Nero d’Avola: vino, vitigno, storia e caratteristiche organolettiche
Il Nero d’Avola è il re dei vitigni a bacca rossa della Sicilia grazie alle sue doti di eleganza, sontuosità e carattere. È un rosso massiccio, ma vellutato, dotato di profondità, frutto caldo, ma non esplosivo e splendidi profumi di macchia mediterranea, terra ed eucalipto.
Stilare un profilo organolettico del Nero d’Avola non è così semplice: tutta la Sicilia è ricoperta di Nero d’Avola, le condizioni climatiche cambiano radicalmente e anche gli stili sono diversi. Potete trovare dei vini fruttati e semplici da bere entro un paio d’anni e altri invece ricchissimi di estratto, che maturano per anni in legno per invecchiare con eleganza.
Sta di fatto che i tratti salienti sono i profumi-sapori balsamici mediterranei, eucalipto, una certa austerità di fondo, il frutto può essere maturo, ma non è mai una bomba fruttata in stile Bolgheri–Super Tuscan. Il Nero d’Avola è un vino sontuoso, equilibrato, ma estremamente asciutto, un vino che ha sete, si percepiscono i sapori della Sicilia più torrida, il sole che batte implacabile con la brezza del mare che ulula in lontananza. Non è un vino arido, ma non aspettatevi tanta morbidezza.
Zone di produzione del Nero d’Avola
Lo troviamo in tutta la Sicilia, a parte l’Etna, esclusivo dominio del Nerello Mascalese, anche se la patria elettiva è ovviamente la zona di Avola, nel Ragusano, dove in coppia con il Frappato dà origine al Cerasuolo di Vittoria, uno dei vini più interessanti dell’isola.
Storia del Nero d’Avola
Fino a pochi anni fa era chiamato Calabrese, ma non perché provenisse dalla Calabria, ma solo perché in dialetto siciliano significa di Avola, vedi le parole calea-aulisi, uva di Avola,. Le prime fonti scritte che parlano di Calabrese risalgono alla fine del 1500, tuttavia è solo dai primi del 1900 che è diventato Nero d’Avola. Per secoli è stato esportato come uva da taglio per dare forza e colore a vini piemontesi, toscani e francesi, ma oggi grazie al cielo è sempre più radicata la pratica di produrlo in purezza per esaltare le sue doti di eleganza.
Sicuramente siamo ancora agli inizi, splendidi inizi che puntano dritti verso una produzione più consapevole e mirata, dove più di un terroir verranno messi alla prova per vedere quale stile e ed intensità riuscirà raggiungere questo nobile vino rosso. Inutile dire che il Nero d’Avola è il re della Sicilia, quello che può traghettare la regione fuori da una produzione un po’ anonima al momento, ma che ha un potenziale esplosivo pari a quello dell’Aglianico, del Sangiovese e del Nebbiolo. E allora beviamone di Nero d’Avola e giriamo per le cantine siciliane, che tanto hanno da offrire, non solo panorami e calore, ma anche grandi vini.
Caratteristiche organolettiche del Nero d’Avola
Il bouquet è avvolgente, ma austero con frutta rossa come prugne, ciliegie sotto spirito e frutti di bosco. Non mancano fiori appassiti, spezie dolci, note terrose molto fini che ricordano liquirizia e rabarbaro e poi il richiamo del mare con iodio, muschio e i tipici profumi di pino ed eucalipto. Il tutto è declinato con decisione, ma non è mai un bouquet paffuto o ridondante, anzi è diretto e molto pulito.
Il sapore è caldo, con acidità ben modulata, struttura potente, ma con tannini fini, non è mai sgarbato e si sente una certo calore asciutto e rovente in sottofondo, nascosto sotto i sapori balsamici e di bosco. Equilibrio, intensità e profondità sono ottimi, non è un vino esile, ma non aspettatevi muscoli e marmellata, ma finezza e armonia.
Abbinamenti consigliati per il Nero d’Avola
Se è giovane, fruttato e d’annata le sue spiccate doti di leggerezza e aromaticità lo rendono perfetti anche con preparazioni a base di pesce, come pesce spada alla messinese. Se invece stappate una bottiglia invecchiata e strutturata abbinatela a vitello tonnato, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.