Sui Lieviti M&M’S 2018 Orsi Vigneto San Vito
Se ancora non avete assaggiato il Sui Lieviti M&M’S 2018 della cantina Orsi Vigneto San Vito di Crespellano vi siete persi uno splendido vino. Anzi, andiamo oltre e vi diciamo che è uno dei rifermentati in bottiglia più piacevoli e gustosi che abbiamo assaggiato ultimamente.
Profumatissimo, ma senza cadere negli stereotipi o nelle forzature della categoria, fresco al palato, di sostanza, dall’allungo sapido ottimo e con un sottofondo di sapori maturi che ti invitano a bere liberamente, anche grazie al grado alcolico leggerissimo.
È il vino che ti cambia la vita? Forse no, e forse non lo terrete in cantina per 40 anni, ma state sicuri che la personalità e il carisma di questo rifermentato non li dimenticherete tanto facilmente.
La categoria dei rifermentati le cui uve hanno fatto (anche soltanto parzialmente) macerazione sta esplodendo e a ragion veduta. Aggiungere più carnosità e consistenza a questi vini generalmente leggeri e spensierati è un’ottima soluzione per aumentarne la vita e quindi l’evoluzione, ma anche la pienezza.
Come viene prodotto
Il 50% del blend è Pignoletto che fermenta e macera molto brevemente in acciaio, mentre l’altro 50% è composto da Malvasia che fermenta e macera per due mesi e mezzo in qvevri (anfora). E il sapore viene da qui. Questa è la fonte del piacere.
Ovviamente sapete che la cantina è stata una delle prime a dedicarsi ad una coltivazione e produzione di vini in regime biodinamico, nel lontano 2006. Non si usano pesticidi, concimi, diserbanti né lieviti selezionati, ma solo quelli sulle uve. Non si filtra, non si chiarifica e non si impedisce la malolattica.
Caratteristiche organolettiche
E finalmente veniamo al vino. Il bello di questo nettare è la sua continua lotta interna. È tutto un gioco, un fraseggio infinito tra la natura acida e solare del Pignoletto e quella più matura e decadente della Malvasia. Sale, Il risultato è un vino in continuo cambiamento. Dopo due ore, è già cambiato, è più aperto, maturo e il succo fresco e lascia il posto
E tutto questo dualismo si riflette in ogni caratteristica. Il bouquet è un turbine di agrumi sia freschi che canditi, resine, albicocche.
Le erbe aromatiche fanno da sponda a profumi di roccia e sale, non si ferma ma continua ad espandere il volume aromatico con l’apporto di salvia e pesca che viene dalla Malvasia. I lieviti hanno lavorato, incrostando con leggeri profumi di pane.
Al palato si ritrova questa scanzonata complessità. Si assaporano gli strati di sapori che si danno il cambio a tirare il gruppo, anche se alla fine è la freschezza ad andare in fuga.
Le bolle ci sono, ma è un’effervescenza delicata che accarezza e fa da legante.
Non pensate ad un vino difficile, ma scolpito, dinamico che si dipana sorso dopo sorso, senza rinunciare ad una grande naturallza di beva.
Offre tanto, ma lo fa con semplicità e senza cadere nella trappola stilistica in cui molti macerati finiscono imprigionati, diventando dei cliché a loro volta. In questo caso la macerazione amplifica le caratteristiche organolettiche della Malvasia, senza snaturarne la leggiadria.
Per i Colli Bolognesi il futuro è questo: rifermentati e macerati, anche in blend. Ormai il Pignoletto Righi che tanto ama il socio Coop ha fatto il suo tempo e non fa onore alla categoria. Produrre meno, ma meglio e in maniera più sostenibile è un passo fondamentale per ridare credibilità al comparto.
Prezzo
15-17: un prezzo onesto per un vino fatto con cura, in maniera pulita e sostenibile e che valorizza due vitigni storici delle colline bolognesi.
Abbinamenti consigliati
Sushi, tataki di tonno, riso alla cantonese, pad thai, risotto alla marinara, carbonara, pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, paella, ma anche carni bianche e anatra all’arancia.