Inzolia o Ansonica? Vino, vitigno e caratteristiche
Oggi parleremo di un vitigno a bacca bianca fondamentale dell’enologia italiana: l’Inzolia siciliana, portata dai Normanni in Sicilia, ma che con i secoli si è diffusa in tutta l’Italia centrale, soprattutto in Toscana (Elba), dove è conosciuto come Ansonica.
Caratteristiche del vitigno Inzolia
Visto che anche in Toscana è famosissimo lo chiameremo Inzolia-Ansonica, perché si tratta dello stesso identico vino-vitigno, sono la stessa identica cosa, solo che le differenze climatiche e di terroir sono notevoli. L’Inzolia siciliana è salata come il mare, affilata e tende ad essere più polposa e acida rispetto all’Ansonica toscana, che risulta più delicata, appena più rotonda, ma sempre affusolata e con una buona trama acido-sapida.
Il bouquet del vitigno Inzolia-Ansonica
Il naso è classico, non ci sono acuti, è giocato su delicati sentori di agrumi, fiori come ginestra e mimosa, pesca e albicocca, mela e poi i tratti più caratteristici sono note balsamiche di timo, fieno, miele e il classico pepe bianco. Altra caratteristica organolettica sono i profumi minerali: rocce, selce, pietra focaia, ma non c’è bisogno di fare i feticisti dei profumi. La varietà è buona, è abbastanza espressivo, ma non è di certo un vitigno aromatico.
Il sapore del vitigno Inzolia-Ansonica
Al palato è un vino che potremmo definire con caratteristiche mediamente buone: buona acidità, buona piacevolezza, buona sapidità, buona bevibilità. Insomma, non ci sono acuti o virtù incredibili, ma la qualità media è eccellente. Il tono, anzi il sapore predominante è verde: non è mai un vino caldo o avvolgente, ma tende più al pungente, alla mineralità, alle sensazioni balsamiche. I sapori sono quelli del lime, dell’erba, delle erbe aromatiche, delle rocce, niente burro e crema pasticcera in stile Chardonnay per intenderci, a meno che non sia stato affinato pesantemente in barrique. Vero è anche che, in Sicilia soprattutto, il movimento di rinascita dell’Inzolia è in piena ascesa, tuttavia stiamo solo assaggiando la punta dell’iceberg di questo Rinascimento. Spesso si tende a descrivere l’Inzolia come un vino molto acido, ma in realtà è perché viene vendemmiato presto, anche durante la prime settimane di settembre, visto che è ricchissimo di zucchero e l’acidità tende a scemare in fretta. Questo è un problema comunque comune a tutti i vini bianchi siciliani, non solo dell’Inzolia.
Storia del vitigno Inzolia-Ansonica: l’origine
E visto che stiamo parlando di rinascita di questo splendido vino ci colleghiamo alla sua storia, purtroppo tormentata. L’origine del vitigno Inzolia è oscura, non ci sono documenti molto attendibili sulla sua nascita. Si narra che sia giunto in Sicilia con l’arrivo dei Fenici, ma altri pensano che sia arrivato con i primi coloni greci, e la parentela con i vitigni greci Rhoditis e Sideritis sembra confermare questa ipotesi.
Sta di fatto che il primo a parlarne ancora un volta è il saggio Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, chiamandolo Irziola. Un’altra ipotesi non confermata vuole che il vitigno sia giunto in Sicilia con l’invasione normanna e da allora ha attecchito e prosperato in ogni angolo di Sicilia.
Ad un certo punto, nel 1800 circa, è diventato così fondamentale che è entrato nell’uvaggio del Marsala, anche se oggi i protagonisti del vino Marsala sono Catarratto e Grillo. Fin dalla sua nascita è sempre stato pompato a dismisura, prodotto con rese intensive, tanto che fino alla metà del 1900 era il classico vino da taglio che veniva esportato in grandi quantità per arricchire gli anemici vini del nord o per produrre vermut, grazie ad alta gradazione e tanta polpa.
Oggi fortunatamente i vignaioli siciliani si sono resi conto che l’Inzolia è un vino che merita di essere prodotto in purezza per esaltare le sue doti di finezza e la sua leggiadra eleganza.
Zone di produzione del vitigno Inzolia-Ansonica
La sua patria elettiva è la Sicilia, soprattutto nella zona costiera e nelle prime colline a ridosso del mare. La troviamo nelle DOC Alcamo, Contea di Scalfani, Contesse Entellina, Delia Nivolelli, Menfi, Monreale, Santa Margherita di Belice e Sciacca.
In Toscana tenendo fede alla sua origine isolana ha trovato un habitat favoloso sull’isola d’Elba e qua e là su tutta la costa tirrenica, partendo da Grosseto per arrivare su fino a Pisa. È presente delle DOC Ansonica, costa dell’Argentario, Elba (secco e passito), Val di Cornia.
Inzolia-Ansonica in abbinamento con il cibo
L’Ansonica è un grandissimo vino da aperitivo, uno di quei bianchi che hanno le caratteristiche giuste per piacere al 90% dei palati. Fresco, salato, elegante, mai troppo caldo o prepotente, è ottimo se servito da solo o con salumi, finger food. Piatti consigliati: pad thai, paella mista, vitello tonnato, pollo al curry, empanadas, carbonara.
Temperatura di servizio del vino Inzolia-Ansonica
8 gradi per i vini più semplici ed immediati, se hanno fatto una macerazione più lunga osate anche con 12 gradi.