da tannini robusti e buona freschezza. Non ha profondità esagerata, ma si muove con eleganza e un passo che non indugia. Estrazione perfetta. Tratto verde ben gestito. Finale succoso di arancia e pepe.
Prezzo
22-24 euro: non potreste spendere meglio i vostri soldi.
Abbinamenti consigliati
Pollo al curry, costine con salsa barbecue, pulled pork, hamburger, filetto alla Wellington, roast beef.