Come bere il whisky: liscio, con acqua oppure on the rocks?
La domanda da un milioni di dollari è: come si beve il whisky? Rispondere non è così semplice ed immediato, prima di tutto perché dire whisky è molto vago. Vi piacciono i whisky torbati di Islay? Volete bere un caramellato bourbon whiskey del Kentucky? Vi piacciono i blend alla Johnny Walker? Preferite i whisky profumati e floreali del Giappone o i più rudi rye whiskey in stile cowboy?
Quindi la prima risposta è bevete quello che vi piace, come più vi piace. Non esistono regole, ma certo alcuni consigli pratici sono applicabili e aiutano ad esaltare le caratteristiche particolari dei vari tipi di whisky. Quindi vedremo tutti i modi per bere nella maniera più consapevole il whisky, poi voi fate qualche prova, sperimentate. E ricordate che molto dipende anche dall’occasione e del momento: se volete dare un aperitivo o una festa bere whisky e soda o cocktail a base di whisky sono l’ideale, se avete date una cena intima e state condividendo un’occasione particolare di festa bere un whisky invecchiato in compagnia è tutta un’altra cosa. Ma adesso partiamo con la nostra carrellata, per scoprire quale è il modo migliore per gustare un buon whisky.
Whisky liscio
Partiamo dalle basi, dal metodo che prediligono i puristi: due bicchieri, uno con 4 cl di whisky e uno pieno di acqua fresca. Bevete prima l’acqua per ripulire la bocca e poi annusate il bicchiere, a bocca aperta, prendendo un respiro veloce, al massimo ripetete tre volte per capire il quadro aromatico e poi bevete. Questo è il metodo che molti ritengono migliore per degustare whisky, come lo bevono scozzesi e irlandesi, ma in realtà ha una punta, non molto celata tra l’altro, di masochismo, visto che degustare distillati a 40-45 gradi è sempre un’esperienza traumatica per il palato, senza contare che l’alta gradazione ottunde la capacità di analisi del palato e delle papille gustative. Se poi siete in estate con 40 gradi all’ombra, non è il caso di farsi del male senza motivo.
Whisky allungato con acqua: liberate i terpeni!
È stato dimostrato che un goccio di acqua pura, non distillata, ma semplicemente trattata con osmosi inversa, perché deve essere priva di sapori, è l’ideale, per il semplice motivo che abbassa la gradazione alcolica e aiuta a liberare nel bicchiere le molecole idrorepellenti, quelle più aromatiche, che contengono i profumi più intensi. Non è un vezzo, esattamente come per la sambuca, aggiungendo poca acqua l’alcol si diluisce e non riesce più a tenere legati a sé i terpeni, molecole leggere a cui si devono molti dei profumi più fini e floreali-fruttati del whisky. Quindi se volete imparare a bere il whiskey in maniera corretta e al massimo del suo potenziale, aggiungete sempre un goccio d’acqua. L’ideale sarebbe portare la gradazione del whisky a 30-34 gradi, per cui in un bicchiere con 4 cl di whiskey, aggiungete 0,5 cl di acqua. Abbiamo detto acqua pura, ma qualsiasi acqua che non abbia sapori particolari va benissimo. L’acqua deve solo abbassare la gradazione, ma non aggiungere sapori minerali o ancor peggio di cloro e altre impurità, per cui non usate mai acqua in bottiglia di plastica, deleteria a dir poco. Questa operazione di allungare con un goccio di acqua è consigliata per tutti i whisky, ma soprattutto per i distillati imbottigliati “cask strength”, come il Lagavulin 12 anni, cioè così come sono quando finiscono l’affinamento in botte, non allungati con acqua quindi. Anche i whisky torbati di Islay riescono ad aprirsi e ad ampliare il proprio volume aromatico, se allungati con un goccio di acqua. Per fare qualche prova, prendete due bicchieri: uno con whisky, l’altro con acqua fresca e aiutatevi ad allungare con un cucchiaino. Partite piano con un cucchiaino di acqua e poi assaggiate. Non sembra ma il cambiamento è radicale. Se volete degustare whisky in maniera professionale o almeno consapevole per non trangugiare alcol ustionante, ma per percepire sapori, sfumature e profumi, questo è il metodo più preciso e funzionale. E visto che ce lo avete chiesto in molto, già che ci siamo vediamo più nello specifico come degustare in maniera professionale il whisky.
Come degustare il whisky
Prima di tutto il colore: se è chiaro aspettatevi profumi verdi e più pungenti, mano a mano che diventa più scuro l’affinamento in legno è stato più lungo e il distillato ha assorbito tannini, si è ossidato e il frutto è diventato più morbido. Versate il whisky e annusatelo a bocca aperta, al massimo 2 secondi, poi allontanate il naso. Non abbiate paura, mettete pure il naso dentro il calice e alternate le narici, ma non restate mai fermi, altrimenti il naso si assuefà subito e non percepirete più molti profumi. Adesso aggiungete un goccio di acqua e annusate ancora 2 volte, con tutte e due le narici. Assaggiate il whisky e masticatelo, tenetelo in bocca, rigirandolo per tutto il palato e la lingua per 10 secondi, 15 secondi, poi deglutite e respirate a fondo per analizzare il retro-nasale. Anche per il whisky non tanto i sapori, ma i profumi a dare definizione al distillato. Tra un sorso e l’altro bevete acqua per resettare il palato.
