Derthona Borgogno 2019: un grande Timorasso da comprare e mettere in cantina per 10 anni
Quando si parla di vini bianchi corposi e pregiati, il Derthona Borgogno entra in gioco di prepotenza: è da sempre un vino ambizioso, denso al limite dello sciropposo, alcolico, strutturato e stacolmo di sapori, profumi e burro.
Non è un vino bianco affilato, tutto sale, limone e rocce, ma al contrario è una corazzata, un’interpretazione (forse un po’ forzata del Timorasso) che parte dalle doti di eleganza di questo grande vitigno del Piemonte del sud.
Se siete abituati ai vini di Walter Massa, questa bottiglia rappresenta l’altra faccia della luna.
Perde in spigliatezza e naturalezza di sorso, ma acquista grande profondità, rotondità burrosa e un nuovo orizzonte aromatico.
L’annata che abbiamo aperto era la 2019, sicuramente troppo giovane: estratto, massa e alcol sono ancora troppo invadenti e coprono i profumi più delicati di fiori e rocce, tuttavia è un vino indiscutibilmente affascinante.
Volgarmente detto è un vino che ha ciccia, una concentrazione pazzesca, deve solo aspettare e sviluppare tutto questo potenziale in eleganza. Polpa e struttura ci sono e sono in grado di sopportare questo trattamento d’urto.
Il vino è stato lavorato bene e tra 8-10 anni sarà spettacolare. Il fatto che adesso non abbia equilibrio e non sia in grado di esprimersi al meglio è solo il difetto di gioventù di un vino molto ambizioso che guarda al futuro e non al presente.
Come viene prodotto
Le vigne sono a Monleale e affondano le radici in terreni ricchi di calcare. Esposizione sud-ovest e sud-est a 250 metri di altezza. Dopo la vendemmia a fine settembre, le uve macerano a freddo in acciaio per 3 giorni. Ed è questa macerazione che arricchisce enormentente il mosto e lo riempie di polpa. Altra fase fondamentale è la fermentazione, che è spontanea e dura per 25 giorni. Per finire il vino affina in acciaio per 10 mesi e 7 in bottiglia.
Caratteristiche organolettiche
Il bouquet è un piccolo vaso di Pandora da cui sgorgano profumi opulenti di mango e melone al forno, cedro e salvia affogate nella vaniglia, il tutto condito da una colata di miele e nocciole.
I profumi minerali e di idrocarburi sono potenti e screziati, donano finezza e profondità, si mescolano a sentori di cereali e pane. I lieviti sollecitati da una così lunga e fredda fermentazione hanno sviluppato una carica erbacea sottile e gustosa.
Burro ancora che si intreccia ad erbe aromatiche e spezie dolci.
Si potrebbe andare avanti per giorni a sparare profumi, questo vino è la gioia dei feticisti sommelier in erba, anche se bisogna ammettere che ha un fascino strepitoso.
Ha tutto la malia del Riesling, ma potenziato, pronto per andare a flexare sotto i riflettori del campionato Mr. Olimpia. E nonostante tutto il tono è intrigante, non sottile, ma penetrante e tutto è sdrammatizzato dalla roccia, dal gesso e dalle erbe aromatiche.
Al palato è caldo, morbido e avvolgente. La struttura è ampia, il calore è palpabile con i suoi 14 gradi abbondanti, anche se la piacevolezza è dominante e non risulta di certo un vino bolso.
Ritorna il discorso dell’equilibrio, vera e propria ossessione isterica del mercato nei nostri giorni.
In questa epoca di vini pronti e beverini, tutto succo e beva compulsiva, questo è un macigno.
Il ritmo è discreto, ma tutte queste sensazioni non sono ancora ben legate al sale e all’acidità e risultanto frammentate.
Come detto sarà un vino splendido tra dieci anni: come tutti i vini di razza che puntano sulla concentrazione.
Prezzo
25-27: un prezzo accettabile per un ottimo vino bianco.
Abbinamenti
Piatti consigliati: pollo al curry, fish and chips, vitello tonnato, tortelli di zucca, spaghetti alla carbonara, pad thai, paella.