Idee regalo per la Festa del Papà: 10 bottiglie di vino che renderanno euforico vostro padre
Il grande giorno, il 19 marzo 2023, la Festa del Papà si avvicina e anche quest’anno non sapete cosa regalare al vostro caro padre per ?
Tra le offerte di Amazon non si trova nulla di buono a parte rasoi, cravatte di poliestere o il manuale con 10000 ricette per la friggitrice ad aria?
Prima di ripiegare sui buoni per un trattamento botox o un pomeriggio alle terme, aspettate un attimo.
Forse possiamo aiutare.
Come, come in nome di dio, è possibile fare un regalo sentito e apprezzabile, senza spendere un patrimonio e rischiare di comprare banale cianfrusaglia che finirà in un ripostiglio?
Problema risolto, ci abbiamo pensato noi, stilando una piccola lista della spesa, consigliandovi alcune ottime bottiglie di vino da prendere in considerazione come regalo.
Ovviamente sono tutte bottiglie di buona qualità, ma non troppo costose, massimo 30 euro. Anzi, quasi tutte queste bottiglie le potrete comprare a meno di 30. Niente Château Lafite Rothschild o Salmanazar di Conterno, dopo tutto è solo la Festa del Papà, non sta festeggiano i 50 anni di matrimonio o la scoperta dell’epilazione laser per le sopracciglia.
Diciamo che sono dei suggerimenti per fare un regalo molto interessante, ma non troppo impegnativo, quello che possiamo definire un vino solido che non ha paura di sfida alcuna. Se poi vi fate invitare a cena, sicuramente berrete un ottimo, vino. Ehi, lo avete portato voi, ottima scelta!
Roero Valfaccenda anna 2019
Buono il Barolo, immenso e immaginifico il Barbaresco, ma, soprattutto quando si tratta di regali e rapporto qualità prezzo, ricordate che il Roero è un vino incredibile, non solo per finezza, ma anche per i prezzi ridicoli a cui è venduto. Questo Nebbiolo è un vino di ampio respiro che riesce ad abbracciare i profumi più tipici della collina piemontese. È più snello e dinamico di Barolo e Barbaresco, ma non ha di certo meno profondità. Elegante, austero, ma pieno di succo e dotato di tannini talmente fini che lo potrete servire anche come aperitivo o vino da meditazione e non solo accompagnato a grandi piatti a base di tartufo o risotti.
Friulano Castellada 2011
Un vino da comprare ad occhi chiusi, ogni anno, senza paura. La Castellada è la regina degli orange wine di Oslavia e ha contribuito a creare non solo il mito della Ribolla Gialla, ma anche il ritorno in auge dei vini macerati, quando ancora lo slogan hipster “O vino naturale o cera d’api per la barba” non era ancora mai stato pronunciato. Il Tocai della Castellada è uno splendido vino, pieno di profumi balsamici e resinosi, complesso e di spessore, ma sempre solare nello sviluppo. Tanto sale ed eleganza a non finire. Non servitelo a 10 gradi, non è il Pinot Grigio Santa Margherita.
Groll n´roll 2019 Les Vignes De Babass
Un vino pieno di energia, puro e duro, che non si piega e fa sfoggio della propria fruttata irruenza con orgoglio. Non domo, tono leggermente rustico, ma pieno di gusto. Frutti rossi con una carica conturbante, grande freschezza e potenza minerale a reggere una sinfonia delicata di bosco. La polpa è tanta, ma non è sgarbato e ha passo agile, senza contare che lo potrete abbinare a mille piatti, anche a quelli piccanti indiani, grazie a dei tannini levigatissimi. Non filtrato, non chiarificato e privo di solfiti aggiunti. Piccolo capolavoro contadino. Grazie a questa bottiglia avrete l’opportunità di assaggiare un vino-vitigno non proprio comune e sfatare il becero luogo comune che in Francia si coltivano solo e sempre i soliti vitigni e in Italia ne abbiamo a centinaia.
Mimmo 2018 Le Piane
Un vino che potremmo definire incantevole, se non fosse un’espressione così affettata da fare rabbrividire. Ma in realtà questo nettare è un incanto, vuoi per la bontà immediata, vuoi per la finezza a scoppio ritardato che ti coglie al secondo calice. Conoscete tutti la cantina Le Piane, regina di Boca, una microzona piemontese dove è la montagna a farla da padrona. E in queste cime ad oltre 500 metri di altitudine possono solo crescere opere irripetibili. I profumi sono pungenti e sottili, affilati, algidi. Profumi di bosco, liquirizia, pepe e arancia. Ma tutto è declinato con leggerezza, senza forzature. Già il colore è uno spettacolo trasparente. Al palato è roccia e seta, i frutti di bosco sembra di addentarli. Per 20-22 euro non si può chiedere di più a questo blend di Croatina, Vespolina e Nebbiolo. Se trovate annate anche più vecchio ben vengano, regge tranquillamente, tanto vitalità e spessore non mancano.
