Arshura 2016 Valter Mattoni: la recensione di un Montepulciano di rara intensità
Il vino Arshura 2016 Valter Mattoni è un rosso intenso e senza compromessi che esalta la potenza di un vitigno gargantuesco come il Montepulciano. Pochi sono gli interpreti più estroversi e veraci di Valter Mattoni, un marchigiano che i piedi ben piantati nella terra delle colline ascolane, proprio come le sue vigne.
E appena annuserete questo vino verrete colpiti da un pugno in faccia: profumi rutilanti, un frutto massiccio e maturo vi avvinghia il naso e al palato troverete un tannino colossale e una struttura senza fine. L’annata 2016 è appena appena pronta, per cui mettetevi il cuore in pace. Ok, è un gran bel vino, ma bevuto adesso è una spremuta tannica che non ha raggiunto il suo pieno potenziale.
Questo Montepulciano non vuole essere fine e sottile, ma pieno e gioioso, senza filtri, diretto e colossale. Non troverete solo estratto e profondità, ma anche grande profondità, dovuta ad un microclima unico che si crea sulle colline di Castorano.
Occhi però a non confonderlo per uno dei tanti emuli del Kurni, il Montepulciano di Oasi degli Angeli che ha “nobilitato” e rilanciato il Montepulciano con una concentrazione pazzesca che quasi si taglia con il coltello.
No, questo Montepulciano ha forse meno ambizioni, ma è molto più naturale e credibile nello sviluppo, sicuramente è meno pompato.
Anche questo è denso e maturo, tuttavia si sente il richiamo selvatico e sprezzante del Montepulciano in sottofondo. Ci sono note balsamiche, di pino, di terra e amara e i tannini non sono così levigati.
Arshura è un nome emblematico: la sete che ti consuma e ti brucia dentro, quella brama insaziabile. E questo è così focoso e sfacciato, ruvido, primordiale nei tratti e nella forma, senza mai scadere nel rustico o nelle imperfezioni.
L’intrisneco tratto selvaggio del Montepulciano c’è e si sente: non è del tutto domato. Mentre il Kurni, per quanto sia buono, è all’opposto domato e piegato in un binario gustativo che diventa alla lunga quasi una parodia di sé stesso.
Sono due interpretazioni differenti e non paragonabili, soprattutto se si considera il prezzo. Il Kurni costa almeno 110, questo Arshura arriva a malapena a 25. Come detto non facciamo paragoni: presentiamo soltanto i due volti della stessa medaglia.
Come viene prodotto
Questo vino è eredità, tradizione, una questione di famiglia. Valter ha seguito le orme del padre e del nonno prima. Le vigne hanno un’età di 35 anni e affondano le radici in colline che raggiungono i 300 metri. I suoli sono a base di argille. Il mare dista poco e influenza con le sue brezze le temperature e la qualità delle uve. Vendemmia a fine ottobre, macerazione di 15-20 giorni e fermentazione spontanea in acciaio. Il vino riposa in barrique per 15 mesi e poi è imbottigliato.
Caratteristiche organolettiche
Il bouquet è fantastico per tipicità e la brutalità carnosa che sa raggiungere il frutto. Ciliegie, amarene, mirtilli sotto spirito, il tutto è condito da fiori, rabarbaro, china, spezie dolci, cacao. Ha tutto: è un caleidoscopio che renderà felici i feticisti dei profumi. Potrete annusarlo per ore e ore senza mai stancarvi.
Ma quello che è davvero fuori dall’ordinario è il richiamo balsamico che sa di pineta, di mare e resina, di eucalipto e olive, con timo a chiudere.
Al palato è roccioso, strutturato con i tannini che danno vigore e modulano il sorso, inframezzando splendidi sapori terrosi a questo frutto maturo, ma mai stracotto. Ritmo incalzante, grande potenza, ma la finezza c’è ed è fusa in un turbine senza fine di sapori.
Abbinamenti consigliati
Taglieri di salumi, pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, pulled pork, hamburger, filetto alla Wellington, paella.