Cocktail: la storia, i migliori drink e dove e come sono nati
Partiamo dalla domanda fondamentale: “Che cosa sono i cocktail?”
I cocktail sono una forma d’arte, una delle massime espressioni dell’ingegno umano applicata al mondo di distillati, liquori e succhi di frutta. Vi forniamo la prima definizione scritta di cocktail riportata dal giornale Balance and Columbian Repository nel 1806: Una bevanda stimolante, fatta da un distillato qualsiasi, zucchero, acqua e bitter. Erano i tempi dell’Old Fashioned, del Sazerac, del Mint Julep, drink semplici, in pratica era un modo per rendere più morbidi distillati ruvidi e prodotti spesso senza tanta attenzione. Quindi la prima definizione di cocktail è bevanda miscelata, ossia un distillato a cui vengono aggiunti altri ingredienti come bitter, succhi, vino, amari, liquori, zucchero e soda.
E con lo speciale di oggi inauguriamo un capitolo nuovo, apriamo una finestra su un mondo nuovo, per esplorare, imparare e preparare le migliori ricette cocktail. Ma questa non sarà una pagina con nomi di cocktail a raffica, quelli li trovate nel sito: oggi vogliamo parlarvi di quanto sia importante la storia e come siano sempre stati compagni dell’uomo, fin dai tempi dei Greci e dei Romani.
Lo diciamo subito come consiglio: non esagerate: mai! Bere è un piacere che va centellinato per gustarsi ogni sfumatura, suggestioni e sapori di distillati e liquori che si mescolano per creare sinfonie eteree, altrimenti diventa abbrutimento fine a sé stesso. Detto questo, andiamo a fare un viaggio nel tempo con un po’ di storia!
Quando e dove nascono i primi cocktail?
L’etimologia della parola cocktail è ancora dibattuta. Ci sono decine di interpretazione e simpatici aneddoti sulla provenienza di questa parola magica: cock=gallo, tail=coda.
Ci sono alcuni che pensano che vengano dai combattimenti tra galli in voga nelle taverne del 1600 europeo: al vincitore spettavano le piume (la coda) del gallo sconfitto, la gloria e ampie libagioni.
Altri narrano di una fanciulla messicana di nome Xock che servì una bevanda miscelata a degli ufficiali americani, che avrebbero riportato in patria la notizia di una misteriosa dama che mesceva ambrosia e magici intrugli.
Da dove viene il nome cocktail?
Ancora, e sembra una delle teorie più plausibili, ritengono che la parola cocktail derivi dal francese “coquetel”, una tipica coppa da vino usata nel Bordeaux, passata poi a New Orleans sul finire del 1700.
In ogni caso, sia che siano nati per caso che per necessità di mescolare e riciclare i fondi di bottiglia, la volontà di creare con gli alcolici è sempre stata innata nell’uomo.
Basti pensare che i Greci e i Romani come usanza avevano quella di mescere il vino con miele, acqua, resine e spezie, per cui possiamo dire che già allora erano in uso una sorta di cocktail, ossia una bevanda miscelata con almeno due ingredienti.
Evoluzione dei cocktail
I primi cocktail di cui si hanno memoria sono i più semplici come i sour, che prevedono un distillato più il succo di limone o lime. Tra i più famosi ricordiamo whiskey sour, gin fizz e Tom and John Collins.
Ma i primi cocktail sono anche dei tonici, dei digestivi e vengono considerati alla stregua dei medicinali, proprio come fu in principio il Mint Julep americano. Non dimentichiamoci che i monaci nel medioevo usarono gli alambicchi per creare elisir curativi, per combattere malattie e reumatismi, tanto che l’origine del gin risale ai monaci della costa amalfitana, i quali inventarono un olio terapeutico al ginepro con spiccate proprietà antinfiammatorie.
Anche il Mojito ha una storia antica che risale al periodo dei pirati, tanto che era uno dei cocktail preferiti del mitico Sir Francis Drake.
Lo stesso discorso vale per il Planter’s Punch, la bevanda al rum dei coltivatori di canna da zucchero.
Con gli anni i cocktail si affinano, nascono i bitter, gli amari e liquori sempre nuovi.
Sicuramente una mecca dei cocktail fu New Orleans sul finire del 1800, dove nacquero grandi cocktail come Sazerac e Ramos Gin Fizz. Pensate che Antoine Amédée Peychaud, l’inventore del celeberrimo bitter, aveva la propria bottega di speziale a pochi passi dal locale di Sewell T. Taylor, inventore del Sazerac.
Si favoleggia che la madre di Churchill abbia inventato un pilastro della miscelazione come il Manhattan durante una cena di gala per un politico dei tempi.
Il Martinez, padre del Dry Martini, è nato durante la corsa all’oro americano sull’onda dell’arrivo dei primi vermut.
Il Proibizionismo fu il propulsore della mixology?
Poi venne l’era del gin, soprattutto durante il Proibizionismo americano, visto che era molto più facile da distillare, da cui nacquero capolavori come Martini Cocktail ed Angel Face.
E fu proprio durante il Proibizionismo, che per camuffare la scarsa qualità dei distillati e per mancanza di ingredienti, si iniziò a miscelare freneticamente, certo forse un po’ alla rinfusa, ma da quel momento i cocktail non furono gli stessi.
Tutto il 1900 è un fiorire di cocktail e invenzioni, basta una mostra su Bellini ed ecco che all’Harry Bar di Venezia nasce il Bellini cocktail: un drink favoloso fatto solo di nettare di pesca e spumante.
Il gusto si raffina e i cocktail diventano più asciutti e secchi, meno baroccheggianti: si punta di più sulla qualità delle materie prime, grazie ai progressi da giganti che hanno fatto i distillati. Basta pensare al gin: una volta alcolico cheap per eccellenza, che oggi sta vivendo una rinascita, dovuta anche a piccoli distillatori che producono partite a partire da 1000 litri.
I libri sui cocktail da non perdere
La letteratura ci viene in soccorso, per cui se volete farvi una cultura sui cocktail e sui nomi da conoscere, ci sono alcuni testi sacri su cui studiare ricette ed aneddoti. Non sono facili da reperire, ma su Amazon li trovate.
Primo tra tutti il capolavoro di Jerry Thomas: How to Mix Drinks, or The Bon-Vivant’s Companion, A Manual for the Manufacture of Coridals, Liquors, Fancy Syrups e poi il Savoy Cocktail Book di Harry Craddock, leggete questi due testi sacri e avrete una conoscenza più che buona della materia, il resto viene con l’esperienza.
Cosa state aspettando? Iniziate a miscelare!