Freisa: vitigno, storia e caratteristiche
Sebbene sia praticamente sconosciuto fuori dai confini del Piemonte, il vino Freisa è un piccolo gioiello dell’enologia italiana. È un vino snello, profumato, armonico, elegante e dotato di bevibilità incredibile. Il merito è di una struttura slanciata, tannini delicati e una succosità spaventosa, tutto il contrario del Barolo e del Barbaresco, ma non si vive di soli tannini.
Guarda caso il vino Freisa è la classica bottiglia da tutti giorni, da abbinare a mille piatti, anche il pesce volendo, ma trova l’abbinamento ideale con i grandi antipasti piemontesi, a partire dal vitello tonnato.
Il bouquet del vino Freisa
Il naso è delicato, pungente, dominato da un frutto che spazia dalla fragola ai frutti di bosco, passando per le ciliegie. Non mancano mai sottobosco, funghi, radici e fiori a non finire: geranio e viole. Tracce ematiche e minerali. La nota vegetale è percepibile, ma sempre ben gestita: non aspettatevi i peperoni verdi fritti del Cabernet Sauvignon, ma la sua eleganza erbacea è apprezzabile. Non ha mille profumi, ma quelli presenti sono ben scanditi, solari e netti.
Il sapore del vino Freisa
Se assaggiate un chicco di Freisa sentirete prima di tutto sapori acidi, questa è la sua caratteristica principale: la freschezza. Gli zuccheri non arrivano a livelli altissimi, per cui non si ottengono dei vini molto alcolici e corposi, tutto il contrario, la Freisa è nervosa e scattante. In bocca è un vino succoso, non ampio o sontuoso, ma teso, affilato, giocato su un fraseggio tra acidità e sapidità ma incessante e contagioso. I tannini solitamente non sono poderosi e anche l’estratto non è pompato a mille. Tendenzialmente il vino Freisa nasce come vino quotidiano di medio corpo, può fare qualche anno di affinamento in bottiglia, ma a meno che non sia la Freisa di Rinaldi, non è che sia proprio un vino immortale da assaggiare dopo 20 anni. Non c’è nulla di male nell’essere un vino asciutto e piacevole che dà immenso godimento. Se diciamo che la Freisa è un vino non troppo complesso, ma polposo e dalla beva compulsiva è complimento, un invito a bere. Un vino non deve per forza passare 10 anni in cantina ad affinare come un Barolo…
La storia del vitigno Freisa: dove nasce il fresearum
Le prime notizie su questo storico vitigno piemontese ci giungono dei primi anni del 1500, precisamente è nel 1517 che vengono registrate le prime notizie commerciali su un carico di Fresearum, uve considerate di grande qualità ai tempi. Da quel momento il vitigno ha attecchito in tutto il Piemonte, visto che non ha problemi di alcuna sorta e si adatta facilmente a qualsiasi terreno, sia calcareo che argilloso. Senza contare che è uno dei pochi vitigni naturalmente resistenti alla peronospora, fatto che lo eletto come vitigno salva raccolto in ogni angolo del Piemonte.
Zone di produzione del vitigno Freisa
Come abbiamo visto questo vitigno è praticamente un immortale, un guerriero e quindi lo troviamo nelle principali zone vitivinicole del Piemonte, ma raramente fuori dalla sua patria elettiva. Ad Alba c’è, Asti ne produce molto, Chieri, nel Monferrato fa concorrenza alla Barbera e prospera anche in una zona poco rinomata come le Prealpi intorno a Pinerolo.
Prezzo medio della Freisa
Le bottiglie più magre e semplici partono da 6 euro, ma non mancano interpretazioni più intense e penetranti come ottima di Fenocchio (venduta a 12-14), la Freisa di Rinaldi (venduta a 28 euro) o quella di Trinchero, che si aggira intorno ai 20 circa.
