Franciacorta Spumante Metodo Classico: vino, vitigni, storia
Il Franciacorta è uno dei vini più pregiati e famosi d’Italia e si contende con Trentodoc, Alta Langa e Oltrepò Pavese lo scettro di re degli spumanti metodo classico. È un vino strutturato, fine, elegante, profumato, dotato di perlage fine e grande carattere, tuttavia troverete infinite interpretazioni di questo spumante, al contrario dello Champagne, le percentuali dei singoli vitigni sono molto permissivi e si può giocare molto su blend, affinamenti e percentuali di zucchero per creare svariate tipologie di Spumanti Franciacorta. Ma non temete, vi daremo tutte le informazioni a riguardo per capire e catalogare ogni spumante prodotto tra le dolci colline del Lago d’Iseo, prima però vediamo il processo produttivo del metodo classico Franciacorta.
Come si produce lo spumante Franciacorta
Il metodo è quello classico, lo champenoise, “inventato” dal leggendario monaco Dom Perignon, il Magnum P.I. delle bolle. La vendemmia è anticipata, la caratteristica principale che si cerca è l’acidità, quindi si raccolgono presto e non ancora maturi del tutto.
I grappoli vengono pigiati e si fa la prima fermentazione.
Poi si crea il sapore del Franciacorta assemblando vini, annate e vitigni diversi, l’assemblaggio è la creazione in sé, si crea la cuvée come direbbero i francesi. Molte cantine hanno una sorta di stile ben riconoscibile, un tratto che caratterizza e rende particolari, ma a volte anche sempre molto simili i propri vini. Trovare il giusto equilibrio, la struttura, l’amalgama dei sapori e al contempo mantenere la giusta acidità è tutta una questione di sensibilità del vignaiolo.
A questo punto si imbottiglia il vino, si aggiungono mosto e lieviti, si mette il tappo e si lascia riposare il vino per almeno 18 mesi.
In questo periodo il vino riposa sui lieviti, si affina e avviene una seconda fermentazione, la rifermentazione in bottiglia. L’acidità è alta e quindi il vino mantiene la propria freschezza, tuttavia lo zucchero si trasforma in alcol e anidride carbonica, da cui le bollicine e i sapori-profumi di crosta di pane e pasticceria.
È adesso che il vino matura ed inizia la propria evoluzione, i lieviti decadono, lavorano più lentamente mano a mano che lo zucchero viene trasformato. La complessità si espande e pervade il vino.
Detto così sembra quasi facile, ma ricordate che il vino è vivo, cresce, muta e va curato ogni giorno. E anche lo stoccaggio è fondamentale, la temperatura deve essere costante, serve il giusto grado di umidità e il buio per avere condizioni di riposo. Non a caso molte cantine della Franciacorta hanno vere e proprie celle o segrete sotterranee dove custodire il vino.
Finito l’affinamento si passa al remuage, la bottiglia viene posta sulle pupitres, inclinata a 45 gradi a testa in giù, e poi ruotata delicatamente. In questo modo i resti dei lieviti si accumulano nel collo della bottiglia sotto il tappo, si congelano e si stappa per eliminarlo il disco di ghiaccio, la sboccatura, dégorgement in francese.
A questo punto si fanno le ultime correzioni prima di imbottigliare con il rabbocco, si aggiunge il liqueur d’expedition, ossia zucchero e vino Franciacorta. E questo ci porta alla classificazione degli spumanti.
La classificazione degli spumanti Franciacorta
Il più puro è il Non Dosato, non si aggiunge zucchero e ha al massimo un residuo zuccherino di 3 grammi per litro. Praticamente impercettibile per il palato.
Extra Brut fino a 6 grammi per litro. Brut arriva al massimo a 12 grammi per litro. Extra Dry tollera un intervallo tra i 12 e i 17 grammi di zucchero per litro, ancora roccioso.
Il Dry è più morbido, inizia a sentirsi una punta di dolcezza, 17-32 grammi di zucchero.
E poi chiudiamo con il Franciacorta Demi-Sec, 32-50 grammi di zucchero per litro, che abboccato, ottimo con i dolci o per gli abbinamenti con il pesce e le pietanze agrodolci, in stile Riesling per intenderci.
Quali vitigni si possono usare per produrre spumante Franciacorta?
Chardonnay e Pinot Noir, in misura minore Pinot Bianco. L’Erbamat, l’antico vitigno bresciano dalla tarda maturazione, ma dotato di grande acidità, è permesso fino ad un massimo del 10% e tendenzialmente serve per rinforzare l’acidità delle basi, anche in vendemmie difficili, visto che matura un mese dopo e si possono studiare strategie di vendemmia più ragionate.
