Tripel birra caratteristiche, sapori, storia, produzione, abbinamenti
Storia delle Tripel
La storia delle Tripel affonda le sue radici nelle abbazie trappiste e nei monasteri benedettini del Belgio e dei Paesi Bassi. Il termine “Tripel” è legato alla tradizione di utilizzare una maggiore quantità di malto rispetto alle birre “Singel” o “Dubbel”, risultando in una birra con più corpo e un più alto contenuto alcolico. Le Tripel sono conosciute per la loro complessità e l’eleganza che nasconde il loro potente punch 👊 alcolico. La Westmalle Tripel, introdotta nel 1934, è spesso citata come la pietra miliare che ha definito lo stile moderno di questa birra.
Caratteristiche delle Tripel
Le Tripel sono birre d’alta fermentazione con un colore che varia dal dorato al biondo pallido. Presentano una schiuma bianca fine e persistente. Il gusto è un equilibrio maestoso di dolcezza del malto, leggera speziatura e un finale secco ed erbaceo che invita ad un altro sorso.
Gradazione alcolica
In termini di gradazione alcolica, stiamo parlando di birre potenti, spesso comprese tra il 7,5% e il 9,5% vol. Tuttavia non pensate a delle bombe né di pesantezza né di concentrazione, tutto il contrario. Sono giocate su agilità, toni sottili e finezza efebica scolpita con il cesello.
Ingredienti e Produzione delle Tripel
La magia delle Tripel risiede nella loro semplicità: acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Tuttavia, alcuni birrifici utilizzano anche zucchero candito per aumentare il contenuto alcolico senza aggiungere corpo alla birra, contribuendo al suo aspetto leggero e alla sua effervescenza. La fermentazione ad alta temperatura e l’uso di lieviti belgi specifici aggiungono ulteriori livelli di complessità, portando note di frutta, spezie e a volte anche un leggero alcolico nel bouquet aromatico.
Il processo di fermentazione è talmente sacro che molti birrifici trappisti praticano una seconda fermentazione in bottiglia, simile al metodo Champenoise nel mondo del vino, per raggiungere quella perfezione gassata e quel finale secco e pulito.
Gradazione Alcolica
Le Tripel sono birre potenti, con un contenuto alcolico che spesso oscilla tra il 7,5% e il 9,5%. Non lasciatevi ingannare dal loro aspetto delicato e dai profumi leggiadri; queste birre hanno una potenza latente che si rivela sorso dopo sorso e vi mettono in buca. Dopo tutto sono birre monastiche e quindi è sacrosanto che abbiamo una bella carica di spirito.
8 Tripel Imperdibili
- Westmalle Tripel – L’originale, un classico intramontabile. Non delude, una ricetta collaudata che punta su toni docili di malto e un guizzo speziato.
- Chimay Cinq Cents – Una versione più dolce e fruttata. Corposa e profumatissima. Morbida, sorniona: ottima birra da panozzi e fritti di pesce.
- La Fin du Monde – Una variazione canadese che ha vinto numerosi premi. Birra di carattere, dal fascino floreale delicato.
- Karmeliet Tripel – Note di vaniglia e banana la rendono unica e carismatica. Molto piena e complessa.
- St. Bernardus Tripel – Un perfetto esempio di equilibrio e spessore gustativo: ottima propulsione, pulizia e bevibilità.
- Duvel Tripel Hop – Una Tripel con una dose luppolo extra che punta su un gusto deciso e ficcante e quasi balsamico.
- Unibroue Don de Dieu – Leggermente speziata con un finale secco. Facile da bere, pulita nella sua cristallina eleganza.
- Rochefort 8 – Più scura delle tipiche Tripel, ma con tutti i tratti distintivi dello stile. Affilata e gustosa, non teme alcun piatto piccante.
Abbinamenti
Le Tripel sono sorprendentemente versatili quando si tratta di abbinamenti. Possono essere accostate a formaggi stagionati come Gouda, Parmigiano Reggiano, Formaggio di Fossa di Sogliano o il Gruyère, o servite con piatti di pesce come il salmone affumicato. Per un abbinamento audace, provate una Tripel con cucine piccanti come la thailandese o la indiana. Un semplice pollo al curry o un Tom Yum sono eccezionali: la dolcezza maltata della birra equilibrerà splendidamente il calore delle spezie, aggiungendo un tocco rinfrescante. Da provare anche con classici piatti cinesi da asporto come riso alla cantonese e maiale in agrodolce.