Abbinare il Montepulciano al cibo: i piatti da provare
Quando si parla di abbinamenti vino cibo, il Montepulciano d’Abruzzo e Marche è protagonista indiscusso. I suoi punti di forza sono l’ottima acidità e i suoi raffinati toni speziati, il tutto sorretto da un tannino deciso. Avendo un buon corpo, riesce a reggere anni di affinamento in botte: il vino si arrotonda e ha modo di svilupparsi ulteriormente, garantendo una filigrana più fine.
Abbinamenti del terroir
Il Montepulciano ha un’anima “montanara” e adora i sapori forti della carne di agnello e capretto, che a loro volta vanno a nozze con l’intenso gusto fruttato del vino. Ottimo anche per l’abbacchio, l’agnello in umido, l’agnello ripieno alla toscana, coi carciofi, per un cosciotto al forno per il giorno di Pasqua. Per il nirvana, provare il Montepulciano abbinato agli arrosticini di pecora o alle costolette di agnello. Ancora meglio se la carne è marinata con vino, salvia, basilico, rosmarino, timo, maggiorana: il massimo è un Montepulciano rustico, in cui spiccano le stesse note balsamiche.
Ma il Montepulciano è ottimo anche con i vincisgrassi, un’aristocratica lasagna preparata con tartufi e Marsala; con le lasagne abruzzesi con polpette e in genere, tutte le paste fresche per cui l’Abruzzo è famoso. Quello di cui dobbiamo tenere conto in questo caso è la grande acidità, che permette al Montepulciano di contrastare qualsiasi sugo di pomodoro o comunque a base acida. Ovviamente anche le lasagne verdi alla bolognese invitano a stappare un ottimo Montepulciano di montagna come quello di De Fermo.
Grigliate di carne
Non sbaglierete mai, ma abbiate l’accortezza di prediligere vini più pieni e barricati: la loro carica alcolica e le note di frutta sotto spirito si abbineranno anche a carni affumicate o a barbecue elaborati come quelli texani. Provate un Montepulciano Tonì 2008, di Cataldi Madonna, con costolette di agnello in crosta di pistacchi per un grande successo.
Filetti con riduzioni acide
Ottimo da giovane per accompagnare salse di aceto balsamico, lime, ma anche dal sapore dolce che richiamino il frutto, come amarene e more oppure con maiale con le mele.
Piatti sostanziosi
Pasticci di cacciagione, brasati, carni elaborate con note selvatiche e speziate, preparazioni con funghi porcini o tartufo, soprattutto un buon risotto al tartufo, eccellono con i Montepulciano più invecchiati, dove emergono le note terrose, creando un’amalgama perfetta. L’ossobuco alla milanese non può trovare compagno migliore di un Montepulciano: acidità per rinfrescare dal grasso e frutta croccante per esaltare uvetta, spezie e pinoli. Il tannino morbido prepara la bocca al boccone successivo.
Marinature coreane
La carne, se fatta riposare in aglio, sesamo, zenzero, succo di nashi, miele e salsa di soia, sembra essere nata per sposarsi con il Montepulciano, provatelo con le costine alla brace alla coreana.
Fegato alla veneziana
La dolcezza della carne, della cipolla stufata e del frutto si fondono alla perfezione.
Schnitzel con marmellata di more
E più in generale con preparazioni fritte che abbiano una punta di acidulo come le alette glassate al lime e zenzero.
Anatra all’arancia o laccata
Gli agrumi e la dolcezza pungente della carne si sciolgono nei toni dolci del vino meravigliosamente.
Pesce grasso come spada e salmone
L’abbinamento definitivo è con il pesce spada alla messinese o salmone in salsa teriyaki, dove le tendenze sapide del piatto e del vino si alternano una dopo l’altra in uno gioco di rimandi molto vivace. Serve un vino abbastanza giovane e fragrante dotato di note iodate. Per questo piatto Emidio Pepe è un must.
Spezie
Specialmente quelle dolci. C’è un legame sottile che intriga tra Montepulciano e curry. Dalla cucina thailandese a quella indiana gli abbinamenti sono infiniti, l’unico avvertimento è non esagerare con il piccante, altrimenti l’alcol del vino andrà in ebollizione. L’apoteosi è con il curry di agnello o curry di pollo.
Con lo zafferano
Eccellente la combinazione con risotto alla milanese e omonima cotoletta, dove il vino taglia la grassezza e al contempo danza con le sfumature dolci. A tal proposito provare la paella colombiana, risotti, creme e polenta con funghi con i vini di una certa età.
Formaggi stagionati
Dal classico pecorino d’Abruzzo al Talamello, un formaggio marchigiano che matura nelle fosse assumendo aromi di sottobosco e tartufo. Menzione speciale anche per l’abbinamento Montepulciano e pecorino di Pienza, davvero notevole. Vale la regola che più è stagionato il formaggio e più ha da esserlo il vino. Anche con gli erborinati se la cava egregiamente, visto che le note piccanti si stemperano nella frutta caramellata.