Recensione Barbacarlo Lino Maga 2015: elogio di un vino contadino immortale
C’è una frase che riassume in pieno l’essere e l’identità di un vino grandioso e ambizioso come il Barbacarlo, forse uno dei vini più stupefacenti di tutta Italia, sicuramente il nettare più carismatico di tutta la Lombardia.
“Per fare dell’ottimo vino bisogna flirtare con i difetti.” Paul Old, Les Clos Perdus.
Non abbiamo detto che il Barbacarlo 2015 è il vino più buono, ma sicuramente è un vino che ha pochi paragoni per rigore territoriale, per espressività e capacità di emozionare non solo per la complessità, la lunghezza del sorso, la polpa e la magniloquenza che riesce a contenere dentro di sé, ma perché è un caleidoscopio assurdo.
E non è detto che tutte le suggestioni che contenga siano dosate o perfettamente integrate o pulitissime, no, anzi, il bello è proprio questo che è un vino che racconta e che stupisce, che ha alti e bassi, proprio come la vita, come un essere vivente. È in poche parole in vino più vivo che potrete mai bere.
Non è un vino omologato, non è sinuoso, perfetto, tuttavia è brillante e squillante nel suo sviluppo aromatico, non perde un colpo, va dritto al sodo con passo svelto e quella irresistibile effervescenza che non fa altro che aggiungere gusto al sorso.
Molti potrebbero obiettare che non è armonico o totalmente fluido, in realtà questo Barbacarlo Lino Maga 2015 non è un vino che può essere domato, è un vino che rompe gli schemi e gli stilemi classici, non accetta un binario come strada da percorrere, ma per il semplice motivo che si espande in mille direzioni ed è vivo.
Dove nasce il Barbacarlo Lino Maga 2015
In un cru monopole di 4 ettari sulle colline di Broni, chiamato appunto Barbacarlo, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, e proprio di questa terra, delle rocce, delle piogge e del vento parla questo vino. Il Barbacarlo 2015 è un racconto di quello che successo in questa annata, un racconto liquido che si è formato senza forzature. I vigneti affondano le radici tra la ghiaia e il tufo, in un terreno duro e accidentato, che raggiunge pendenza notevoli. L’esposizione è sud-ovest, con il sole che batte implacabile. Le condizioni sono uniche tanto che nel 2014 è stata riconosciuta la DOC Barbacarlo, solo qui si può produrre. Le vigne sono curate al massimo con zolfo, non si usano prodotti chimici, tutto è fatto a mano da contadini e i risultati parlano chiaro. L’uvaggio è composto da Croatina, Uva Rara e Vespolina nell’Oltrepò chiamata Ughetta. La famiglia Maga è custode e interprete di questa collina fin dal 1700, si può provare solo ammirazione per tanta dedizione.
Come viene vinificato il Barbacarlo Lino Maga 2015
8 giorni di macerazione, fermentazione spontanea senza controllo delle temperature e poi affinamento in legno grande. Filtrazioni non ce ne sono, grazie a vari travasi il vino viene preparato all’imbottigliamento e risulta perfetto come brillantezza.
La sua grande ed inusuale particolarità è che viene imbottigliato quando ancora la fermentazione non è finita e quindi tutto quello che accade durante la seconda rifermentazione in bottiglia non è più modificabile del vignaiolo.
È un sorta di roulette russa, un tuffo nel vuoto, ma la complessità che i lieviti e la lieve effervescenza riescono a donare a questo vino sono unici. Il lavoro fatto in cantina è di totale rispetto, si è cercato di far emergere l’anima del vino senza abbellimenti, trucchi, filtrazioni, aggiustamenti. È ovvio che è figlio della sensibilità e della tecnica di Lino Maga, ma il suo è un tocco leggero, accompagna, ma non forza e rispetta il mosto fin dal primo momento per lasciarlo libero il più possibile. Chiaramente le botti di legno sono usate, vecchie e non rilasciano tostatura, ma servono solo accompagnare il vino.
Il bouquet del Barbacarlo Lino Maga 2015
Appena aperto è chiuso, scorbutico come una zappata in un piede, ma dategli due ore e si apre e perde quel leggero afrore animale, lasciando spazio ad un frutto solare, pepe, menta, bosco e radici. La varietà è impressionante, la pulizia non è sempre impeccabile, ma ha carattere da vendere. Persistenza assurda, lo abbiamo assaggiato fino a 10 giorni dopo l’apertura e l’ossidazione lo rendeva ogni giorno più suggestivo, noccioloso e terroso. Splendido.
Il sapore del Barbacarlo Lino Maga 2015
In bocca è molto fresco, con una consistenza tannica che si morde e ti martella, appena addolcita da un residuo di dolcezza che riposiziona un attimo il sorso. Il ritmo e lo sviluppo aromatico sono dominati dal sapore di radici dei tannini, pur non scadendo mai nell’aggressione a mano armata alle gengive. Sicuramente bevuto adesso è troppo presto, ma godere di quelle bollicine solleticanti è una goduria, con un sottofondo di malcelato masochismo. Equilibrio ancora in sviluppo, potrebbe tranquillamente andare avanti 30 anni, per cui compratene a mana bassa e lasciatelo in cantina.
Ultima nota sulla longevità e sui residui del Barbacarlo Lino Maga 2015. Il vino è quasi immortale, ma per un motivo molto semplice: la materia è densa, la concentrazione è fitta, si prende a morsi. Già adesso ci sono sottili residui, per cui lasciate la bottiglia in verticale per almeno due ore prima di aprirla. Ma la prova del nove è che dopo una decina di anni troverete residuo in abbondanza nel bicchiere e il colore si scaricherà, mentre adesso è di un colore rubino torvo.
Non è un vino asettico o pastorizzato dallo stile, non per tutti, ma chi vuole godere si faccia sotto.
Prezzo del Barbacarlo 2015
50-60 euro: tra i meglio spesi della vostra vita.
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