Birra La Chouffe: recensione e scheda tecnica
La Chouffe è un’icona pop, una delle prime birre di qualità che sono uscite e si sono fatte un nome, ben prima che scoppiasse con fragore la birra mania italiana. In pizzeria la Chouffe era il top of the pop, la bottiglia, assieme all’altra mitica Franziskaner di Monaco. Ricordo ancora quando ne comparai 12 bottiglie, mi sentivo un dio dorato, la prima vera scorta in cantina di birra di qualità.
Il suo sapore agrumato, fruttato, ma con quel tocco speziato finale mi ha fatto innamorare.
Ma gli anni sono passati, anche per questa bionda belga e possiamo dire ancora oggi che la Chouffe è una buona birra?
La domanda del secolo: ”Come è la Chouffe, la birra dello gnomo dal cappello rosso?”
È buona?
Che tipo di birra è?
Prima di tutto è una Pale Ale ad altra fermentazione prodotta nella Ardenne dal birrificio d’Achouffe.
In mezzo al caleidoscopio bizzarro e rutilante del panorama italiano delle birre artigianali, la Chouffe stenta un po’. Ormai il concetto di birra è cambiato, si parte da una sperimentazione, ingredienti esotici, accostamenti azzardati.
Tutti sono creativi, certo che chi produce ottime bottiglie e chi fa ciofeche orripilanti, ma la Chouffe non è cambiata. È sempre quella. E può essere un pregio per molti che cercano una birra fresca, tagliente, non troppo polposa e leggermente speziata.
Perché la Chouffe ha come unico botanicals il cardamomo ed è un caso raro ormai in questo periodo di esasperazione gustativa, di ricerca spasmodica di un’estetica del gusto raffinato e compiaciuto.
Ma veniamo ai fatti. La Chouffe è ancora arzilla, forse non pirotecnica come le birre a cui siamo ormai abituati, ma ha un grande equilibrio. È bilanciata nel rapporto tra toni amari, non troppo intensi, acidità stuzzicante, ma sotto controllo, e una maltatura delicata, che dona corpo e vivacità al sorso.
Nel complesso è una birra dal sapore delicato, con il cardamomo a fare da padrone, che va servita a 6-8 gradi, ottima come aperitivo. Ma attenzione, sebbene sia una birra non troppo impegnativa e sbarazzina, ha sempre 8 gradi. Non proprio scarica come gradazione.
Il bouquet
Naso fine, pulito, scandito da buccia d’arancia, rosmarino, fiori e cardamomo. L’intensità è moderata, tutto modellato con cura, niente sbavature, niente acuti, ma tanta piacevolezza. È diretta e complessa quel tanto che basta per intrigare.
Il sapore
Bocca di media intensità, potremmo dire quasi delicata, con sapore amaro non troppo spinto, sotto controllo, freschezza che sostiene la beve e poi c’è quel finale speziato che chiude su rimandi floreali di rose. Una bevuta senza troppe pretese, mai ripetitiva o scontata, ma non eccessivamente profonda come complessità.
Una birra onesta che sa fa il suo sporco lavoro.
Abbinamenti consigliati: non solo hamburger
Pizza bianca rosmarino e stracchino, arancini ai piselli, pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, roast beef, pulled pork, hamburger, paella.