Revolution di Cà del Vént: la rivoluzione è iniziata per la Franciacorta?
Lo spumante chiamato Revolution della cantina Ca del Vent è una vera e propria rivoluzione. Abbiamo aspettato un po’ prima di parlarne, per poter riassaggiare più volte questi vini così complessi, stratificati, naturalmente prodotti, ma soprattutto eretici.
Almeno per i parametri produttivi della Franciacorta, da cui Cà del Vent si è allontanata, non fisicamente ma idealmente, per professare in libertà il proprio credo.
Adesso l’abbiamo buttata sul sacrilego, ma già dai tempi dell’Escluso, si sentiva che i vincoli del disciplinare del Franciacorta stava stretto ai ragazzi di Cà del Vént.
È stato un bene che abbiano dato il via a questa rivoluzione, che possano produrre vini liberi di esprimere tutto il loro potenziale, ma anche le difficoltà di un’annata specifica, perché ciò, molto semplicemente, rende il vino vivo.
Non c’è bisogno di scomodare celeberrimi produttori di Champagne come Jacquesson e Jacques Selosse per capire che partendo da un vino base vero la musica cambia radicalmente e che non esiste solo la vinificazione in acciaio.
Ok, adesso passiamo alla domanda da un milione di dollari.
Com’è questo spumante Revolution?
Gli facciamo subito un complimento: il giudizio non si può ridurre ad un semplice voto: buono, ottimo, ok. È un vino di una complessità entusiasmante e pindarica, è un vino poliedrico e pieno di rimandi.
Sconfinando per un attimo nel campo della letteratura questo Revolution è l’Ulisse di Joyce della nostra era, quello che sovverte ogni nostra convinzione su come potrebbe (dovrebbe) essere uno spumante e abbatte i suoi limiti.
Ma ricordiamolo, prima di tutto è un vino impeccabile dal punto di vista tecnico, forse è un tantino esuberante nelle sua carica di freschezza e sapidità, ma è solo un pregio di gioventù. Con 5-6 anni di affinamento svilupperà tutto il suo potenziale aromatico.
I profumi dello spumante Revolution di Cà del Vent
Il bouquet è ampio e fiorito, con petali che si intrecciano a rimandi marini e rocciosi, con mandorle e piccoli frutti rossi, confetti, zafferano e mille altri suggestioni.
Il sapore
Al palato è spesso, croccante e di struttura imperiosa, tuttavia già scolpito, scandito da arabeschi mielati. I lieviti hanno lavorato bene insomma.
Chiudiamo dicendo che questo è solo un esercizio di stile, commentare un vino così sfaccettato è solo il primo passo per farli conoscere, per far capire che non esiste solo un Franciacorta cristallizzato e rigorosamente dosato, ma c’è tutto un mondo da esplorare.
È bello vedere che qualcuno osa e si mette in gioco, dopo anni di gavetta, e non solo perché il vino naturale al giorno d’oggi fa figo.
Provatelo, apritelo e bevetelo anche dopo una settimana che è aperto, se riuscite a non finirlo subito…
Abbinamenti consigliati
Pesce, sushi, antipasti con salumi, polenta fritta, fonduta, pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, carbonara, pad thai, paella.