Chardonnay: vino, vitigno e storia
Lo Chardonnay è uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi in tutto il mondo, un mito, sintesi di opulenza ed eleganza.
Ma lo Chardonnay ha conquistato tutto globo non solo per il suo prestigio o per la facilità con cui dà buoni raccolti o perché è un vitigno cool che molti vogliono coltivare per avere un vantaggio commerciale.
Con lo Chardonnay potrete praticamente produrre ogni tipologia di vino bianco, anche completamente opposte. Di base è un vino fresco, profumato, ricco di richiami minerali e terrosi e anche strutturato, ma potrete farlo affinare in barrique nuove per far emergere le note mature, mielate e burrose oppure vendemmiarlo più verde se volete spingere sull’acidità e produrre grandi spumanti. Volete qualche esempio?
Le zone di produzione dello Chardonnay: il re dei vini bianchi della Borgogna
Partiamo dal re degli spumanti, lo Champagne, dove da tradizione Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier sono i principali protagonisti. I Blanc de Blancs sono Champagne prodotti con sole uve Chardonnay, così, giusto per dire.
Abbiamo poi i sontuosi vini bianchi della Borgogna, in special modo della Côte de Beaune, che puntano su un frutto maturo, grandissima sapidità, profumi inebrianti e burrosi e un affinamento in legno che aiuta il vino a diventare di una complessità incredibile. Questi grandi Chardonnay arrivano alla piena maturità di solito verso i 10 anni, quindi non stiamo parlando di vinelli banali.
Le zone da visitare in Francia per assaggiare i migliori Chardonnay sono Corton Charlemagne, Montrachet e Meursault, se vi piacciono i vini più strutturati e speziati. Se preferite uno stile più spigliato, ma anche puro, senza la minima traccia di barrique, allora la zona dello Chablis, la quale rientra sempre tra i vini bianchi di Borgogna, ma sebbene meno intensi, meritano anche i bianchi della Côte Chalonnaise e della Loira.
Al contrario nei climi più freschi, tipo Auckland in Nuova Zelanda o la Hunter e la Clare Valley, lo Chardonnay riesce a sviluppare tutta la sua carica agrumata e tropicale e una freschezza inaudita.
In Italia, come al solito per i vini bianchi, sono Friuli e Alto Adige le zone predilette che danno più soddisfazione. Tuttavia anche la Toscana sta sfornando Chardonnay sempre più convincenti, soprattutto a Bolgheri, con vini strutturati che fanno affinamenti “pesanti” in barrique.
Insomma pochi sono i vitigni che lasciano così ampia scelta di interpretazione ai vignaioli, in pratica ha tutto, è il pacchetto completo. Ma di contro questa perfezione ha causato un’esplosione dello Chardonnay nel mondo, portando ad appiattimento, omologazione e vini fin troppo banali.
Le origini del vitigno Chardonnay sono ancora oscure, la leggenda vuole che venga dell’antica Persia, ma quello che abbiamo di concreto sono i primi documenti delle vendemmie nella Borgogna, vera patria spirituale e territoriale dello Chardonnay.
A livello di incroci sembra che sia nato dal vecchio capostipite Pinot Noir e i suoi netti profumi minerali e terrosi, così simili a quelli del Pinot Noir, confermano questa tesi.
Caratteristiche organolettiche del vino Chardonnay
Come possiamo riconoscere questo grande vino bianco?
Partendo dal bouquet, possiamo dire che è sempre intenso e pieno, un intreccio di suggestioni sapide agrumate, poi pesca, molti frutti tropicali, banana, menta, fiori bianchi, rocce e funghi in stile Pinot Noir e se ha fatto barrique ci sono tutta una serie di profumi smoky, burrosi e vanigliati, che con gli anni dovrebbero evolvere in pazzeschi profumi terziari. Se stappate uno Chardonnay molto barricato prima della sua evoluzione vi deluderà, serve tempo, quindi state attenti se dovete fare un acquisto. Vi facciamo un esempio illustre, il Gaia & Rey Langhe DOC, adesso trovate l’annata 2016, ma servono ancora molti anni per raggiungere un buon equilibrio tra le parti dure e morbide e il sapore del legno.
Il sapore dello Chardonnay
È difficile fornirvi una guida, ci sono Chardonnay che se paragonati sembrano giorno e notte, ma sappiate che è sempre un vino strutturato e acido, opulento, sapido. Potrebbe essere giovane, roccioso, fresco e tropicale e con un colore giallo scarico oppure se è un vino più vecchio e ha fatto barrique allora la burrosità, le spezie e la rotondità unita a ricordi di crema agli agrumi dovrebbero farvi accendere una lampadina per riconoscerlo.
Non vi resta che fare qualche assaggio, magari comprate bottiglie diverse e fate raffronti tra barricato vs non affinato in legno, provate climi diversi e scoprirete i mille volti dello Chardonnay. Ehi, ma manca tutto il discorso sullo Chardo spumantizzato, quella che è la sua incarnazione più nobile, ossia lo Champagne… No, non ce ne siamo dimenticati, ma gli abbiamo dedicato una pagina tutta per sé, basta cliccare e vi si aprirà un altro mondo ancora.
Chardonnay in abbinamento al cibo
Stiamo parlando di un vino battagliero e strutturato, quindi non abbinatelo solo al pesce, ma anche al thai, alle zuppe di crostacei, piatti indiani con verdure, fritti e carni bianche. Piatti consigliati: vitello tonnato, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, ravioli di erbette alla parmigiana, risotto al tartufo, spaghetti alla carbonara, pad thai.