Azienda agricola Stefano Ferrucci
È sempre con una certa trepidazione che parliamo della cantina Stefano Ferrucci, un’icona del panorama vinicolo della Romagna.
Stefano Ferrucci è stato il primo ad elevare il Sangiovese di Romagna, a tradurre in poesia un territorio magnifico, quando ai tempi ci si limitava a produrre i classici fiaschi da battaglia.
Con questa rivoluzione copernicana del Sangiovese dimostrò che la Romagna poteva e deve tuttora ambire all’eccellenza, per entrare nella categoria dei pesi massimi assieme a Chianti, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano e Morellino di Scansano.
È stato il primo a far appassire i grappoli di Sangiovese creando un vino sontuoso che ha segnato in maniera indelebile il corso del Sangiovese. Ha sperimentato, lottato e alla fine se c’è questa rinascita del vino in Romagna è anche grazie a lui.
A partire dal 2007 le figlie Ilaria e Serena hanno raccolto il testimone, ma non si sono limitate a riproporre la ricetta del padre, al contrario, con coraggio e determinazione hanno intrapreso una strada propria, alla ricerca di un’evoluzione dei vini che prediligesse eleganza e rigore piuttosto che concentrazione.
Ricerche su cloni, suoli, nuovi blend, il ritorno alle vasche in cemento: le sorelle Ferrucci hanno un entusiasmo contagioso e tanta voglia di fare.
I vini Ferrucci oggi, come un tempo, parlano il linguaggio del territorio, anzi possiamo dire che non sono mai stati così territoriali, giacché gli interventi in cantina sono ridotti al minimo essenziale: il vino deve essere libero di esprimersi senza forzature, né chimiche né derivanti da un eccesso di legno. Il lavoro maggiore va fatto in vigna: quando le uve sono sane e mature non serve aggiungere molto altro per fare buon vino.
La cantina è molto bella e merita una visita: i vigneti, a 250 metri di altitudine, tra le colline di Serra— Castel Bolognese—sono splendidi, ordinati, rigogliosi, alcuni di cinquant’anni e più. Hanno molto da raccontare e osservandoli si ha la sensazione che debbano muoversi da un momento all’altro come gli Ent di Tolkien. La forma di allevamento è il cordone speronato, la vendemmia fatta a mano, con l’uva che poi viene messa in piccole cassette per l’appassimento.
Chiaro della Serra
Lo Chardonnay, il vitigno internazionale più diffuso al mondo, in blend con il Bianchino Faentino, un perfetto sconosciuto, hanno dato vita a questo vino semplice, ma molto succoso. È profumato, morbido con mandarino, pesca, timo, mandorle e zenzero, a cui si unisce la sapidità tipica di questo vitigno faentino. Il risultato è un ottimo vino da tutti i giorni, da abbinare a carbonara, cappellacci di zucca ferraresi, ma anche una semplice insalata di scampi con lime e mandorle.
Mattinale
Un Trebbiano vivace con profumi netti di erbe di campo, sambuco e mela. Scorre vellutato in bocca con buona acidità. Finale con mandorla e fieno. Da abbinare a sashimi, garganelli pancetta e scalogno.
Auriga
Il Sangiovese base della cantina è pulito, con frutto fresco—ciliegia, viola, peonie—corpo snello e un finale asciutto. Un rosso da abbinare, shish kebab di agnello oppure un classico della cucina romagnola: gnocchi al ragù di castrato.
Sangiovese di Romagna Superiore, Centurione
Sempre Sangiovese in purezza, ma la struttura si amplia, dando spazio ad una speziatura intrigante con espresso e cacao che avvolgono un cuore caldo di ciliegie, prugne e amarene. Un bel vino equilibrato, molto curato, con tannini taglienti, ma fini, da abbinare a capriolo con mirtilli, involtini di carne con pancetta e spinaci.
Sangiovese di Romagna Superiore Domus Caia, Riserva
Uno dei vini emblematici della Romagna, da uve Sangiovese appassite. Un concentrato succoso di prugne cotte, violette, cacao, caffè, amarene sotto spirito, su cui lentamente ricadono foglie secche, tè, gocce di anice. Il corpo è statuario, slanciato, con una mineralità che solletica la bocca. I tannini sono profondi, di grana finissima: un vino che ha già trovato una maturità elegante, dotato di equilibrio, ma che può ambire ad una decina di anni ancora. Un Sangiovese da abbinare a formaggi stagionati, selvaggina oppure vitello tonnato, pollo al curry, lasagne al forno, roast beef, hamburger, filetto alla Wellington. € 24.
Albana di Romagna Passito Domus Aurea
Questo passito è un nettare ambrato di rara finezza. Il bouquet è intenso, complesso, molto tipico, con profumi netti di albicocca, datteri, nocciole, fichi caramellati, zafferano, lavanda, scorzette di arancia candita, fiori di pesco, marzapane, che si alternano come perle, legate da un filo di miele di acacia. Un vino che affina in vasche di cemento e per questo molto elegante, fine, privo delle classiche note di vaniglia-cocco. Ottimo equilibrio tra dolcezza e freschezza, con finale che si perde tra mandarino e croccante di mandorle. Un vino prezioso che farà la gioia di ogni appassionato di formaggi erborinati come Roquefort, Cheddar, Gorgonzola o Single Gloucester, ma ottima anche con torta di mele, baklava, cheesecake all’albicocca o la pastiera napoletana.
Per visitare la tenuta, prenotare una degustazione o comprare i vini della cantina Stefano Ferrucci, contattare Ilaria Ferrucci.
email: [email protected]
Telefono: 0546 651068
Dov’è la cantina Stefano Ferrucci: via Casolana 3045/2, Castel Bolognese, Ravenna
Bottiglie: 95000
Ettari: 16