Sangiovese di Romagna: vino, vitigno, storia e caratteristiche
Il Sangiovese di Romagna è il vino che riassume i colori e i sapori di questa terra ricca e ospitale. La Romagna è Sangiovese, il Sanzve’s—in dialetto romagnolo—e la leggenda vuole che il nome Sangiovese venga dal Monte Giove, vicino a Sant’Arcangelo di Romagna, dove i monaci durante il Medioevo producevano un vino rosso che stregò persino papa Leone XII. Quale che sia la storia, quello che ci interessa sono i progressi che il Sangiovese sta facendo, passi da gigante.
Mentre per quel che concerne il Sangiovese base abbiamo una vasta gamma di vini bevibili, freschi, con profumi di more e viole, i cambiamenti più significativi riguardano il Sangiovese Riserva. I produttori lasciano parlare la terra e l’uso delle barriques è più consapevole e meno invasivo, senza contare che si stanno consolidando piccoli cru molto vocati, che anno dopo anno confermano una crescita qualitativa costante. Valli, insenature, piccole oasi e colline che si incuneano nell’Appennino, dove un microclima tiepido, rinfrescato dai venti dell’Adriatico, e terreni molto particolari creano condizioni eccellenti.
Zone di produzione del Sangiovese di Romagna
Nella zona di Imola e Dozza il Sangiovese assume connotazioni di freschezza e sapidità, con vini mai troppo strutturati, ma piacevoli, bevibili, fini, con un ricco corredo sapido, grazie a terreni misti, con argille, sabbia e calcare. Nelle colline faentine, specialmente nei cru Marzeno e Oriolo dei Fichi, i vini sono raffinati, molto balsamici, più floreali che minerali, con una vena acida-pepata elettrizzante e more e violette a volontà. A Brisighella abbiamo vini rocciosi molto longevi, con squisite note erbacee, fini, con profumi di mora, liquirizia e lamponi grazie alla presenza di argille nel suolo.
A Bertinoro i vini sono pieni, caldi, molto sapidi, con profumi e sapori molto densi—ciliegia, mora—e bei tannini setosi, grazie ad un suolo ricco di fossili marini. A Predappio un terroir argilloso piuttosto pesante offre condizioni strepitose per il Sangiovese, che qui, nel pieno dell’Appennino sa esprimersi con vini di poderosa struttura, profumi sontuosi di frutta sotto spirito e spezie e una vivacità che ha dell’incredibile.
E via via che ci si avvicina alla costa si sente l’influsso del mare: nelle colline di Coriano il vino diventa più carnoso, il tannino è più vivace, il frutto prevale e la sapidità diventa marina, iodata, con capperi, timo e pomodoro, al posto di grafite e selce.
Caratteristiche organolettiche del Sangiovese di Romagna
Il Sangiovese è piantato in tutta la Romagna, da Bologna fino a Rimini, per cui assume sapori e profumi differenti, tuttavia la parola d’ordine è freschezza e non mancano i classici sentori di mora, gelso, ciliegie, viola, iris, rosa, timo, maggiorana, sottobosco, humus. Nel Sangiovese Riserva il frutto è più concentrato, compare sotto forma di confettura o sotto spirito, a fianco di deliziose note eteree di lacca e kirsch, con un sottofondo “tostato” dovuto all’affinamento in legno. Il Sangiovese di Romagna deve contenere da disciplinare l’85% di Sangiovese minimo; per la Riserva sono necessari due anni di invecchiamento.
Il Sangiovese di Romagna in abbinamento con il cibo
Il Sangiovese di Romagna è un vino conviviale, il re della tavola, grazie ad un corpo agile e ad una freschezza che gli permette di spaziare dalla carne al pesce, alle verdure. Quando è giovane il suo frutto leggero si presta a grigliate di carne, castrato ai ferri, la parmigiana di melanzane e ovviamente, per smentire la regola che non vuole vino rosso col pesce, lo possiamo abbinare al pesce azzurro e a saporite zuppe di pesce come il caciucco.
Quando dovete abbinare un Sangiovese di Romagna Riserva, tenete conto della struttura potente, dell’intensità del frutto e dei tannini, quindi scegliete piatti grassi, paella, vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.