Vermouth Gualco: uno splendido vino piemontese
Il Vermouth Gualco è uno dei più immaginifici e penetranti che abbiamo assaggiato ultimamente. Non è il solito vermouth cosmetico pieno di profumi futuristi, spezie, legni e richiami da eau de parfum, no, tutto il contrario.
È un vino fortificato di grande spessore e forza aromatica, tutto giocato sulle erbe, sui toni medicinali e la carica balsamica dell’assenzio, per gli amici Artemisia Absinthium.
Non a caso sull’etichetta trovate la scritta “Vinum Absinthiatum” in onore dei vini che i Greci e i Romani amavano aromatizzare con spezie, erbe e appunto l’assenzio.
Ci sono anche le spezie e le radici, il rabarbaro e la china, ma una carica così arrembante e pungente non l’avevamo ancora provata.
Certo non piacerà a tutti, soprattutto in questo periodo di voli pindarici e grandezza di naso, ma magrezza di bocca. Il sorso è molto pieno, vellutato, gustoso, tannico e fruttato e non va certo per il sottile.
Sì, è amaricante e variegato, tuttavia, i sapori sono esplosivi e non giocati sulla finezza, per cui siete avvisati, non è un vermouth azzimato con i guanti bianchi, ma un puglie da strada.
Come viene fatto
In classico stile Glauco, tutto è fatto in maniera precisa, metodica, ma artigianale. Se non conoscete questa distilleria storica fondata più di 150 anni fa, ponete subito rimedio a questa lacuna e andate a fare una visita, è una realtà incredibile, non solo per la bellezza del posto, ma anche per la bontà dei distillati.
E come i distillati, anche questo vermouth è fatto senza tanti fronzoli, ma tanta sostanza. Il vino matura in acciaio e damigiane di vetro, dopo l’aggiunta di zucchero, alcol buongusto, spezie, radici, assenzio e agrumi. Non facendo legno è molto puro e pulito e il vino non è super ossidato o barricato, per niente.
Fare vermouth così alla vecchia maniera è molto più difficile, un affare di famiglia, ma il risultato è splendido. Ed è soprattutto un vino vero e proprio, vivo e cangiante e non un vermouth industriale. Certo, il costo della lavorazione si riflette sul costo della bottiglia, ma
Caratteristiche organolettiche
Il taglio è sartoriale e artigianale, non è modellato dal legno come il Riserva Martini per dirne uno, quindi non viaggia su un binario stilistico cementato nella noia, ma si apre a mille sapori. Il bouquet è oscuro e carnoso, parte fruttato e selvaggio con note di radici, china e liquirizia, per poi saltellare sulle spezie come cola e cannella, finendo con uno finale di arancia rossa cotta a bassa temperatura in un mare di succo di anguria e pepe.
Ma quello che ti fa innamorare è quel richiamo medicinale verde e nervoso che viene dall’assenzio. Un gioco di piccoli dettagli, infinite sfaccettature che messe insieme formano un affresco unico.
Non sembra neanche un vermouth ad annusarlo, ma un liquore monastico. Menta, eucalipto, canfora, ci sono mille profumi di un antico speziale che intarsiano il quadro aromatico di questo splendido vino e sono perfettamente fusi in una struttura massiccia.
Al palato è altrettanto profondo, vellutato, ma scorrevole, nonostante la corposità.
I toni amaricanti e i tannini sono molto docili, è ancora una volta il vibrare dei sapori verdi a suonare la sinfonia del gusto. La dolcezza è abbastanza marcata, la rotondità buona, ma c’è una buona freschezza a sdrammatizzare il sorso. L’alcol è potente, non pensate ad un vino sottile e magro tutto legno, ma ad uno stallone che scalpita.
Prezzo
24 euro sul sito della distilleria Glauco. Il prezzo non è ovviamente popolare, ma in linea con i prodotto concorrenti di simile qualità e taglio. Il vermouth Antica Torino per dirne uno simile come impostazione, ma non stilisticamente, costa 24-25, quindi ok, il prezzo è giusto.
Quali cocktail fare
Servitelo a 12 gradi con una fettina di arancia e soda, dopo aver strizzato sopra una buccia di arancia. Non è un vermut da lavoro, ma se proprio volete usatelo per cocktail sostanziosi come Negroni, Americano, Bronx, Negroni Sbagliato, Sweet Martini, Cocktail Martinez, Manhattan, Boulevardier, Rob Roy.