Quale vino abbinare alle lasagne verdi alla bolognese con ragù e besciamella: i migliori abbinamenti
Bene, avete trascorso ore e ore in cucina per preparare le mitiche lasagne verdi al forno verdi con ragù e besciamella, la classica lasagna alla bolognese, ma adesso il dilemma è quale vino abbinare alle lasagne?
Un vino rosso gagliardo e tannico! Certo, non si sbaglia mai con un Sagrantino di Montefalco o un Burson romagnolo, ma ci sono molte possibilità da esplorare oltre al classico rossa da battaglia.
Anche un buon lambrusco Grasparossa artigianale, un rosato roccioso come un Montepulciano Cerasuolo o un paio di orange wine come il Pinot Grigio di Dario Princic o le sublimi Ribolle Gialle di Gravner, Castellada e Radikon.
Per non parlare poi di Champagne e spumanti rosé dotati di grande struttura come quelli di Contratto, Pojer e Sandri e Revì, giusto per citare gli ultimi che abbiamo bevuto.
Come vedete potete abbinare una miriade di vini alle lasagne al forno e non il solito, banale rosso tutto muscoli.
Lambrusco Grasparossa Grasparossa della Tradizione, cantina Pederzana
Un Lambrusco tutto sostanza, vinoso e fruttato, corposo, con polpa da vendere e tannini vivaci che non hanno paura dell’assalto di besciamella e ragù, anzi li riescono a domare alla grande. Un vino semplice, ma funzionale.
Poggio Tura 2013, Sangiovese di Vigne dei Boschi
Poteva mancare un grande vino rosso romagnolo, un Sangiovese nella classifica dei vini da abbinare alle lasagne alla bolognese? Certo che no! E con questa bottiglia non sbaglierete: il vino è sapido, affilato e già etereo con un corredo speziato mentolato da paura. I tannini non sono troppo vigorosi è un Sangiovese di razza che lascia trapelare la sua natura ribelle e selvatica, ma si esprime con leggiadria.
Forsesco, cantina Barberani
Un rosso semplice, ma gustoso, molto fresco, fruttato e di facile beva. Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon: un blend di rotondità e acidità sempre in bel contrasto. Punta tutto su piacevolezza, ma tannini e acidità sono ottimi per sgrassare la bocca dopo ogni boccone di lasagna. Prezzo onesto, neanche 10 euro.
Maggiorina 2013, cantina Le Piane
Un vino apparentemente semplice, ma sapidissimo, elegante e con ritorni fruttati irresistibili. Non è complesso, non è tannico, ma una volta assaggiato lo amerete per il suo passo leggiadro e la pulizia aromatica incredibile. Con questa mineralità pazzesca spacca in due anche la più arcigna delle lasagne al forno.
Schioppettino Dario Coos
Un vino carnoso e fruttato con struttura vigorosa, ma tanta rotondità e piacevolezza. Il vino è strutturato, ampio e sontuoso, ma ben modellato, ricco di spezie e ritorni maturi. I tannini poderosi sapranno tenere a bada la tempesta lipidica che infuria nelle lasagne.
Dievole Chianti Classico 2015
Un Chianti Classico roccioso, fresco, scandito da tannini potenti, ma di buona finezza. Il frutto è caldo, ma mai morbido, sempre vigile e austero. Elegante e con il piglio giusto per dare l’assalto anche alla lasagna più impegnativa.
Priorat Garnacha DOQ “Maquinon” 2016
Un vino tinto rotondo, ma mai marmellatoso, dotato di un ritmo incalzante e tanta armonia. Entrata pulita, esplosione del frutto, spezie, fiori a non finire e poi finale asciuttissimo. Tutta questa grinta spagnola è ottima per fare bilanciare la maestosità proteica delle lasagne.
Brunnenhof 2013 Mazzon Blauburgunder
Il Pinot Nero di Mazzon è il migliore d’Italia, questa ormai è un dato di fatto e questo della cantina Brunnenhof è tipico, affilato, splendido per finezza, ma anche per austerità e le note eteree che offre a piene mani. I tannini sono tesi, ma rifiniti con cura. Un ottimo compagno per le lasagne.
Aglianico Taurasi DOCG Nardone
Buono questo Aglianico, un vino già maturo ed evoluto, un 2010, un vino complesso e avvolgente, ma dai toni maturi che non si piegano a nessuna morbidezza. Non tentenna, non molla, ha una profondità aromatico divina, incorniciata da un frutto sotto spirito e speziatura finissima. Il corpo e i tannini sono ancora fiammeggianti e pronti a mordere la lasagna alla giugulare.
Rebaioli Cavaliere Enrico Togni Rebaioli 2011
Un vino di Enrico Togni non manca mai nelle nostre liste dei vini memorabili, ma il motivo è semplice: questo giovane vignaiolo è un mito. Grande passione e serietà, tanta tipicità, potenziale ed eleganza nei vini. Non fa vini imbellettati, ma grandi affreschi della Valcamonica. Siamo al limite tra sciamano, poeta errante delle vigne e viticoltore. Questo Cavalier Enrico è splendido, un Merlot carnoso e polposo, speziato, ma con grazia e dotato di un frutto maturo, ma mai muscoloso, sempre misurato. La somma delle parti è estasi, struttura e al contempo grande bevibilità. Da assaggiare per chi crede che il Merlot sia un vino ruffiano.
Rossese di Dolceacqua 2016 azienda agricola Rosmarinus
Ecco una piccola azienda nelle colline di Perinaldo che produce grandi vini biodinamici. Le bottiglie sono poche, ma il contenuto è tanta roba: un Rossese di Dolceacqua di razza, con frutto austero, sapidità marina spaventosa, tannini ben definiti e tanta polpa. Il finale è lungo, salato con ritorni evoluti di fiori appassiti. Un vino splendido per accompagnare le vostre lasagne.
Reitemp, Rocco di Carpeneto Barbera del Monferrato Superiore docg 2016
Cambiamo registro con una Barberona del Monferrato classica: acidità in bella evidenza, tannini non troppo aggressivi e frutto ben disegnato. Nel complesso è molto tagliente, ma quando si incontra con i grassi e la succulenza delle lasagne va a nozze.
Brovia Barolo 2013
Immancabile un Barolo, soprattutto un classico molto strutturato e tannico come il Barolo Brovia, che nasce a Castiglione Falletto, la zona che restituisce i Baroli più imponenti. E questa annata 2013 non delude: è un vino austero, con il giusto piglio tannico, una terrosità perfetta e molto tipica, ma soprattutto grande eleganza.