Vernaccia di San Gimignano: vino, vitigno, caratteristiche
La Vernaccia di San Gimignano è un vitigno storico toscano, conosciuto fin dal 1200, tanto che anche Dante lo cita nella Divina Commedia. Uno dei primi grandi esteti del vino, Sante Lancerio, il coppiere di papa Paolo III, lo pone al vertice dei vini italiani, tanto che nel 1541 ordinò 80 fiaschi per un rifornimento papale.
Ed la Vernaccia di San Gimignano è sempre rimasta qui, non se ne è mai andata e raramente ha attecchito in altre zone.
Il vino che si produce da questo nobile vitigno è stato il primo in Italia ad essere insignito della DOCG e tra i primi ad essere riconosciuto come DOC.
A dispetto del nome, la Vernaccia di San Gimignano non fa parte della grande famiglia delle Vernacce, come la Vernaccia di Oristano.
Dopo anni oscuri in cui la Vernaccia di San Gimignano si presentava come il classico vinello bianco slavato, finalmente i vignaioli di questa splendida zona sono tornati ad un vino più intenso, polposo e puro. Non a caso molte sono le bottiglie prodotte in purezza e con affinamento in legno, per scolpire una massa minerale di grande spessore.
Caratteristiche organolettiche della Vernaccia di San Gimignano
La Vernaccia è un vino sapido, strutturato, deciso e con un sontuoso bouquet di fiori di ginestra, miele, pietra focaia, mandorle e zafferano. Non è un vino aromatico, ma non è di certo privo di fascino. I vini giovani sono beverini, ma quelli più strutturati che invecchiano per qualche anno, riescono a sviluppare un fascino, una ridda di profumi terziari incredibili. Le note minerali sono pazzesche, i toni di frutta diventano decadenti, il miele diventa ambra, le spezie disegnano arabeschi unici. Non per nulla è uno dei pochi vini bianchi italiani che merita di invecchiare nel posto d’onore della vostra cantina.
Zona di produzione e caratteristiche del terroir
Corpo, freschezza e sapidità sono dovute alla particolare conformazione del terreno di San Gimignano, un’amalgama straordinaria di sabbie e soprattutto argille. Guarda caso una composizione molto amata anche dello Chardonnay francese, vedi vini della Côte de Beaune.
Gli ettari destinati alla Vernaccia sono 720, tutti in zone ventilate: si va da un’altitudine di 200 metri fino a 400, condizioni ideali per produrre vini di grande qualità.
Si divide in 3 tipologie, che variano in base al grado di complessità e intensità del vino.
La prima è la Vernaccia annata, parliamo di vini freschi e semplici affinati in acciaio, da bere entro l’anno, gustosi, ma mai troppo impegnativi.
Poi alziamo il tiro e passiamo alla Vernaccia Cru, che raccoglie produzioni più pregiate, anche provenienti da singoli vigneti (cru appunto), adatti ad un affinamento più elaborato, che si avvale di legno e maturazioni più lunghe.
Finiamo in grande stile con la Vernaccia di San Gimignano Riserva, la punta di diamante di una produzione che designa le migliori produzioni dei cru più vocati. Grandi vini che sanno sfidare gli anni e maturare offrendo profumi evoluti di frutta che si caramella e spezie nobili.
Vernaccia di San Gimignano: gli abbinamenti da provare
Possiamo sbizzarrirci: i vini base sono ottimi con antipasti di pesce, insalata di mare, pasta al pesto, polpette di pesce e sushi.
Le bottiglie più importanti, ricche di struttura e spezie, eccellono con pesce al forno, carni bianche, coniglio con le olive, pollo al curry, fish and chips, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, spaghetti alla carbonara, pad thai, paella.
Ma ricordate che la Vernaccia è uno dei vini bianchi ottimi anche con piatti a base di tartufo a partire da un glorioso risotto al tartufo.