Le Marche sono un’esplosione di colore, puro fauvismo vivente. Il guizzo dei pesci nei pescherecci appena attraccati. Il turchese del mare lambito dalle distese di girasoli. Un antico mulino sommerso dagli ulivi. Borghi inerpicati sui Monti Sibillini che emergono dopo un susseguirsi di vigneti.
Il segreto delle Marche è questo: la sottile linea di confine tra mare, cielo e terra non esiste. Ma non pensate ad una terra confusa. Anzi. Qui uomo e natura vivono da sempre in simbiosi e hanno imparato a conoscersi. E dalla loro convivenza è emerso un intreccio finissimo di arte e natura, su cui aleggia il richiamo del mare, che addolcisce il clima per le coltivazioni di cui la regione va tanto orgogliosa.
Non a caso le Marche sono la nuova meta prediletta dagli stranieri che vogliono lasciarsi alle spalle la frenesia delle metropoli. Prendete ad esempio Urbino, una città dall’aspetto altezzoso dovuto alla perfezione geometrica che viene dai suoi palazzi, tutta arroccata su una montagnola, distante, sembra disabitata. Ma il distacco è solo un’impressione: Urbino è meravigliosa, calda, piena di fermento. Il Palazzo Ducale ospita una pinacoteca d’eccezione, tra cui spiccano molti capolavori dei maestri del Rinascimento, tra cui Piero della Francesca.
Ma ogni angolo vi riserva sorprese. Provate a fermarvi a contemplare il panorama dall’alto del Santuario di Loreto, in cui è conservata la casa della Madonna, trasportata da Nazareth “per ministero angelico”. Oppure quello sotterraneo delle grotte di Frasassi, veri e propri giardini geologici. Rimarrete stupefatti da tanta bellezza, come dai vini di questa regione.
Vini veri, pieni di succo, ma raffinati, segnati dalla storia di questa terra. Ogni vino è un manifesto di un luogo particolare, magari dove i Romani hanno piantato le prime vigne o dove ancora un gruppetto di vignerons coltiva un antico vitigno che mai nessuno conoscerà. E dobbiamo ringraziarli per questo, perché dopo anni di affinamento delle tecniche, di ricerca di cloni e di selezione dei vitigni, i risultati sono arrivati e siamo ben felici di coglierli. E non stiamo parlando solo di grandi bianchi come il Verdicchio, ma anche di Sangiovese, Lacrima di Morro, Montepulciano e Vernaccia di Serrapetrona, tutti autoctoni o quasi, tutti da scoprire!
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