Gaia & Rey 2016 recensione e scheda tecnica
Il Gaia & Rey 2016 è uno degli Chardonnay più blasonati e conosciuti d’Italia, prodotto da una cantina iconica e sempre sulla cresta dell’onda come Gaia, mago del vino piemontese. Il vino è sontuoso, opulento, uno di quegli Chardonnay che nascono da grandi vigneti e poi vengono fatti riposare per in barrique fino a quando non diventano un tutt’uno con vaniglia, spezie e burro. E questo è il suo grande problema, pensare ancora oggi nel 2019 che un grande Chardonnay debba essere dopato e pompato così a dismisura dal legno, uccidendo ogni velleità di bevibilità, naturalezza di sorso e tipicità.
Ah, certo, questo è un vino da bere tra 15 anni, quando avrà smaltito il legno, quando sarà diventato maturo, forse, ma il fatto è che adesso sono solo il legno e una stucchevole prepotenza vanigliata a dominare il campo. Ed è un peccato, perché esattamente come per l’Alteni di Brassica 2015 che abbiamo assaggiato poco dopo, il vino delude, non ha propulsione, freschezza, brio, ma si ripiega su sé stesso e diventa pesante e autoreferenziale, prigioniero della propria cifra stilistica.
Il bouquet del Gaia & Rey 2016
Naso molto ricco, maturo con frutta gialla, fiori, agrumi canditi, erbe aromatiche, la finezza sotto sotto, ma molto sotto, c’è, la polpa vorrebbe emergere, ma è castrata da una colata di vaniglia, tabacco e burro. Legno da dimenticare, intossica il naso.
Il sapore del Gaia & Rey 2016
Al palato è esattamente come il naso: impacciato, manca la tensione e si sente solo la potenza. Troppo ricco, tanto che non sa che strada prendere e così alla fine si fa sopraffare dal legno e da un frutto che pecca di presunzione. La freschezza non riesce ad uscire da un cortocircuito burroso-mieloso che non molla e non lascia il vino libero di esprimersi. Ok, è un vino fatto per raggiungere la sua maturità tra 10-15 anni, ma diciamo che la sua adolescenza non sta andando proprio alla grande e il gioco non vale la candela.
Il prezzo del Gaia & Rey 2016
180 euro: un prezzo fuori di testa. Questa non vuole essere una critica così fine a sé stessa, alcuni Nebbioli di Gaia sono leggendari, ma partire da un impianto di pensiero produttivo di questo genere, sinceramente stupisce. è un forzatura, una violenza imposta al vino attraverso un’affinamento così prepotente che perde ogni parvenza di credibilità. In un mondo del vino sempre più orientato alla tipicità, all’interpretazione del territorio e di caratteristiche uniche e particolari, questo vino appare antiquato, figlio di una scelta stilistica che esula da ogni legame. Va bene, molti ammirano lo stile della cantina, ma in realtà questo Chardonnay vino potrebbe essere nato in Chile, in Cina o anche in Australia che non farebbe alcuna differenza.
Poi piacerà sicuramente a qualcuno, il nome della cantina è un ottimo richiamo, ma sinceramente è un acquisto che non ci sentiamo di consigliare.
Abbinamenti consigliati
Come vino bianco è molto potente e strutturato, quindi abbinatelo pure a carni bianche, polenta al formaggio, ceviche, pizza bianca scamorza e zucchine, vitello tonnato, falafel, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca, spaghetti di riso con gamberi, riso alla cantonese, frittata, carbonara, pad thai.