Semillon: vino, vitigno, caratteristiche organolettiche
Tutti conoscono il Semillon, è il vitigno a bacca bianca più diffuso a Bordeaux, grazie a cui si producono il Bordeaux bianco e dei veri e propri capolavori enologici come i vini dolci di Sauternes e Barsac, tra cui spicca la Chateaux d’Yquem, unico Premier Grand Cru al di fuori del Médoc.
Certo nel blend di questi nobili muffati c’è anche una parte di Sauvignon Blanc, ma la maggior parte del lavoro lo fa il Semillon ed è merito suo se interviene la Botrytis Cinerea, la muffa nobile. È su di lui che attecchisce la muffa, per via della tarda maturazione, è da lui che provengono quei profumi mielosi di fichi caramellati e di spezie.
Bordeaux bianco
Ma non pensiate il che il Semillon sia in grado solo di restituirci immortali vini dolci, tutto il contrario, ci potete fare qualsiasi vino: vino bianco da fritto misto, dolce muffato da migliaia di euro alla bottiglia, spumanti metodo tradizionale o grandi bianchi da invecchiamento. La sua duttilità è paragonabile solo a quella di Riesling, Chenin Blanc e Chardonnay. Infatti da questo vitigno si producono vini bianchi secchi che possono invecchiare per 20-30 anni come i bianchi di Bordeaux, soprattutto quelli di Pessac-Léognan e i massicci Semillon australiani dell’Hunter Valley, della Barossa Valley e anche di Margaret River.
Ma anche il delizioso Crémant de Bordeaux è fatto con un blend dove troviamo una buona parte di Semillon e stiamo parlando di vini eleganti, strutturati e dal grande fascino, anche se in Italia non sono molto conosciuti.
Un tempo, prima dell’ascesa globale dello Chardonnay, era il Semillon il vino bianco per eccellenza, era il più coltivato in Australia e in Sud Africa, grazie alla sua produzione abbondante, alla vigoria e alla resistenza alle malattie e ovviamente alla muffa, la sua caratteristica più importante.
Caratteristiche organolettiche del Semillon
La gamma dei suoi sapori e profumi è orgogliosamente gialla. I profumi inconfondibili del bouquet hanno sfumature gialle: paglia, miele, agrumi, frutta gialla polposa, zafferano, mele cotogne. Non è un vitigno aromatico, anzi potremmo definirlo un Chardonnay molto timido, ma grazie alla lunga maturazione polifenolica i profumi si sviluppano chiaramente.
Al palato cambia e anche molto, dipende dalla vinificazione e dal tipo di vino che si produce, tuttavia è un vino caldo, pieno, molto strutturato e alcolico. Bisogna dire che le uve di Semillon hanno scarsa acidità, tanti zuccheri e per raggiungere la giusta maturazione resta in pianta fino anche alla fine di settembre. Il clima ideale in cui cresce bene è abbastanza fresco, ventilato, con forte escursione termica, ma al contempo il sole non deve mai mancare, altrimenti non matura.
Trovare il giusto equilibrio tra alcol, freschezza, struttura e ricchezza non è facile. Per questo spesso viene vendemmiato in anticipo per preservare acidità oppure è tagliato con Sauvignon Blanc. Il Sauvignon risolve tutti i suoi problemi, aggiunge un tocco aromatico e acido per sdrammatizzare, aiuta ad alleggerire una massiccia struttura che spesso fatica a trovare dinamismo. E forse questa è la soluzione migliore, tanto che questo sodalizio va avanti da secoli, i due si completano perfettamente.
Produrre Semillon in purezza è davvero difficile, a volte si trovano vini acidi e verdi, ma hanno poca sostanza, perché sono stati vendemmiati con secoli di anticipo. Altre volte trovate dei pachidermi in bottiglia che non si muovono neanche con le cannonante, altre volte trovate dei capolavori assoluti, ma serve tempo, visione proiettata avanti negli anni, decenni anzi. E allora ecco che i vini diventano leggenda.
Zone di produzione del Semillon
La Francia ovviamente è la sua casa e Bordeaux la sua zona elettiva. Partiamo dai vini dolci prodotti in blend con il Sauvignon Blanc: eccellenti quelli di Sauternes, Barsac, ma sono notevoli anche i vini di Cadillac, Loupiac e Ste-Croix-du-Mont, compresi nella denominazione Premières Còtes de Bordeaux.
Sempre a Bordeaux, i vini bianchi secchi più interessanti li troviamo in tutta Graves, anzi se i migliori vengono prodotti a Pessac-Léognan, il centro pulsante di quella che la patria elettiva del Semillon. Notevoli anche i vini della vicina Cérons, soprattutto quando ci avviciniamo alle zone limitrofe alla Garonna, connotate da suoli ciottolosi e sabbiosi.
Se voliamo fino in Australia, possiamo notare che anche qui il Semillon ha trovato due distinte zone dove prospera, spesso in blend con Sauvignon Blanc o Chardonnay. Siamo nella punta meridionale-orientale, nello stato del New South Wales: la zona più famosa e storica è a nord di Sidney, la Hunter Valley, poco distante dal mare, dove il fiume Hunter scorre e porta le sue brezze leggere. Un tempo questa valle era di dominio del Semillon, il vino bianco australiano per eccellenza, dove veniva interpretato con opulenza, grazie ad un uso spregiudicato della barrique, anche se con l’andare del tempo è arrivato lo Chardonnay a dare una mano, portando più freschezza e così si è giunti ad una varietà di stili più snelli.
Altre due zone australiane molto interessanti, grazie ad un clima fresco e ventilato sono la Barossa Valley e la vicina Adelaide Hills, dalla parte opposta, vicino ad Adelaide.
Poche gli ettari in Nuova Zelanda, ma si trovano vini di grande pregio, affilati e succosi, nella zona di Gisborne.
Anche in Sud Africa un tempo era il vitigno bianco per eccellenza, tuttavia oggi è soltanto un vezzo, prodotto in quantità esigue, anche se nello Nuova Zelanda, il piccolo angolo di Francia, ancora si difende.
Finiamo con i vini di Washington State e California, prodotto a macchia di leopardo, ma dove si trovano anche vini passiti dolci in stile Sauternes, cugini molto alla lontana, ma stanno migliorando.
In Italia non ha attecchito molto e le produzioni sono scarse, neanche 100 ettari e solitamente è vinificato in blend con Sauvignon Blanc o Chardonnay. Se la Fattoria Zerbina facesse un muffato di Albana e Semillon sarebbe un sogno, proviamo a fare un petizione.
Semillon in abbinamento con il cibo
I vini più freschi e semplici sono ottimi con scampi, fritto e seppie alla griglia. Quelli secchi, ma più sontuosi, hanno la stoffa giusta per sgrassare i piatti come fish and chips, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, spaghetti alla carbonara, pad thai, risotto alla marinara, paella. Finiamo con i grandi muffati, nettari dalla dolcezza immaginifica, ottimi per accompagnare torta di mele, zuppa inglese, ma anche terrine di coniglio e formaggi erborinati come Cheddar e Gorgonzola.