Briscola e Tresette 2020 Podere San Biagio: un rosato salato come il mare
Ancora un rosato? Un Cerasuolo d’Abruzzo dai Colli Teramani?
Ebbene, sì, preparatevi perché oggi parleremo di un vino simbolo della rinascita enologica abruzzese, il Briscola e Tresette 2020 Podere San Biagio. Goloso e bevibile come pochi, pieno di profumi pungenti di bosco e fiori, salato come una roccia, profondo e senza la minima traccia di imperfezioni o make-up.
È un succo puro di Montepulciano che scorre senza remissione, senza tentennamenti, una burrasca che sommergerà con grande successo piatti di pesce fritto, antipasti di mare, ma anche pad thai e tutta la cucina piccante cinese. Non parliamo poi di salumi e gnocco fritto, perché altrimenti rottamiamo anche il Lambrusco.
Scherzi a parte è la cantina San Biagio è una meta da segnare sul vostro taccuino dei wine tour futuri. Cantina accogliente, panorama splendido, vini naturali di grande carattere e il mare a due passi.
Come viene prodotto il Briscola e Tresette 2020 Podere San Biagio
Conduzione in regime biologico dagli anni 80 del secolo scorso. Raccolta manuale. Fermentazione spontanea in acciaio e macerazione di un paio di giorni. Nessuna filtrazione, non viene chiarificato e i solfiti aggiunti sono minimi.
Caratteristiche organolettiche
Non è un vino immortale, tutto il contrario, vuole sdrammatizzare ed essere conviviale e grazie alla sua dirompente espressività riesce a rompere gli stereotipi del vino rosato banale-profumatino che annusi e tracanni e dopo due secondi lo hai dimenticato.
Il bouquet è solare, dominato tra macchia mediterranea, erbe aromatiche e frutto affilato. Anguria e amarene fanno da gran cassa di risonanza ad un sottofondo floreale. Tutto è declinato con precisione e finezza. Niente di difficile, ma invitante.
Al palato è scavato nel sale dell’Adriatico, sferzante, agile e non si ferma mai. L’acidità è ottima e dona ritmo ad un sorso implacabile. Mai banale, mai esasperato o prevedibile riesce ad intrattenerti con una naturalezza di beva encomiabile.
Finale di fiori e mandorle che lascia la bocca pulitissima. Perché lo abbiamo definito vino simbolo della rinascita abruzzese?
Perché è la cantina che aspettavamo per sdoganare il vino abruzzese con una produzione attenta, consapevole, sostenibile ed esteticamente coraggiosa.
Sono vini puri, ma non nudi, di grande personalità ed è proprio quello di cui ha bisogno il Montepulciano, in troppi casi sclerotizzatosi in interpretazioni pesantissime dalla concentrazione che ricordano più degli smoothie piuttosto che dei vini.
Abbinamenti consigliati
Risotto alla marinara, carbonara, pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, paella.