Aglianico: vino, vitigno e storia
L’Aglianico è il vino rosso più importante e pregiato del Sud Italia, tanto che molti pensano che sia uno dei discendenti di un vino leggendario come il Falerno.
La storia dell’Aglianico
In realtà non sappiamo nulla sulla sua origine, potrebbe essere etrusco o greco, da cui il nome Hellenico con cui era chiamato, ed essere arrivato con i primi coloni greci che fondarono Cuma. Potrebbe fare parte della grande famiglia delle Aminea di cui ci parla Plinio, potrebbe essere originario della Spagna e giunto nel regno di Napoli con gli Aragonesi, non lo sappiamo. La prima citazione si trova solo nel 1500, ma tutto ciò non ha molta importanza.
Quella che sappiamo è che l’Agliano è un grande vino rosso, di estrema eleganza, strutturato, tannico, corposo e adatto a sfidare gli anni con un invecchiamento glorioso. Il fatto che abbia carattere e una concentrazione zuccherina molto alta e sia molto longevo potrebbe far propendere per l’ipotesi del Falerno, ma lasciamo pure correre la fantasia. E anche se non fosse lo stesso vitigno-vino, sicuramente la zona di produzione è la stessa, quindi cambia di poco la questione.
Zone di produzione dell’Aglianico
L’Aglianico è un vino di collina, anzi vulcanico, non a caso le zone più vocate sono il Vulture in Basilicata sulle pendici dell’omonimo vulcano e l’Irpinia, con il Taurasi ancora vulcanico e le marne dell’Aglianico del Taburno, che sta facendo passi da gigante.
Il carattere dell’Aglianico
È un vitigno che soffre il caldo, ha bisogno di vento, delle cime delle colline e di inverni miti, non è facile per nulla produrre questo vino, soprattutto per la sua spigolosità.
Si ottengono vini tannici, zuccherini, acidissimi e strutturati che devono subire un affinamento lungo, per smussare gli angoli e trasformare questa materia in finezza ed eleganza. Tanto per dire, il Taurasi Riserva deve fare da disciplinare 49 mesi di affinamento, di certo non pochi…
Ma per chi sa attendere, l’Aglianico è un vino che offre emozioni uniche, un’eleganza evoluta, matura, piena di profumi complessi terziari ed eterei, il tutto incorniciato da tannini sempre aitanti.
L’affinamento in legno solitamente si effettua in grandi botti di legno di quercia, ma anche l’uso della barrique è comune, sicuramente più invadente come profumi, ma tutta questo estratto va domato in un modo o nell’altro e il processo risulta più veloce per la maggiore ossigenazione.
Il colore
Da giovane è purpureo, ma con gli anni tende al rubino e poi al granato con riflessi aranciati. Il colore è fondamentale per capire cosa state bevendo. Un Aglianico bevuto giovane è un crimine.
Il bouquet dell’Aglianico
Il frutto è caldo e avvolgente con ciliegie e toni anche più maturi di prugne in confettura. Non mancano mai pepe e radici come liquirizia e rabarbaro, spezie dolci e tabacco dovuti all’affinamento in legno. Intensità, varietà e persistenza sono eccezionali.
Il sapore dell’Aglianico
L’acidità è alta, ma col tempo si ammorbidisce e lo stesso vale per i tannini, raramente troverete un Aglianico leggero. La componente alcolica è di grande spessore, tuttavia il lungo riposo in legno permette uno sviluppo aromatico complesso e opulento.
Abbinamenti consigliati per l’Aglianico
Con questa grinta e questi tannini tonanti è un vino orgogliosamente carnivoro, perfetto per grigliate di carne, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, pulled pork, empanadas di carne argentine, burritos.