Albareda Sforzato di Valtellina DOCG Mamete Prevostini 2013: la recensione
Sapete quando un vino è davvero grande?
Quando è ambizioso e sfida gli anni. Quando punta alla perfezione, quando ha carattere, profondità, ma anche una naturalezza di beva che spinge a bere un bicchiere dopo l’altro. E questo Albareda Sforzato di Valtellina Mamete Prevostini 2013 è il vino migliore che abbiamo assaggiato quest’anno.
Questo Nebbiolo di montagna è fine, sottile, caldo, ma glaciale, fresco, minerale come il cuore di una montagna, i tannini pervadono tutto il vino, sono il nerbo gustativo, tuttavia la loro finezza è ipnotica e splendidamente fusa nella sapidità del vino.
È difficile descrivere la piacevolezza complessa e poliedrica di questo vino, anzi è un ossimoro. È una complessità che si compone di mille profumi, ma che insieme si fondono alla perfezione, il raro caso in cui la somma delle parti è maggiore del tutto. E questo con molta semplicità è dovuto ad una lavorazione certosina che inizia con una qualità spaventosa in alta quota, 600 metri. Raccolta a mano in cassette, poi i grappoli vengono fatti appassire fino a gennaio e quindi vengono spremuti, poi 15 giorni di macerazione sulle bucce, due anni di botte e 10 mesi in bottiglia.
Il risultato è un vino, un Nebbiolo, anzi uno Sforzato di Valtellina, perché l’appassimento gioca un ruolo fondamentale, di complessità strabiliante, tutto giocato su contrasti che lavorano in armonia e si compenetrano e rincorrono. Un gioco di luci e ombre senza tregua. Il frutto è maturo, ma al contempo etereo e affilato. La sapidità è pazzesca, la freschezza dona ritmo e vitalità, ma non è mai sopra le righe. I tannini strutturano un vino descrivendo un arco aromatico splendido, sono decisi, ma senza mai un grinza.
L’equilibrio è già ipnotico, ogni parte è bilanciata. Soprattutto il rapporto tra la maturità del frutto dovuto all’appassimento e la sapidità è esemplare. Ma non pensate neanche per un momento ad un vino sontuoso e baroccheggiante come l’Amarone, questo è un super nova di sapori concentrati e avvolti in una mineralità sconvolgente.
Forse siamo troppo entusiasti, stiamo esaurendo i complimenti e gli aggettivi qualificativi per descriverlo, ma non crediate che abbiamo smarrito la nostra obiettività. Anzi, lo abbiamo assaggiato per ben 5 giorni e ogni giorno il frutto si apriva sempre di più, si addolciva, diventava balsamico, le erbe erano più avvolgenti, i fiori appassivano col tempo.
E veniamo anche all’unico possibile neo: l’affinamento in rovere. Non pensiate che ci siano dei ridicoli profumi di vaniglia e spezie da barrique. Neanche la minima traccia. Certo la botte ha aiutato ad arrotondare il frutto, è ampio ma mai marmellatoso o surmaturo. Rimane affilato, certo non è austero come un Barolo o un Valtellina. No, questo Sforzato va oltre e riesce a fondere entrambe le anime del Nebbiolo e aggiunge un tocco di rotondità. Poca, ma quel tanto che basta per renderlo irresistibile.
Colore
Rosso granato, trasparente come acqua di sorgente.
Il bouquet
Naso caldo, fine, avvolgente con frutti di bosco, liquirizia, anice, erbe alpine, tracce di cuoio, ma è la prima volta che ci piace il cuoio in un vino e ha senso, prugne sotto spirito, menta, cacao, leggero goudron e rabarbaro. Persistenza da urlo, viene quasi da piangere mentre si annusa per la naturalezza con cui sciorina un profumo dopo l’altro. Ma non pensate che sia arrembante o convulso, è sempre tutto mediato dalla mineralità, da veri e propri profumi di roccia e grafite. In una parola: favoloso.
Il sapore
In bocca è dotato di grande sapidità, la freschezza lo spinge sul palato, ma si muove con morbidezza, il frutto accarezza con una rotondità eccellente. I tannini mantengono il sorso dritto e scattante, la sapidità aggiunge tocchi di roccia che spezzano il calore. Non sembra ma è un vino da 15 gradi, non si sentono, o almeno non sul momento. Finale di fiori, sottobosco e menta.
Sintetizzando è un vino che ci ha stupito per lo spessore, la tipicità, la capacità di saper tradurre un terroir difficile come quello della Valtellina, che sa rendere unici i propri vini. Adesso è meraviglioso, ma la sua maturità eterea è appena iniziata, i profumi terziari emergono, ma sono ancora in nuce e le tracce più terrose, di tartufo e catrame stanno appena scalfendo la superficie.
Se volete assaggiare il dark side del Nebbiolo, bevete l’Albareda Sforzato di Valtellina Mamete Prevostini 2013, fatevi un favore, assaggiate una opera d’arte.
Prezzo
55-60 euro, non costa poco certo, ma è una bottiglia di grandissimo pregio, dietro cui si nasconde una lavorazione lunga e certosina.
Abbinamenti consigliati
Tannini, alcol, sapidità, ottima acidità, ha tutte le caratteristiche per grandi abbinamenti con tutta la carne, il tartufo, i piatti a base di funghi, il risotto alla milanese. Piatti consigliati: vitello tonnato, pollo al curry,pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington, paella.