Barbaresco: vino, vitigno e caratteristiche organolettiche

Il Barbaresco è una delle incarnazioni più fulgide e nobili del Nebbiolo e lo troviamo all’estremità nord ovest del triangolo del Nebbiolo piemontese, nei tre comuni che ormai sono divenuti leggenda: Barbaresco, Trieso e Nieve. Citiamo per onor di cronaca anche una porziuncola di Alba, ma si parla davvero di un fazzoletto di terra.
Caratteristiche organolettiche del Barbaresco
È un vino rosso austero, pungente, dal colore rosso rubino quando giovane, ma che tende al granato quando invecchia. Altra caratteristica che vi permette di riconoscere il Barbaresco è la trasparenza, la limpidezza cristallina: ci potete tranquillamente guardare attraverso.
Per il resto già conoscete questo vino: è caratterizzato da grandissima eleganza, finezza di aromi e quel fascino etereo e terroso che rende il Nebbiolo uno dei vitigni più amati al mondo. Non è muscoloso, il frutto è pungente, sa di bosco e frutta sotto spirito, lamponi, viole e menta, ma non è opulento e avvolgente, anzi ti seduce proprio con la sua immaginifica severità tannica.
L’estratto e la carica polifenolica sono consistenti, ma si traducono in profondità aromatica, in una ridda di richiami e lunghissima persistenza, non in prepotenza fruttata che tende alla marmellata. I tannini sono vigorosi e al palato assumono sapori di rabarbaro, liquirizia, china ed erbe alpine. Con gli anni sviluppa profumi terziari misteriosi e seducenti, offrendo sentori di tartufo, di foglie, di mille radici e catrame.
Se non avete mai assaggiato il Barbaresco sappiate questo: la sua anima è duplice, in perenne contrasto, severo, strutturato, ma sempre fine, elegante, giocato su un equilibrio che sembra irreale, insostenibile, ma che quando trova la quadra regala emozioni uniche.
Tipologie, produzione e affinamento del Barbaresco
Differenze tra Barbaresco e Barolo
Ma allora è come il Barolo, perché tutta questa manfrina, perché parlare ancora di terroir, se Alba stessa è il confine, con le vigne che a destra producono Barbaresco e a sinistra Barolo? Perché il terroir conta, i vini hanno caratteristiche, storie e lavorazioni diverse. Ma soprattutto perché le diversità sono da valorizzare: pochi metri segnano la differenza tra un terreno incredibile, dotato delle condizioni perfette e il crinale più adatto ad una vigna di Dolcetto, parlando con tutto il rispetto e l’amore che abbiamo.
Le vigne si trovano ad una altitudine più bassa e sono più calde e ciò comporta una maturazione zuccherina anticipata, per cui non hanno lo stesso tempo per sviluppare la maturazione polifenolica: questa è la differenza sostanziale. Differenza che fa sì che anche l’affinamento sia diverso: meno concentrazione e massa permette di affinare per meno tempo.
Storia del vino Barbaresco
La storia è già contenuta tutta nel suo nome: al tempo dei Romani i Liguri per sfuggire ad un loro attacco trovarono rifugio in una selva fittissima e così riuscirono a salvarsi. I Romani denominarono quella zona barbarica silva: da cui poi venne il nome dato al primo insediamento, ossia Barbaritium, divenuto con il tempo Barbaresco.
Barbaresco in abbinamento con il cibo