Perricone o Pignatello? Un grande vino rosso siciliano
Parlare del vitigno Perricone mette un po’ di malinconia: una volta era il dominatore incontrastato dei vini rossi siciliani, mentre oggi ormai è in declino e lo troviamo soprattutto nella sua culla natale, la provincia di Trapani e Palermo.
Il Perricone era un vitigno polarizzante, grande protagonista, non solo perché era coltivato in tutta la Sicilia, ma perché era la base dell’enologia siciliana. Con il Perricone si facevano i vini facili e beverini, i rossi corposi pieni di colore, tannini e focosità, ma partecipava in maniera massiccia (oggi molto meno) anche alla produzione del Marsala Rubino. Oggi lo troviamo sì in molti vini e molte DOC, ma con percentuali abbastanza ridotte. Certo aiuta a donare corpo, eleganza e struttura ai vini, tuttavia la sua scarsa acidità è problematica e risulta molto più fragile a livello agronomico rispetto al Nero d’Avola o ai soliti vitigni bordolesi, visto che è tremendamente sensibile all’attacco dei funghi.
Storia del vitigno Perricone
Sebbene sia un vitigno allevato da secoli, non si hanno molte notizie ufficiali e si inizia a parlare del Perricone solo nell’Ottocento. Il legame di questo nobile vitigno con la Sicilia occidentale, terra che possiamo considerare il suo luogo d’origine, è intuibile anche dall’altro nome con cui è conosciuto: Pignatello. In dialetto palermitano, le pignatidare sono le terre rosse su cui cresce, ricche di ossido di alluminio, ferro, manganese e argille, con cui si producono le tipiche pentole in terracotta.
Caratteristiche organolettiche del vino Perricone
Il bouquet è ampio, caldo, avvolgente, pieno di frutta rossa, fiori, tracce balsamiche, pepe e ginepro, lievi note minerali e un richiamo di macchia mediterranea. Nel complesso è ricco, conturbante per profondità e fascino, ma maturo assai e non proprio sottile.
Al palato è ampio, dal sorso morbido e goloso che ancora mette in evidenza questa sinfonia di ciliegie mature, sale, spezie e fiori secchi. Ha buon corpo, trama tannica articolata che offre un buon ventaglio di sapori terrosi e una persistenza decisa. Non è un vino esageratamente dinamico, il mare aiuta a dare spinta minerale, ma di suo l’acidità è bassa. I grappoli di Perricone hanno buccia spessa, molta pruina e nascondono all’interno acidità scarsa e zuccheri in abbondanza. Solitamente si vendemmia presto, a fine agosto o al massimo nella seconda metà di settembre, per mantenere un minimo di acidità, ma almeno 250 metri sul livello del mare servono per mantenere le uve fresche, altrimenti il pericolo marmellata è sempre in agguato. Trovare un Perricone fatto bene è raro, trovare poi le condizioni ideali e unirle alla sensibilità giusta è ancora più difficile. Chi lo vendemmia presto rinuncia a molto estratto e a tanta materia e quindi risulta più scarno, chi esagera si ritrova nelle botti una concentrazione pazzesca.
Prezzo medio del vino Perricone
Le bottiglie da pronta beva hanno un prezzo molto abbordabile, 8-10 euro circa. Se saliamo di un gradino e ci concentriamo su vini più strutturati e ambiziosi il prezzo decolla e raggiunge anche i 25-30 euro per le bottiglie migliori.
Quale è il miglior Perricone di Sicilia?
La nota positiva è la nuova consapevolezza che sta interessando le potenzialità il Pignatello, sta tornando piano, non in massa, ma almeno tra i vignaioli più estrosi e interessanti un barlume si luce si vede in fondo al tunnel. Strepitoso e sfrontato il Perricone Microcosmo delle cantine Barbera, che unisce frutto, stoffa e intanto molla degli schiaffi di salsedine che ti lasciano a bocca aperta. Buono, pulito e rubicondo il Perricone di Nico Barraco, che non si nasconde e offre tanta ciccia. Unico ed eroico il Nivuro Nostrale di Tanca Nica, monumento a Pantelleria e all’intransigenza enologica che rinuncia ad ogni infingimento tecnico, figlio di una spremitura di scogli e uva generosa. Il gigante (per numeri) Firriato produce il Perricone Ribeca, molto corposo, massiccio e legnoso, in stile bordolese, non molto dinamico, ma a suo modo interessante.
Zona di produzione del vitigno Pignatello-Perricone
Oggi lo si trova sparso a piccole dosi in tutta la Sicilia occidentale, ma la sua zona elettiva è compresa tra le colline vicino al mare tra Trapani e Palermo.
Abbinamenti consigliati per il vino Perricone
Spezie, struttura, calore, tannini poderosi e tanto estratto invitano all’abbinamento con carne alla griglia, piatti barbecue come se piovessero, vitello tonnato, pollo al curry, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.