Montecucco DOC: vino, vitigno e caratteristiche
Il Montecucco DOC è la zona più pimpante e in ascesa della Toscana, forse non a livello di vendite, visto che ancora molti non sanno neanche dove sia, ma sicuramente è la più interessante in quanto a produzione e originalità. Soprattutto con la produzione del Sangiovese, che, qui, dall’altra parte del Monte Amiata, trova condizioni e terreni favorevoli e assai diversi da quelli di Montalcino.
Il merito è il legame stretto che unisce i vignaioli e una comune visione, non ci sono moltissime cantine o grandi firme del vino in cerca di nuove Bolgheri, ma tendenzialmente cantine a misura d’uomo. In origine nel 1998 le cantine che fondarono la DOC erano 10, oggi ammontano ad una cinquantina abbondante e le possibilità di allargamento della zona di produzione sono vagliate con molta calma. Non assisteremo di certo ad una esplosione industriale in stile prosecco….
Ma veniamo ai vini e ai vitigni che dominano la DOC Montecucco. L’impianto produttivo è abbastanza simile alle altre zone della Toscana, è lo stile che cambia in maniera sorprendente.
Il Sangiovese è il re incontrastato, premiato anche con la DOCG. Sangiovese, da 90% di Sangiovese con affinamento minimo di 16 mesi e il Riserva che deve affinare per 30 mesi. Come avete notato il blend è permesso, con un 10% variabile, in puro stile Morellino.
Il Rosso DOC è più beverino e meno austero, con una percentuale minima del 60% di Sangiovese e affinamento di 12 mesi solo per il Riserva.
Il Vermentino DOC (85% minimo) non si smentisce e conferma ancora una volta questo vitigno come assoluto protagonista dei bianchi toscani e come più credibile re della costa.
Il Montecucco Bianco DOC prevede un minimo del 40% di Vermentino o Trebbiano ed è il classico bianco senza pretese, ma sapido e gustoso.
E poi un vino che risulta incredibile per piacevolezza ed immediatezza: il Montecucco Rosato, prodotto con 70% di Sangiovese o Ciliegiolo.
Gran finale con il Vin Santo DOC, un nettare dolce e vellutato prodotto con almeno il 70 % di Trebbiano Toscano e/o Malvasia Lunga e/o Grechetto e che deve affinare per 18 mesi.
Raro e prezioso il Vin Santo Occhio di Pernice DOC, un vero e proprio elisir fatto solo con i migliori grappoli di Sangiovese, almeno il 70%, e un affinamento di 18 mesi.
Questa è a grandi linee la ricca offerta dei vini di queste splendide colline, la produzione pur partendo dalle basi, le fondamenta della cultura enoica toscana, sa guardare avanti e proporre vini dinamici, mai troppo pesanti, ma che anzi sanno trovare uno stile attuale, senza rinunciare al passato.
Zona di produzione del Montecucco
È un fazzoletto di terra dotata di caratteristiche uniche, stratta tra il Monte Amiata ad est, Grosseto a ovest e Montalcino a nord, poco a sud troviamo Pitigliano. I comuni dove si produce Montecucco sono Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.
Montecucco lovers
Ma torniamo al terroir di Montecucco. Prima di tutto c’è l’influsso del Mar Tirreno a ovest a portare venti caldi e brezze piene di iodio e poi il Monte Amiata, che in realtà è un vecchio vulcano inattivo. E come sapete bene i terreni lavici donano uno spessore minerale incredibile ai vini, soprattutto al Sangiovese, che riesce a rinunciare a potenza e tannini per spingere sull’acceleratore con mineralità e una freschezza unica. Unite a questo una serie di profumi balsamici di macchia mediterranea e così avrete un vino che non mostra mai tentennamenti. Il corpo e i tannini non sono imponenti e austeri come quelli di un Brunello, ma a compensare ci pensa il mare, le brezze che hanno intriso i grappoli, rendendoli salati.
E così se volessimo definire il Montecucco, potremmo semplicemente dire che è un vino dalla grande finezza, che prima di tutto antepone piacevolezza, freschezza e naturalezza di beva. Questo non significa che sia banale, anzi trova in una queste zone una semplicità stilistica che invita a più letture e assaggi, grazie al particolare fascino minerale che riesce ad esprimere.
Abbinamenti consigliati per il Montecucco
C’è poco da fare, è un vino smaccatamente carnivoro e vorace, placate la sua sete con vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, empanadas, hamburger.