Abbinamenti consigliati per il vino Freisa
È il tipico vino rosso da abbinare a tutto campo alla cucina piemontese: vitello tonnato,
Sebbene sia praticamente sconosciuto fuori dai confini del Piemonte, il vino Freisa è un piccolo gioiello dell’enologia italiana. È un vino snello, profumato, armonico, elegante e dotato di bevibilità incredibile. Il merito è di una struttura slanciata, tannini delicati e una succosità spaventosa, tutto il contrario del Barolo e del Barbaresco, ma non si vive di soli tannini.
Guarda caso il vino Freisa è la classica bottiglia da tutti giorni, da abbinare a mille piatti, anche il pesce volendo, ma trova l’abbinamento ideale con i grandi antipasti piemontesi, a partire dal vitello tonnato.
Il bouquet del vino Freisa
Il naso è delicato, pungente, dominato da un frutto che spazia dalla fragola ai frutti di bosco, passando per le ciliegie. Non mancano mai sottobosco, funghi, radici e fiori a non finire: geranio e viole. Tracce ematiche e minerali. La nota vegetale è percepibile, ma sempre ben gestita: non aspettatevi i peperoni verdi fritti del Cabernet Sauvignon, ma la sua eleganza erbacea è apprezzabile. Non ha mille profumi, ma quelli presenti sono ben scanditi, solari e netti.
Il sapore del vino Freisa
Se assaggiate un chicco di Freisa sentirete prima di tutto sapori acidi, questa è la sua caratteristica principale: la freschezza. Gli zuccheri non arrivano a livelli altissimi, per cui non si ottengono dei vini molto alcolici e corposi, tutto il contrario, la Freisa è nervosa e scattante. In bocca è un vino succoso, non ampio o sontuoso, ma teso, affilato, giocato su un fraseggio tra acidità e sapidità ma incessante e contagioso. I tannini solitamente non sono poderosi e anche l’estratto non è pompato a mille. Tendenzialmente il vino Freisa nasce come vino quotidiano di medio corpo, può fare qualche anno di affinamento in bottiglia, ma a meno che non sia la Freisa di Rinaldi, non è che sia proprio un vino immortale da assaggiare dopo 20 anni. Non c’è nulla di male nell’essere un vino asciutto e piacevole che dà immenso godimento. Se diciamo che la Freisa è un vino non troppo complesso, ma polposo e dalla beva compulsiva è complimento, un invito a bere. Un vino non deve per forza passare 10 anni in cantina ad affinare come un Barolo…
La storia del vitigno Freisa: dove nasce il fresearum
Le prime notizie su questo storico vitigno piemontese ci giungono dei primi anni del 1500, precisamente è nel 1517 che vengono registrate le prime notizie commerciali su un carico di Fresearum, uve considerate di grande qualità ai tempi. Da quel momento il vitigno ha attecchito in tutto il Piemonte, visto che non ha problemi di alcuna sorta e si adatta facilmente a qualsiasi terreno, sia calcareo che argilloso. Senza contare che è uno dei pochi vitigni naturalmente resistenti alla peronospora, fatto che lo eletto come vitigno salva raccolto in ogni angolo del Piemonte.
Zone di produzione del vitigno Freisa
Come abbiamo visto questo vitigno è praticamente un immortale, un guerriero e quindi lo troviamo nelle principali zone vitivinicole del Piemonte, ma raramente fuori dalla sua patria elettiva. Ad Alba c’è, Asti ne produce molto, Chieri, nel Monferrato fa concorrenza alla Barbera e prospera anche in una zona poco rinomata come le Prealpi intorno a Pinerolo.
Prezzo medio della Freisa
Le bottiglie più magre e semplici partono da 6 euro, ma non mancano interpretazioni più intense e penetranti come ottima di Fenocchio (venduta a 12-14), la Freisa di Rinaldi (venduta a 28 euro) o quella di Trinchero, che si aggira intorno ai 20 circa.
Abbinamenti consigliati per il vino Freisa
È il tipico vino rosso da abbinare a tutto campo alla cucina piemontese: paella mista, vitello tonnato, risotto al tartufo, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.