Ortrugo: vitigno, caratteristiche organolettiche e storia del vino frizzante dei colli piacentini
L’Ortrugo è il vitigno autoctono a bacca bianca più interessante e tipico dei colli di Piacenza, un vino incredibilmente fresco, piacevole, leggiadro e dotati di profumi deliziosi. Si trova in versione spumante, frizzante e fermo, ma va detto che il vino classico è quello frizzante, delicato nei profumi e solleticante senza mai diventare troppo complesso, il vino conviviale per eccellenza, quello che bevi appena ti siedi.
Non è un vino che vi farà perdere il sonno o scalare montagne per raggiungere cantine impervie annidate su un vulcano caraibico, tuttavia è raro che un Ortrugo deluda. La qualità media è abbastanza buona, la freschezza è sempre pulsante e soprattutto è un vino che in un certo modo rappresenta, assieme alla Malvasia, le cantine piacentine. È il biglietto da visita, il vino, spesso frizzante, entry level che detta il ritmo di tutta la gamma. Se fai bene l’Ortrugo non puoi sbagliare il resto e ti presenti bene con un buon vino per aprire le danze; se lo fai male non vale la pena di approfondire oltre il rapporto.
Storia del vitigno Ortrugo
La leggenda vuole che questo vitigno sia presente nelle colline piacentine da tempo immemore, addirittura prima dei Romani, ma di tracce in documenti non ce ne sono. La prima citazione dell’Ortrugo risale al 1881 e la troviamo nel grande mappamondo di vitigni che fu il “Bollettino ampelografico”, ma con il nome di Altrugo. Il nome è tutto un programma e in dialetto significa l’altra uva, perché era sempre stato usato come uva da taglio per conferire profumi e freschezza. Un destino da gregario che lo avrebbe condannato all’estinzione se la cantina Mossi non l’avesse rilanciato vinificato in purezza, quando ne scoprirono il potenziale. Da allora, anni 70-80, il vitigno è sempre cresciuto, vendemmia dopo vendemmia, proponendosi come bianco frizzante fragrante e titillante.
Caratteristiche organolettiche del vino Ortrugo
Il bouquet è tagliente, sottile, aromatico con una cornucopia epifanica di agrumi, erbe aromatiche e frutta verde. Non è un tornado di profumi, ma ha il grande pregio di possedere un’aromaticità precisa, misurata, tagliente, ma mai invadente. Fiori e leggeri rimandi minerali di nel finale.
Al palato è di struttura medio-leggera, non è un vino che morde, ma ha una splendida e solare acidità che assume sapori di limone e selce. Non è troppo complesso o cerebrale, ma scorre senza intoppi, succoso e snello.
Classificazione del vino Ortrugo
Grazie alla sua grande acidità, la versione più diffusa e apprezzata è la frizzante, ma troviamo anche spumanti più ambiziosi e strutturato oppure versioni ferme. In questo caso il vino ha ritmo e strati di sale e limone che si alternano in veloce sequenza. Solitamente non fa legno, sicuramente mai barrique.
Abbinamenti consigliati per il vino Ortrugo
Di carattere ne ha, quindi abbinatelo senza indugio a pesce alla griglia, pasta al pesto, sushi, fish and chips, vitello tonnato, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, ravioli di erbette alla parmigiana, risotto al tartufo, spaghetti alla carbonara. Pad thai e altri piatti di pesce della cucina Thai sono perfetti per le assonanze che si creano tra agrumi e lemongrass.