Pignoletto: vino e caratteristiche organolettiche
Il Pignoletto è il vino simbolo dei Colli Bolognesi, il bianco che è riuscito a dare una definizione di questo territorio per certi versi così affascinate e selvaggio, ma per altri così confuso e frammentato, preda dei vitigni cosiddetti internazionali. Non che i Cabernet Sauvignon vengano male da queste parti, ma un ritorno agli autoctoni è sempre gradito.
Storia del Pignoletto: un clone del Greco?
Il Pignoletto è un vitigno antico, già conosciuto dai Romani: Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia ci svela l’etimologia del nome, che sarebbe Pino Lieto. Ma al tempo stesso lo liquida in poche parole, come vino non abbastanza dolce per essere buono, ricordiamoci però che i Romani mescolavano spezie e miele al vino e adoravano letteralmente i vini zuccherini, cosa che il Pignoletto non è, essendo fresco, sottile e floreale. Un’altra ipotesi vuole che il nome Pignoletto venga da pigna, considerata la forma di pigna del grappolo. Le ultime indagini genetiche dell’università di Bologna hanno dimostrato che Pignoletto e Grechetto di Todi hanno lo stesso DNA, quindi si suppone che il Pignoletto provenga, come lo stesso Grechetto dalla Grecia e sia giunto in Magna Grecia con i primo coloni Greci che colonizzarono l’Italia del sud.
Zone di produzione del Pignoletto
Il Pignoletto è quasi sempre prodotto in purezza, anche perché da disciplinare non può avere meno del 85% di uve Pignoletto. Le zone dove viene coltivato sono quelle dei Colli Bolognesi e il comune modenese di Savignano sul Panaro.
Altre zone di produzione interessanti e affermate da tempo sono i colli di Imola e i Colli di Rimini, dove il Pignoletto prende il nome di Rebola. L’influsso del mare aiuta molto, conferendo sapidità e profumi iodati ad un vitigno già di per sé molto aromatico. Da provare le splendide bottiglie di Rebola in versione passito, a dir poco strepitose e assenti nel Bolognese.
Caratteristiche organolettiche del Pignoletto
Il Pignoletto dà origine a vini piacevoli, vivaci e leggeri, dal colore paglierino con screziature verdognole e spesso si trova anche in versione frizzante o spumante. È il classico vino conviviale, perfetto per accompagnare il pesce o un tagliere di salumi e crescentine. Non aspettatevi vini complessi o profondi, ma piuttosto vini sottili, molto freschi e beverini.
Al naso offre una raffinata sinfonia di pesca bianca, pompelmo, zenzero, pepe bianco, mughetto, gelsomino, glicine, camomilla, cedro, fieno ed erba, ananas, basilico.
Al palato è sottile, percorso da una vena affilata e fresca. Sapido con tocchi di gesso. Finale di mandorle e agrumi.
Temperatura di servizio del Pignoletto
Servite il vino ad una temperatura di 8-10 gradi, in calici aperti, dove possa sviluppare tutta la sua carica aromatica. Per i vini più complessi e strutturati potete portate la temperatura a 10-12 gradi.
Quali piatti abbinare al vino Pignoletto?
Crescentine e salumi, finger food, ottimo come vino da aperitivo estivo, ma da provare anche con fish and chips, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, ravioli di erbette alla parmigiana, risotto al tartufo, spaghetti alla carbonara, pad thai.