Whiskey on the rocks
Mettere del ghiaccio nel whisky è controproducente: raffreddandosi perde espressività e i profumi sono come costipati, ingabbiati nel freddo, senza contare che anche la vostra percezione viene diminuita. Anche il whisky è un distillato che va esaltato con una temperatura di 18-20 gradi e non 8 gradi, quella è la temperatura degli Champagne, vini acidi e vibranti che trovano nelle basse temperature l’esaltazione di freschezza e acidità. Il whisky è tutto il contrario, quindi non mortificatelo con una temperatura troppo bassa. L’unica nota positiva è che con il ghiaccio il whisky si allunga e riesce a trovare un grado alcolico meno doloroso e più decifrabile. Tuttavia il gelo rende inutile questa operazione. Diciamo che se avete a disposizione un whisky scadente, lo potete anche bere on the rocks, se è un whisky pregiato, non mettete mai ghiaccio. Al massimo se proprio vi costringono con una pistola alla tempia usate un pezzo di ghiaccio grande, che almeno non diluisce troppo il drink. Curioso il modo di dire on the rocks: quando un tempo non esistevano le fabbriche e le macchine del ghiaccio o non era reperibile neve fresca, si prendevano dei sassi dai fiumi, che la corrente gelida aveva raffreddato, e si mettevano nei bicchieri. Se il motivo che vi spinge a mettere il ghiaccio nel whisky è la prepotenza alcolica, provate ad allungarlo con acqua come descritto sopra, in questo modo lo renderete più piacevole e bevibile, senza piallarlo.
Whisky e soda
Un classico drink senza pretese, ottimo se avete tra le mani un whisky non particolarmente elegante. Un goccio di soda, una spruzzata di limone e un pezzo di ghiaccio trasformano anche un distillato mediocre in una bevanda rinfrescante e titillante. Qui stiamo già sconfinando nel bere miscelato, diciamo che da qui in poi si traccia una linea di non ritorno. Fare un whisky e soda con un whisky di 25 anni è follia, è come bere un Sassicaia del 68 con la Sprite, una anatema da far raggelare l’Inferno. Per fare il whisky e soda: 4 cl di whisky, il succo di 1/4 di limone, scorsa di limone e 8 cl di soda.
Whisky e ginger ale/beer
Un altro grande classico per sorbire un whisky forte e molto speziato o torbato, ideale per rye, bourbon o whisky di Islay. Aggiungendo il ginger ale, la freschezza dello zenzero va a tagliare l’alcol, rendendolo più affilato e sfumato. Al contrario del whisky on the rocks, che non fa altro che uccidere il whiskey, whisky e ginger beer è una grande bevuta, un cocktail che ha una sua dignità, completezza e piacevolezza. Ovvi che anche in questo caso, il drink va preparato con un whisky base, non andate a sporcare un distillato prezioso con ingredienti così aggressivi. Per fare il whisky e ginger ale: 4 cl di bourbon, 1 cl di succo di limone e 8 cl di ginger ale o ginger beer.
Old Fashioned
Il grande vecchio, uno dei primi cocktail, quello chiamato Whiskey cocktail, era ed è una semplice bevanda fatta di whisky, zucchero, angostura. Se volete potete usare anche del buon miele al posto dello zucchero, mettete gli ingredienti nel bicchiere e mescolate delicatamente, poi aggiungete un grande pezzo di ghiaccio. Se volete scoprire più informazioni su questo mitico drink, ecco la pagina a lui dedicata.
Manhattan
Più elaborato dell’Old Fashioned, più screziato e misterioso, grazie alla presenza del vermouth che offre una sponda dolce per esaltare i toni smoky del rye whiskey e quelli erbacei dell’Angostura. Se volete provare, ecco la pagina del cocktail Manhattan.
Whiskey sour
Per chi ama i sapori forti e decisi questo cocktail è un grande classico. Il sapore fruttato e caramellato del bourbon trova nella serafica acidità del limone una spalla per ricreare una sinfonia fruttata. La ricetta di un cocktail immortale.
Mint Julep
Il tonico rinfrescante da sempre bevuto nel Sud degli Stati Uniti, il Mint Julep è considerato una sorta di tè alla menta, ma in realtà pur essendo molto bevibile e rinfrescante è una vera bomba alcolica. Solo per veri duri, la ricetta del Mint Julep.
Quale bicchiere usare per bere whisky al meglio ed esaltare profumi e sapori?
I bicchieri migliori per degustare il whisky sono quelli non troppo ampi, come il classico Glencairn Glass, ma anche il classico calice a tulipano usato per le degustazioni di vino va benissimo. Perché si usano i bicchieri così piccoli e con il bordo non aperto? Molto semplice, perché i profumi devono salire e concentrarsi, non disperdersi. Il whiskey non è un Cabernet Sauvignon che ha bisogno di ossigenarsi per ore, ma al contrario deve andare dritto alla meta, ossia a stimolare i recettori nasali. E visto che l’alcol è dirompente e brucia il naso, annusate velocemente e per pochi secondi, poi lasciate lavorare i neuroni.
Concludiamo dicendo che non esiste un modo giusto o sbagliato di bere il whisky, potete farci anche i ghiaccioli se vi piacciono. Il whisky non è una moda o un atteggiamento, ma uno stato d’animo, è un distillato che si apprezza per le sue mille sfumature e le varie interpretazioni che assume nei vari paesi produttori, quindi prendete questa pagina solo come una lista di consigli utili, ma poi il palato è il vostro, quindi stappate qualche bottiglia e iniziate questo grande viaggio nel mondo del whisky!