Muscadet: vino, vitigno, caratteristiche organolettiche
Il Muscadet è uno dei vini bianchi più rappresentativi e tipici della Valle della Loira, ma soprattutto è un vino in cui il legame con il mare è tangibile, anzi percepibile dalla lingua non appena lo assaggiate. Il Muscadet è un vino atlantico come i vini baschi, è sapido, tagliente, marino con sapori e profumi di scoglie e alghe.
Il sale ti riempie la bocca con una carica agrumata pazzesca, ma nel complesso è un vino dalla struttura mai esagerata. Non ha la sontuosità e la profondità dello Chenin Blanc che troviamo poco più a est nell’Anjou e a Vouvray e non ha la carica sferzante del Sauvignon Blanc di Sancerre. In realtà è povero come lo sono i terreni su cui cresce. Non ha acidità e per questo è vendemmiato molto presto, ha pochi polifenoli, poco zucchero, ma grazie ad un accorgimento degli astuti vignaioli bretoni riesce a compensare questa “penuria”.
Prima di immergerci in questo splendido vino, dobbiamo però precisare che il Muscadet è il nome del vino, ma non del vitigno, che in realtà è il Melon de Bourgogne, un parente alla lontana dello Chardonnay. Un vitigno non particolarmente aromatico, da sempre coltivato nella zona di Nantes, ma che grazie alla lunga permanenza sui lieviti (sur lie) riesce a trovare volume gustativo e spessore. Non struttura, sicuramente, anche a livello alcolico non siamo a livelli esagerati. Ma gli strati di sapore, mineralità e frutto croccante sono incredibili. Soprattutto è il frutto che trova rotondità e tridimensionalità grazie al contatto con i sedimenti di lieviti morti, non è poetico, ma questo sono, è la loro eredità.
Bisogna però dire che il successo è stato in parte deleterio: se è vero che ci sono cantine incredibili che sperimentano con lunghi affinamenti sur lie lavorando con vari legni, ci sono anche scandalose bottiglie di taglio industriale che ricordano una scialba limonata. La varietà è altalenante e discontinua, per cui non è così facile orientarsi in questa zona.
Zona di produzione del Muscadet
Pochi sono i vini che hanno un legame così intimo e profondo con il proprio terroir. Fare il Muscadet è una questione personale, certo i terreni sono misti e variano dalla roccia vulcanica chiamata gabbo, alla sabbia e rocce della Muscadet Cotes de Grandlieu passando per lo scisto del Muscadet Coteaux de la Loire, tuttavia sono il mare, i venti dell’Oceano a plasmare il vino.
Non troverete mille sapori nel Muscadet, non ci sono voli pindarici in stile Gewurztraminer o profumi preziosi come nel Riesling, ma ha tanto da dare, è un vino simbolo di una terra fatta di mare, nuvole e terra, dove i vignaioli lottano contro il vento, dove le nuvole riflettono la luce perennemente rendendola ovattata e quasi setosa. È come se ci fosse una perenne coltre chiara e lattescente che pervade l’aria e la luce diventa liquida, sospinta dalle brezze gelide del vento. Qui le vigne maturano a fatica, il calore non è molto, le condizioni non sono facili, ma questa difficoltà si traduce e condensa in complessità e varietà.
Il Muscadet è il vino della Bretagna, prima che della Loira. Infatti è prodotto nelle tre denominazioni classiche Muscadet Sèvre et Maine, Muscadet Côtes de Grandlieu e Muscadet Coteaux de la Loire. Come detto scegliere non è facile, ma le zone più vocate sono state individuate nei dieci cru conclamati di Clisson, Gorges, Le Pallet, Goulaine, Château-Thébaud, Mouzillon-Tillières, Monnières-Saint Fiacre, La Haye Fouassière, Vallet, Champtoceaux. In tutto sono meno di 200 ettari, ma tra basse rese, manico dei vignaioli e condizioni eccezionali, vale sicuramente la pena di pagare il prezzo maggiore.
Come viene prodotto il Muscadet
La vendemmia delle uve avviene abbastanza presto, ai primi di settembre. I grappoli vengono pigiati e poi il mosto fermenta, ma la particolarità è che poi non viene travasato e rimane a contatto sulle fecce fine, i lieviti che muoiono durante la fermentazione. Ed è proprio questa la particolarità interessante di questo vino, che in maniera un po’ semplicistica viene affiancato allo Champagne. Entrambi riposano sulle fecce fini, è vero, ma le similitudini finiscono lì. Alcuni producono vini affinandoli in legno, altri in cemento o anfora, gli stili variano, ma anche il grado di maturazione dell’uve è fondamentale per dare spessore al vino.
Alcuni grandi Muscadet riposano anche per quattro o cinque anni sui lieviti (10 anni il Muscadet Côtes de Grandlieu Origine del Domaine du Haut Bourg) e in questo modo sviluppano una complessità favolosa e così riescono ad affinare tranquillamente per venti e passa anni in bottiglia. Visto che il vino non viene travasato, a volte rimane un piccolo residuo di anidride carbonica che si è formata durante la fermentazione e che rende il vino leggermente mosso.
Caratteristiche organolettiche del vino Muscadet
Il bouquet è affilato, pieno di agrumi, richiami più complessi, note di cereali, quasi affumicate e poi c’è questo frutto goloso, polpa intarsiata di sale, alghe, erbe e fieno, iodio, mandorle e fiori. nel complesso non è una bomba, ma è suggestivo e intrigante.
Al palato è una spremuta di rocce e vento, sorso dopo sorso è una marea di sale e cedro. Sul palato si succedono queste sensazioni minerali, acide e polpose senza tregua è un vino dal sorso terso, dal fascino acuminato e l’andamento incessante, ma non rinuncia al dettaglio, alla profondità gustativa che assume mille volti, senza mai diventare troppo caricaturale. In pratica è un gioco di equilibri tra elementi contrastanti che il mare ha però unito con un ordito di sale.
Quali piatti abbinare al Muscadet?
Frutti di mare, sushi, ceviche, ramen, tutti i piatti di pesce con alghe e funghi, pesci al cartoccio, basta che ci sia il mare: fish and chips, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, ravioli di erbette alla parmigiana, spaghetti alla carbonara, pad thai.