Gronda di Calafata
Un bianco sfacciato, nervoso e pieno di agrumi e fiori che si rincorrono in un turbine salato. Non è una bomba di profondità, ma sa come farsi amare da tutti. Tanta polpa, ricchezza aromatica, misura e passo snello che saltella di fiore in fiore. Esistono i vini perfetti? No, ma esiste il vino perfetto per il momento giusto e con questa bottiglia non sbaglierete mai. Piacerà ai neofiti che la troveranno piacevole e sincera, ma anche ai palati edotti che ne loderanno la naturalezza di beva e la verticalità senza compromessi.
Briscola e Tresette Cerasuolo d’Abruzzo, cantina San Biagio
Un rosato è un regalo sottovalutato: se servito fresco è un ottimo vino da aperitivo, ma lo potete abbinare a pesce, spaghetti allo scoglio o anche cinese da asporto. Non ha limiti, basta non dargli in pasto carni rosse. E questo della cantina Podere San Biagio è un mostro di bevibilità. Tanto succo, mai banale, pieno di profumi floreali e quel fascino marino che intriga. Il corpo è snello, ma il richiamo selvaggio del Montepulciano non è mai domo. Un vino che è sintesi rustica, ma ben riuscita tra gli Appennini e il mare. Merito del terroir di Controguerra, ma anche di un vignaiolo serio e attento come Jacopo, ancora giovanissimo, ma già con le radici ben piantate nel suolo abruzzese.
Iastemma Canlibero
Una Falanghina preziosa e iconoclasta che sradica e distrugge gli stilemi classici dei vini bianchi campani tutto sale e limone. Questa è profonda, macerata e gronda personalità da ogni poro. Piena di calore, suggestioni mature, balsamiche e ossidative che strizzano l’occhio ai vini georgiani, senza rinunciare alla carnosa spontaneità della Falanghina, così ricca di aromaticità floreale. Diciamo che è una folgorazione: aggiunga la terza dimensione, struttura e anche un certo piglio tannico alla classica Falanghina, senza però stravolgerla. Prezzo incredibile per un ottimo vino naturale campano. 22-24 euro massimo.
Scaramusc Lambrusco Angol d’Amig 2019
Regalare un Lambrusco Grapsarossa è accettabile? Un vino che costa 12 euro? Ok, c’è crisi in questo periodo ma non esageriamo con il risparmio… E invece cari wineloverz questo vino è uno spettacolo! Pirtotecnico, rustico nell’acidità spinta, ma sempre composto a livello aromatico. Frutto siderale, tirato e dritto, va per la sua strada schietto e senza cedimenti nella sua ricerca di purezza. Dimenticate i Lambruschi succhi di frutta delle cantine industriali, questo è secco e tira frustate, ma ha un gusto pieno di agrumi che fa impazzire. Semplice, ma irresistibile. 12 euro per un vino rivoluzionario sono pochi.
Pet-Nat Bambule S di Judith Beck
Questo rifermentato in bottiglia è un vino martellante tutto incentrato sulla freschezza del frutto, una buona struttura e invitanti profumi floreali. Prima ti aggredisce con delle frustate uncredibili, ma ecco che si apre a tutta una serie di sapori più evoluti dovuti alla lavorazione dei lieviti. Bevibilità, finezza, pulizia aromatica, non manca nulla. Anche il prezzo è ottimo: 25 euro.
Morei Teroldego Foradori
Chiudiamo la rassegna con uno straordinario vino rosso trentino, emlbema dell’enologia italiana: un Teroldego proveniente dal cru Morei, prodotto con lunga macerazione, fermentazione spontanea in anfora. Se solitamente il Teroldego è fruttato e sontuoso, questa vinicazione amplifica l’espressività del vino, lo rende ancora più goloso e avvolgente e al contempo meno muscoloso, più austero, quasi roccioso. I tannini sono sempre tenaci, la freschezza è buona, ma docile, tuttavia, quello che stupisce è la pulizia e la cornice minerale graffiante in cui questa maturità si esprime. Niente marmellata, soltanto una finezza incredibile dettata da un gioco di contrasti tra parti dure e morbide. Costo ridicolo: 28 euro per un grandissimo vino delle Dolomiti.