Bathtub gin: recensione e scheda tecnica
Il Bathtub gin molto semplicemente è uno dei migliori gin mai prodotti, se si considera la fascia di prezzo sotto i 40 euro. Ma è un distillato che non ha paura di scontrarsi anche con i grossi calibri che da anni dominano il mercato, tipo Hendrick’s gin e Monkey 47, grazie ad una finezza incredibile.
Vi starete chiedendo chissà quali esoterici e ricercati botanicals hanno usato per fare il Bathtub gin… E invece non ci sono trucchi, i botanicals sono classici: ginepro, cardamomo, buccia di arancia, chiodi di garofano e ovviamente coriandolo. Pochi ma buoni, ma ci sono due particolarità che rendono sontuoso e avvolgente questo gin come pochi altri.
Prima di tutto lo spessore e la qualità dell’alcol, un distillato di grano prodotto con alambicco discontinuo, il classico copper-pot still, che distilla goccia dopo goccia. E poi c’è il metodo di produzione, vecchio stile, cioè il Bathtub gin è fatto con infusione a freddo, quindi prima di crea la base alcolica da un mosto fermentato di grano e poi si lasciano in infusione i botanicals. Questo metodo ormai si usa raramente, perché è più artigianale e meno efficiente, tanto che i lotti di produzione del Bathtub gin si aggirano al massimo attorno alle 80 bottiglie alla volta.
Se volete chiamarlo gin artigianale fatelo, con questa bottiglia si può.
Caratteristiche organolettiche del Bathtub gin
Il naso è raggiante, penetrante dominato da ginepro che apre in tutto il suo splendore resinoso e poi ecco arrivare in punta di piedi le note speziate e terrose, la liquirizia, le radici, la terra, l’anice. La buccia di arancia è la cornice raffinata che racchiude il tutto e dà equilibrio, disegnata con precisione certosina. La persistenza e l’intensità sono fuori dal comune, ti sollevano, balsamico come bouquet. Senza intoppi, incessante, concreto, ma sottile nel fraseggio.
Al palato è ruggente, il ginepro esplode come una supernova e poi si espande senza fine, decolla sospinto da calore pepato che ti taglia la lingua trasversalmente. Molto spesso i gin hanno uno sviluppo verticale e poi affievoliscono, questo parte da un piccolo nucleo di resina e scoppia come un Big Bang. La struttura è notevole, si è come sommersi dalle ondate di sapori resinosi e terrosi, ma non è mai monotono o prepotente e non sconfina nel Plymouth, anche se ammicca molto al genere. Tutto è ben integrato: il sapore dell’alcol è gustoso, si morde, fa da scheletro. Ha ritmo, il calore alcolico dà propulsione, ma poi arrivano sapori freschi di agrumi e zenzero a lenire e portare toni più leggeri.
Per certi versi ricorda il Death’s Door gin, tanta polpa, tanta ciccia da addentare e sfumature nette, scavate in una struttura aromatica imponente.
Nel complesso è un gin splendido, ma soprattutto si sente la stoffa, la cura monacale per il dettaglio, la ricerca estetica che vuole rendere unico questo gin, pur usando botanicals molto classici.
E qui sta la grandezza di questo distillato, il taglio sartoriale con cui è stato sapientemente confezionato, senza lasciare alcun dettaglio al caso.
Cosa significa Bathtub gin
Fin da quando il gin è stato distillato la prima volta, distillerie legali e improvvisate sono sorte come funghi, tanto che a Londra nel 1751 venne imposta una tassa sul gin per dissuadere distillatori abusivi e garantire un minimo di sicurezza ai distillati. Il termine Bathtub gin indica la produzione casalinga, non regolamentata e altamente tossica che regnava negli Stati Uniti ai tempi del Proibizionismo. La leggenda vuole che fosse pratica comune fare il gin in casa nelle vasche da bagno in metallo dei tempi, e infatti bathtub, significa vasca da bagno, ma in realtà non sono altro che miti metropolitani.
Bello tutto il packaging di questo gin (carta marrone ruvida, tappo in ceralacca e spago), studiato per ricordare i prodotti preziosi e misteriosi di un antico speziale.
Grado alcolico del Bathtub gin
43,3 gradi.
Prezzo del Bathtub gin
37-40 euro: non riuscireste a spendere meglio 40 euro neanche in altre 40 vite.
Cocktail da fare con il Bathtub gin
Tutti, potete metterlo anche nel cappuccino dopo pranzo per fare un white russiano lisergico. In ogni caso è ottimo con vermut e bitter per il Negroni, grazie ai sapori terrosi. Ha il piglio giusto per reggere nel Dry Martini senza problemi ed è strepitoso con cocktail fruttati e delicati come Gin Gin Mule, Gin Lemon, Gin Fizz, Tom Collins, Singapore Sling, Ramos Gin Fizz, Gin Tonic, Gimlet, Bramble, Paradise, Bronx.