Cointreau: che cos’è, come viene prodotto e quali cocktail fare
Il Cointreau è il triple sec francese più famoso del mondo, un liquore classico prodotto tramite la macerazione di arance amare in alcol, che in un secondo passaggio viene distillato per trovare finezza ed esaltare il sapore aromatico delle arance.
Ma a cosa serve il liquore Cointreau di preciso oltre a fare cocktail memorabili come Margarita, Cosmopolitan e White Lady? In teoria potete servire il Cointreau a 12 gradi come digestivo o anche come aperitivo aggiungendo soda e succo di lime, limone, bergamotto, mandarino o semplice arancia. Ci sono mille modi per berlo, ma senza ombra di dubbio il suo gusto così complesso, ma non molto sfumato, si presta alla miscelazione in modo egregio.
Non è di certo un grande solista come liquore, ma, come tutti i triple sec, è un gregario generoso che sa come rendere gli altri ingredienti più espressivi. È un esaltatore di magnificenza, un legante splendido per respiro e volume aromatico, ma bevuto liscio è un po’ monolitico.
Il bouquet
I profumi sono intensi, pungenti e intessuti in un quadro aromatico dominato da tutti i possibili agrumi esistenti sulla Terra. Sentirete questi agrumi declinati in mille forme: buccia, succo, oli essenziali, marmellata, buccia bruciata, fiori di arancio, affogati nel miele di fiori di arancio. A chiudere lievi sentori floreali, poche spezie, vaniglia, noce moscata e una nota pungente molto eterea. Nel complesso è ampio, sontuoso, ma la varietà non è il suo forte, ma per scelta. Va dritto per la sua strada e non vuole di certo fare il ruffiano.
Il sapore
Al palato va molto meglio, osa, si lancia in voli pindarici, offre svariate sfaccettature e non si ferma. È affilato, sospinto da una vena fresca esaltante che saltella tra infiniti sapori di agrumi, inframezzati da pepe, macis e sapori più maturi, maderizzati di marmellata e menta. La struttura è solida, il calore è ben veicolato dall’acidità del sorso e non è mai ridondante. Se considerate il prezzo molto abbordabile, il Cointreau è un triple sec che ha pochi rivali nella fascia dei 14-16 euro e pur essendo un prodotto industriale prodotto in decine di milioni di bottiglie non risulta mai banale.
Quali sono i cocktail da fare con il Cointreau?
Questo liquore è presente in alcune delle più importanti ricette cocktail che ogni bartender dovrebbe conoscere alla perfezione. Ecco i principali: Margarita, Kamikaze, Angelo Azzurro, Lemon Drop Martini, Between the sheets, Sidecar, Cosmopolitan e il White Lady.
La storia del Cointreau
Come ben sapete tutti i triple sec derivano dai curacao, i primi veri liquori aromatizzati con arance Laraha prodotti dagli Olandesi sull’isola di Curacao, dove gli spagnoli avevano portato da Valencia questo tipo di arance amare.
Per cui chiariamo un concetto: la famiglia Cointreau non ha inventato niente: ha soltanto raffinato il processo di produzione del Curacao, ha eliminato il cumino che gli Olandesi usano per il curacao e ha prodotto liquori più “amari” e definiti. È vero certamente che il liquore Cointreau è stato il secondo triple sec mai prodotto dopo il Combier. Combier e Cointreau sono stati dei pionieri e grazie alle straordinarie conoscenze in campo distillatorio dei francesi hanno rivoluzionato il mondo dei distillati creando i primi “curacao alla moda francese”, che in alcuni casi sono prodotti anche con macerazione delle bucce di arancia nel Cognac, come nel caso del Grand Marnier, il grande rivale del Cointreau.
Tornano alla storia del nostro liquore, la leggenda narra che nel 1875 Edouard Cointreau, appena entrato nella distilleria di famiglia decise di produrre un liquore aromatizzato con buccia di arance, a quei tempi frutti ancora considerati esotici e rari.
Le prime bottiglie di Cointreau avevano sull’etichetta la scritta Curacao triple sec Cointreau, ancora non avevano staccato il cordone ombelicale dall’isola di Curacao, nonostante il Cointreau sia sempre stato prodotto in Francia.
Nel giro di pochi anni il liquore ebbe un successo mondiale e così nacque uno impero vero e proprio, tanto che oggi sono più di 12 milioni le bottiglie di Cointreau prodotte ed esportate nel mondo. Da notare che il padre e lo zio di Edouard Cointreau erano pasticceri ed iniziarono a produrre liquori per la produzione di dolci, perché consideravano inadeguati e dozzinali i liquori che avevano a disposizione al tempo. Per la serie: “Chi fa da sé, fa per tre, anzi per milioni…”
Come si usa?
A livello pratico se dovete fare cocktail usare Cointreau, triple sec o curacao è uguale, non ci sono differenze abissali. Solitamente, ed è un solitamente da prendere con le molle, il triple sec è di qualità maggiore e contiene meno zucchero e ha un gusto più affilato e amaricante.
Come si fa il liquore Cointreau
Il processo da descrivere è molto semplice, la realizzazione pratica è arte distillatoria. Si prende dell’alcol a 96, come quello che usate per fare liquori home made, poi si mettono le arance in infusione per 24 ore, dopodiché l’alcol in cui le arance hanno rilasciato i propri oli essenziali viene distillato con il classico alambicco charentais, quello usato per il cognac. Ricordatevi che siamo sempre in Francia, la patria indiscussa dei distillati. Il processo è sempre quello: l’alcol evapora 75 gradi l’acqua a 100, quindi si fa bollire per separare i due elementi. Si scalda l’alcol a bagnomaria per far evaporare l’alcol, si raccolgono i fumi che salgono in una serpentina, raffreddata o immersa in acqua, e così i vapori ritornano allo stato liquido. Ovviamente il risultato è concentrato sia a livello aromatico che a livello alcolico, quindi da una gradazione tossica di 80 e passa gradi si porta il liquido ai canonici 40 gradi, aggiungendo acqua e zucchero per addolcire. Solo a questo punto diventa un liquore vero e proprio e viene imbottigliato.
Gradazione
40 gradi.
Prezzo
15 euro già compreso di iva al cash and carry: un prezzo accettabile.