Hakushu 12 year old single malt whisky: recensione
Il The Hakushu 12 year old single malt whisky è uno dei distillati giapponesi più raffinati, eleganti e sottili, dove note erbacee verdi e pungenti, si mescolano ad un filo di torba, a cornucopie di fiori e un frutto acido e terso.
Senza ombra di dubbio è uno dei whisky giapponesi più esaltanti e particolari che potrete mai assaggiare, ma dopo tutto la distilleria Hakushu è la punta di diamante della Suntory e produce in condizioni uniche. Considerate che la distilleria Hakushu è immersa nel verde die boschi delle Alpi Giapponesi, ad una altitudine di 700, se la visitate vi sembrerà di entrare in una manga, manca solo che sbuchi la principessa Mononoke da dietro una quercia secolare.
Il segreto di quella che è considerata la distilleria più cool del Giappone è molto semplice: qualità assoluta senza compromessi. E non parliamo di prezzo del malto, ma di eclatante feticismo giapponese. Dimenticate i blend blandi e stilizzati, sì, ok, l’Hibiki è buono e scorre come seta, ma se volete fare il primo passo nel mondo del vero whisky giapponese, allora provate ad assaggiare questo The Hakushu 12 year old single malt whisky.
L’aria quassù in montagna è tersa e pulita, l’acqua con cui fanno whisky proviene dalla neve del monte Kaikoma, il malto è importato dalla Scozia e per finire nella distilleria sono presenti ben 12 alambicchi, tutti diversi, ognuno con una funzione ben precisa. Il grado di fanatismo produttivo è assurdo. Ma non pensate che sia una clonazione giapponese del DNA scozzese: si potrebbe pensare che i Giapponesi abbiano solo traslato un’idea scozzese in Giappone ricreando condizioni simili. Luogo simile, montagne, boschi, alambicchi discontinui di rame, non è proprio così semplice la questione, dietro c’è una ricerca estetica che solo la caparbia giapponese poteva alimentare. Ma veniamo al nostro amato whisky 12 anni, ora vi siete fatti un’idea della distilleria dove nasce.
Caratteristiche organolettiche dell’Hakushu 12 year old single malt whisky
Il bouquet è un sussurro di bosco, un turbinio continuo di note verdi di male, pera, erba ed erbe alpine, basilico, salvia, olive, finocchio e poi arrivano foglie e toni terrosi che ricordano la finezza etera di un Barolo. Il frutto è verde anch’esso, affilato, succoso, in bilico tra limone e mele, tinto di miele di castagno, sfocia nel peperone, torna alla banana passando per note più pungenti di pino, zenzero e rafano. La varietà è incredibile, la finezza unica, declinata con precisione assoluta. Torba appena accennata, un fuoco in lontananza che cova sotto le braci.
Al palato è floreale, si apre petalo dopo petalo, alternando sapori dolci, a piccole dosi di legno e questa carica erbacea che sa di clorofilla, muschio e lemongrass anche al palato. Descritto così sembra una panna cotta al limone, ma è molto di più: il malto si è affilato, mostrando il suo lato più boschivo e timido se vogliamo. Non pensate neanche per un secondo alle bombe fruttate pompate dalle botti di sherry in stile Macallan o Glenfarclas, questo è un richiamo della foresta tutto suonato su uno spartito delicato. Persistenza immensa, articolazione fuori dal comune, anche grazie ad un lieve refolo torbato che fa da filo conduttore per tutte le altre suggestioni. Per quanto sia piacevole, erbaceo, pieno di melone, banane e delicatezza la struttura è notevole, magari non picchia sul palato, il calore è sotto controllo, ma la stoffa è notevole.
Il motivo di questa freschezza erbacea è dovuta ai tre giorni di fermentazione del wash, un tempo lungo che permette ai lattobacilli di svilupparsi e lavorare, lasciando la propria impronta durante una fase fondamentale della produzione del whisky. Nulla è lasciato al caso.
Come è prodotto il Hakushu 12 year old single malt whisky
Qui entra in gioco la maestria dei distillatori giapponesi: il Hakushu 12 anni è frutto di un blend di 3 batch dello stesso single malt ma trattati in maniera diversa. Uno affinato in botti ex bourbon, un distillato affinato in botti usate per lo sherry e poi un distillato non molto torbato affinato in botti ex bourbon. Il fatto che la distilleria Hakushu prediliga l’affinamento in botti ex bourbon non è un caso: dopo anni di ricerche e sperimentazioni hanno notato che l’affinamento in queste botti è meno drastico e più delicato. Il motivo sta nelle condizioni microclimatiche: l’aria è più fredda, pulita e circola di meno e questo comporta una maturazione-ossidazione più lenta e meno marcata.
Prezzo
190-200 euro: non è regalato, stiamo parlando di tanti soldi, ma per un whisky di questa grande qualità è un prezzo accettabile. Considerate che il Hakushu 18 costa almeno 600 e il 25 anni almeno 5300 euro. Non stiamo a discutere sulla questione etica di spendere soldi per una bottiglia di whisky: quello che è certo è che questi distillati sono figli di un terroir unico, irripetibile, di tanta cura, passione sconfinata e attenzioni che faticherete a trovare anche in Scozia. Considerate questo: l’Hibiki Japanese Harmony master’s select è discreto e costa 140 euro, se aggiungete 50-60 euro comprerete un piccolo capolavoro.
Quali piatti abbinare?
Dolci al cucchiaio, zuppa inglese, cioccolato, terrine di salmone, brisket e pulled pork, salame di cioccolato, torta di mele, tiramisù.