Pinot Nero 2019 Tenuta Montauto: la recensione di un ottimo vino rosso maremmano
Bere il Pinot Nero Tenuta Montauto è stata un’esperienza folgorante, devo essere sincero. Mi è stato presentato come un ottimo Pinot Noir della Maremma e subito mi si sono rizzati i capelli.
Zona calda, più adatta a dei rossi carnosi da gaucho o Vermentini da battaglia, di certo non vocata per la produzione di vini sottili, ma mi sono dovuto ricredere molto in fretta.
Certo, il Pinot Noir in Toscana va molto, la Civettaia è il vino rivelazione che tutti vogliono dagli hipster ai gourmand, ma la Maremma, effettivamente, è molto a sud rispetto all’appenino tosco-emiliano.
Ciononostante, la tenuta Montauto è riuscita nell’impresa di produrre un vino che ha spessore, eleganza, finezza sottile e punta ad un fascino borgognone, almeno come naso.
Stiamo parlando di un piccolo angolo di collina, con condizioni particolari. Se però approfondiamo il discorso, scopriamo che Riccardo Lepri produce da anni ottimi Sauvignon Blanc sulle colline di Campigliola, dove grazie a terreni ricchi di calcare e quarzo anche un vitigno scontroso e burbero come il Pinot Noir riesce a trovare condizioni ideali.
Stiamo parlando di un versante di una collina, pochi ettari, quello che è un cru ideale e non di 10 ettari. L’altezza di 200 metri, la forte escursione termica tra giorno e notte e la poca distanza dal mare aiuta a mantenere le uve fresche e fragranti, evitando l’effetto marmellata.
Detto, questo va fatta un’altra considerazione: le vigne hanno 15 anni, quindi questo vino è giovane concettualmente, ma siamo partiti con il piede giusto e a mano a mano che invecchieranno le vigne aumenterà la profondità. Ben vengano queste intuizioni, di Pinot Noir non ce ne è mai abbastanza, soprattutto quando è venduto ad un prezzo così invitante.
Vendemmia a fine agosto. Macerazione di sette giorni con fermentazione spontanea in botti di legno e poi affinamento in barrique sia nuove che usate, da Romanee Contii. Resa di 600 bottiglie all’anno.
Caratteristiche organolettiche
Bouquet scontroso, molto terroso ed etereo appena stappato, ma poi si apre e dopo due ore emerge tutto il fascino floreale e di zenzero. Il piglio è austero, asciutto, roccioso, con un finale di rabarbaro, lacca e salsa di soia. Il legno è dosato alla perfezione, è soltanto un ricordo lontanissimo e non infastidisce.
Al palato è snello, terso e ben giocato tra tensione tannica e frutto etereo. Si muove delicato e sottile, i tannini sono precisi, ma levigati. Ottima persistenza. Ti inviata bere fino all’ultima goccia. Già equilibrato, ma non maturo: potrebbe evolvere tranquillamente per 10-15 anni.
Prezzo
24-27 euro: un prezzo onesto per un ottimo vino toscano che non ti cambia la vita, ma sa come intrattenerti con garbo.
Abbinamenti consigliati
Non è un vino massiccio, ma grazie ad un’ottima acidità può essere abbinato a piatti di carne, ricette speziate indiane o anche del semplice cibo da asporto cinese: un ottimo jolly da tenere sempre pronto nella vostra cantina. Pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, pulled pork, hamburger, filetto alla Wellington, paella.