Nerello Mascalese: vino, vitigno, storia e caratteristiche organolettiche del mitico vino del vulcano Etna
Il Nerello Mascalese è il vitigno a bacca rossa re dell’Etna, anzi possiamo tranquillamente affermare che il mitico vulcano siciliano è il suo trono e qui si trova a proprio agio, tanto che stenta al di fuori dei confini di questo angolo di paradiso lunare.
Ma cosa ha di così speciale il Nerello Mascalese?
Le sue caratteristiche di finezza ed eleganza, prima di tutto: è un vino leggiadro, salato, minerale, dalla media acidità, ma con tannini setosi e spiccati toni balsamici e di macchia mediterranea.
Non è mai un vino muscoloso, marmellatoso o troppo intenso e fruttato, anzi il suo frutto, a base di frutti di bosco e ciliegia, è austero e sottile. Note erbacee, speziate e di fiori apportano ulteriore eleganza.
Ma queste particolari doti di eleganza sono esaltate dai suoli minerali e ricchi di ossidiana, anzi dagli strati di lava che si alternano sulle pendici dell’Etna, con le vigne che arrivano fino anche a 1000 metri di altitudine. Quindi il vino diventa affilato, pungente e l’escursione termica tra giorno e notte, non fa altro che enfatizzare la freschezza aromatica del vitigno.
Una volta sicuramente il vino era più rustico, carico ed erano diffusi i vigneti a propaggine, cioè come era nei tempi antichi, con vigne basse che strisciavano per terra, mentre oggi la maggior parte dei vignaioli dell’Etna propende per il sistema ad alberello, più pratico da gestire: quello che permette anche una buona concentrazione dei ceppi.
Dopo tutti questi anni di progresso, ma potremmo definirlo di presa di coscienza delle potenzialità del proprio territorio, ad oggi il Nerello Mascalese è uno dei vini rossi italiani più affascinanti, particolari e dotati di eleganza.
Storia ed etimologia del Nerello Mascalese
Non ci sono grossi misteri o storie epiche di vinonauti che hanno solcato i mari per portarlo in Sicilia chissà da dove. È nato nella città di Mascali, poco distante da Catania, da cui nome.
Il bouquet del Nerello Mascalese
Piccoli frutti rossi, terra, liquirizia, ciliegie sotto spirito e poi arriva la spinta minerale pazzesca, i tratti balsamici con anice, eucalipto e menta, spezie leggere e finale etereo. È pura poesia. C’è in sottofondo un certo profumo lunare, di terra bruciata, ma non è mai così marcato. Questa è quasi più una sensazione che si percepisce sul palato.
Il sapore del Nerello Mascalese
Bocca salata e pungente, mai molliccio o troppo strutturato, il calore è stemperato dalla mineralità e dai tratti terrosi. Scorre con grazia, ma è asciutto e ben modellato. Come detto la freschezza non è il suo forte, ma non per questo è un vino lento o senza ritmo.
Bere Nerello Mascalese è una grande esperienza, è come fare un tuffo in Sicilia, i pini, le rocce, il mare, il sole che brucia la pelle cosparsa di sale, questi sono i suoi sapori e i suoi profumi.
E forse è il caso che smettiamo di considerarlo un vino di nicchia o esotico, ormai i produttori con le idee chiare e il coraggio di produrre bottiglie di grande respiro ci sono: è tempo di ascriverlo nella lista dei grandi vini italiani, al fianco di Amarone, Nebbiolo, Sangiovese, Aglianico e Montepulciano.
Quali piatti abbinare al Nerello Mascalese?
Carne alla brace, stufato di fagioli alla Bud Spencer, pad thai, carbonara, vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.