Pergole Torte 2011 Montevertine: la recensione di un Sangiovese leggendario
Il Pergole Torte 2011 della cantina Montevertine è un Sangiovese grandioso, nervoso, polposo, ma dotato di quella eleganza profonda e burrascosa che, una volta provata, non si vorrebbe più dimenticare. Anzi dimenticatevi di tutti i blend pacioccosi del Chianti Classico e di tutti quei vini morbidi e docili che sono proprio il contrario del vero Sangiovese.
È un Sangiovese in purezza, una delle massime espressioni di questo nobile vitigno in terra chiantigiana, nello specifico di Radda in Chianti, la mecca del Sangiovese toscano, che qui trova finezza, carattere e acidità unici. Inutile menar il can per l’aia, il Pergole Torte 2011 Montevertine è superbo e ambizioso, sfacciato e arrogante. Un vino nato per sfidare i decenni e gli stereotipi, un nettare che poco concede alla morbidezza e alla marmellata, ma anzi al contrario cerca di concentrarsi in un’espressività austera e balsamica. La struttura è maestosa, il corpo è notevole per spessore e anche se l’annata è stata molto calda, i toni maturi sono sotto controllo e non sfociano mai nel surmaturo.
Come viene prodotto il vino Pergole Torte 2011 Montevertine
La cantina Montevertine non ha bisogno di tanti salamelecchi. Gestione biologica al limite del naturale di 18 ettari. Ogni operazione è svolta a mano. E in questo caso, le vigne di Sangiovese hanno un’età che va 50 ai 30 anni, per cui non possiamo di certo lamentarci. Macerazione lunga, poi affinamento in legno piccolo e grande per due anni. I suoli a base di argille e galestro fanno il resto e donano mineralità alle uve.
Caratteristiche organolettiche del Pergole Torte 2011 Montevertine
Ma quello che ci interessa è l’intransigenza di questo Sangiovese. Purezza di vitigno, ma anche stilistica e di succo. Il vino non è plasmato, ma aiutato da un legno dolce che non ha sporcato il varietale. L’estratto è notevole e arrogante, i tannini sono poderosi, tuttavia sono acidità e nerbo ad impressionare. Il bouquet è una sarabanda di profumi di bosco, di ciliegie sotto spirito, ma non manca una cornice erbacea, con spezie dolci, tabacco, mille rimandi balsamici e fiori. Ma ancora una volta è la finezza a trionfare. Ad emergere sono i profumi di pomodoro ed anguria, quelli più pungenti sono sussurrati in punta di labbra.
Al palato attacca poderoso, la grinta acida è ancora dirompente. In bocca sa di rocce, ciliegie e china. La complessità è già ottima, il terziario è in pieno sviluppo e inizia a dare allungo al volume aromatico di questo piccolo gioiello enologico toscano.
Non aspettatevi un vino muscoloso o soffocante, quanto un canto druidico dei boschi. Un affresco rupestre tratteggiato con leggerezza.
Abbinamenti consigliati
Vino di spessore ad ampio raggio. Lo potrete abbinare ad goloso panino con la finocchiona, ma anche a piatti più elaborati come pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington