Albariño: le caratteristiche del famoso vino bianco galiziano
L’Albariño è uno dei principali vitigni a bacca bianca del Portogallo, tanto che è fondamentale per la produzione del famoso Vinho Verde.
Vi diciamo subito che le origini di questo vitigno sono controverse e la paternità è contesa tra Spagna e Portogallo. In ogni modo, la sua patria elettiva, dove raggiunge il suo apice (e trova incredibile armonia con la cucina locale) è la Galizia.
Ma veniamo al vino, perché c’è tanto fermento su questo Albariño? È molto semplice, questo vino è una rock star, un vero jolly adatto a tutte le occasioni: è acido e tagliente, salato come il mare e dotato di una vivacità fruttata irresistibile, in cui le albicocche dominano. Pur essendo un vino di media struttura e di un certo spessore ha un gusto delicato e sottile, non è una bomba o un vino aromatico sfacciato come il Gewurztraminer, ma soprattutto è sempre bevibile, scorrevole, tuttavia mai banale. Un po’ banalmente si paragona spesso per assonanza di profumi al Viognier: limone, albicocca, lavanda e quel tocco decadente di albicocche mature, ma in realtà il Viognier è molto più aromatico, pieno e alcolico, quindi come intensità non sono paragonabili. Ricorda il Viognier alla lontana come profumi, ecco, potremmo dire così.
Stile e vinificazione dell’Albariño
Come detto punta tutto su freschezza, agilità e salinità, quindi raramente fa un affinamento aggressivo in legno. Si tende ad esaltarne le doti acide, senza coprire con un uso spregiudicato della barrique. Certo viene affinato sia in acciaio che in legno, ma non aspettatevi che presenti profumi di vaniglia, tabacco e altre spezie date dal legno. Non è neanche lontanamente imparentato con lo Chardonnay, non riesce a sopportare un affinamento troppo impegnativo in stile Chablis, siamo su tutt’altri toni. Tuttavia il suo spessore salato e acido gli permette di ambire ad una certa vita in cantina. Non è raro trovare degli Albariño di 6-7 anni che hanno sviluppato una certa evoluzione assai intrigante.
Detto questo, è chiaro che con queste caratteristiche così spigliate, sia un vino da bere giovane o da lasciare qualche anno in cantina, ma non pensate che ambisca alla pensione.
Ecco, per darvi un’idea del vino non pensate ai grandi bianchi francesi, ma ad un altro grande figlio del mare come il Vermentino, che lo ricorda, sebbene alla lontana per le caratteristiche di sapidità.
Caratteristiche organolettiche dell’Albariño
Al naso offre uno splendido intreccio di frutta gialla con albicocche in grande evidenza, uva spina, sale, iodio, alghe, rocce e ricordi di camomilla, lavanda e acacia. La varietà è discreta, ma non aspettatevi un turbinio di profumi. Quelli che ha sono suggestivi e ben definiti, ma finisce lì.
In bocca è esplosivo, diretto, a tratti anche sgarbato per la concentrazione di sale e limone, tuttavia ha un ritmo pazzesco, impossibile resistere ad una tale bevibilità. La struttura c’è, non è un vinello scialbo, anzi lo scheletro che forma la sua struttura è ben scolpito in un blocco di sale, ma come alcolicità non siamo a livelli stellari, anzi. Persistenza e finale lungo con tracce di fiori leggiadri.
Temperatura di servizio dell’Albariño
Essendo un bianco molto fresco e salato, esaltate la sua spigolosità con una temperatura compresa tra gli 8 e i 10 gradi.
Abbinamenti consigliati per l’Albariño
Tutta la cucina galiziana è nata per fare l’amore con questo vino: frutti di mare, tapas, acciughe, pulpo alla gallega, ma è ottimo anche con paella mista e la carbonara.