Lo stile dello spumante metodo classico
Franciacorta, il primo step, il vino base, fresco, minerale, cristallino nei profumi di agrumi, pesca e note dei lieviti come crosta di pane. Non è troppo complesso e punta su bevibilità e agilità. Affinamento minimo 18 mesi sui lieviti.
Franciacorta Satèn: dal nome seta, è più morbido e rotondo, certo struttura e acidità sono sempre in primo piano, tuttavia si cerca di attirare i consumatori che desiderano un prodotto più approcciabile, dal frutto leggermente più maturo, grazie ad un apporto maggiore di Pinot Bianco. Ovviamente il Pinot Noir, più graffiante non è contemplato.
Franciacorta Rosé: può essere prodotto con solo Pinot Nero (Blanc de Noir) oppure in blend con Chardonnay e Blanc. Aumenta la struttura e l’intensità, è più muschiato, oscuro e con richiami di bosco e marini che ricordano le alghe.
Franciacorta Millesimato: una perla rara di grande finezza e profondità: in pratica vedrete l’annata sull’etichetta, perché ne vale la pena. Nelle annate eccezionali è d’obbligo esaltare la bontà e la qualità organolettica di questa annata e allora il vino è prodotto solo con le uve di questa annata. Ma anche l’affinamento è superiore e devono trascorrere 30 mesi sui lieviti.
Franciacorta Riserva: quando il millesimato diventa poesia in bottiglia. Sono vini prodotti in quantità molto ristrette per esaltare non solo un’annata gloriosa, ma anche un cru particolare, che si merita ben 60 mesi di affinamento sui lieviti per sviluppare tutto il suo fascino. I profumi diventano complessi e sontuosi, il frutto diventa quasi candito, tostato e balsamico, la frutta secca prende piede, i lieviti si aprono in mille sfumature cremose e diventano fini, l’acidità rimane vigorosa, ma si smussa e si fonde con la sapidità.
Storia dello Spumante Metodo Classico Franciacorta
La sua storia è legata (come per molti grandi vini) ai monaci benedettini, che vivevano nel Medioevo nelle colline bresciane a ridosso del Lago d’Iseo. I loro possedimenti erano “franchae curtes” zone franche, esentate da tasse e balzelli dei signori feudali. E i monaci, ritirati nei conventi, cesellarono questa terra piantando la vite e facendola prosperare. Ma paradossalmente si sono sempre prodotti vini rossi, tanto che anche ai tempi dei Romani, il rosso andava forte in questa zona secondo Plinio il Vecchio. Ma poi venne la luce o meglio Guido Berlucchi, che produsse il primo spumante e diede il via agli investimenti colossali e alla capillare coltivazione della vite.
Il merito è tutto dei suoli rocciosi a base di sassi morenici che drenano molto e riescono a catturare il caldo durante il giorno e a rilasciarlo di notte, mantenendo le viti in un perfetto microclima temperato.
Zona di produzione dello spumante metodo classico Franciacorta
La Franciacorta è una zona collinare abbastanza ristretta, poco a nord ovest di Brescia, che affaccia sul versante sud del Lago d’Iseo, con il lago ad ovest che poi si trasforma nel fiume Oglio. Dalla parte opposta le Alpi Retiche fanno da barriera, proteggendo le vigne dai venti freddi. In pratica è una sorta di piccolo paradiso, che grazie all’influsso del lago riesce a creare un microclima unico per la vite.
Bene ci siamo detti tutto o quasi. Se queste informazioni vanno considerate come linee guida generali è vero che molti produttori “eretici” si sono distaccati dalle regole del consorzio e stanno proponendo Spumanti Franciacorta molto coraggiosi e puri potremmo dire, meno stilizzati e dotati di carattere territoriale incredibile. La zona si sta frammentando, emergono stili nuovi, c’è fermento insomma. C’è chi usa solo lieviti indigeni o non aggiunge zucchero o cerca di fare spumanti rocciosi e graffianti, per cui andate ed esplorate la Franciacorta in ogni suo angolo e non pensate di trovare le tavole dei dieci comandamenti in cantina.
Abbinamenti consigliati per lo Spumante Metodo Classico Franciacorta
Freschezza, sapidità e struttura, sono i punti di forza, quindi osate non solo con pesce, sushi, antipasti con salumi e torta fritta, ma anche paella, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, spaghetti alla carbonara, pad thai.