Ciliegiolo: vino, vitigno e caratteristiche organolettiche
Il Ciliegiolo è un vitigno storico toscano, coltivato da secoli nelle ridenti colline della Toscana, ma soprattutto in Maremma, nella zona di Lucca e del Chianti Classico, dove fino a pochi anni fa era la fedele spalla del Sangiovese nella composizione dell’uvaggio del Chianti Classico.
Poi è iniziato il suo declino da quando si è iniziato a produrre Sangiovese in purezza, ma dalle ceneri è risorta una fenice sfavillante, perché molti vignaioli toscani si sono accorti che anche il Ciliegiolo in purezza non era niente male. Anzi è un vino di tutto rispetto, molto diverso dal Sangiovese, più speziato, più fruttato e sontuoso e meno acido e austero. Il risultato è ancora una volta chiaro: produrre in purezza i vitigni nel loro habitat ideale è una scelta vincente, permette una selezione clonate più accurata, rigorosa e foriera di grande profondità nei vini.
Il bouquet del vino Ciliegiolo
Il naso è conturbante, sontuoso, ampio e suadente: frutto maturo con ciliegie in evidenza, amarene, fiori, poi spezie a raffica, come se piovessero. Pepe, noce moscata e mille altre, tanto che se la gioca alla pari con il Syrah per il premio come vitigno più speziato in assoluto. Buona varietà: i profumi del Ciliegiolo sono spettacolari.
Il sapore del vino Ciliegiolo
Al palato è caldo, ampio, pieno di polpa, ma non esattamente scattante, infatti la scarsa acidità è il suo punto debole. Per questo motivo è fondamentale trovare il giusto equilibrio nella maturazione delle uve tra zuccheri, acidità e la gestione dei vinaccioli. Considerate che solitamente il Ciliegiolo si vendemmia a metà settembre, quindi presto e bisogna fare delle scelte molto precise per non pregiudicare l’acidità del vino, ma anche per evitare che il vino prenda quella nota verde tipica delle uve non perfettamente mature. La struttura è ampia, i tannini sono forti e danno vigore e slancio al vino, rendendolo pieno, ma sdrammatizzando l’impatto alcolico. Nel complesso è un vino dal potenziale ancora inesplorato, anche se in Maremma e a Bolgheri stanno producendo delle buone bottiglie. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo sulla strada giusta e ne vedremo delle belle.
Storia del vitigno Ciliegiolo
Non ci sono molte informazioni e neanche teorie attendibili: la leggenda narra che sia giunto in Toscana con dei pellegrini appena stati a Santiago di Compostela, E questo spiega il fatto che il vitigno sia conosciuto anche con il nome Ciliegiolo di Spagna. Gli ultimi studi ampelografici di Crespan confermano che Aglianicone e Ciliegiolo sono lo stesso vitigno e che a loro volta sono figli del Sangiovese.
Zona di produzione del vitigno Ciliegiolo
La Toscana è la patria elettiva del Ciliegiolo, lo troviamo in tutta la regione, a partire dalle province del nord come Lucca, da cui si è espanso fino ad arrivare in Liguria, dove lo troviamo nella DOC Colli di Luni e Golfo del Tigullio. Se scendiamo troviamo il Ciliegiolo nel suo habitat naturale: le colline assolate e battute dalle brezze del mare della Maremma e Bolgheri. In queste due zone, ma soprattutto in Maremma il Ciliegiolo prodotto in purezza sta dando risultati eccezionali, confermandosi come vino di buona caratura e struttura, mostrando una tipicità unica che merita di essere scoperta, grazie alle sue caratteristiche così originali e diverse rispetto al Sangiovese o ai classici blend di Bolgheri. Lo potete trovare sporadicamente anche in Puglia e in Umbria, dove è usato come vino da taglio. Le DOC toscane: DOC Parrina, DOC Colli Lucchesi, DOC Montecarlo, DOC Val di Cornia, Chianti e DOCG Chianti Classico.
Abbinamenti vino cibo per il Ciliegiolo
È un vino caldo, speziato e molto strutturato, quindi è carnivoro per natura e si adatta benissimo a piatti succulenti e proteici. Grazie al corredo pepato e speziato è ottimo con pollo al curry, pulled pork, empanadas di carne argentine, hamburger, filetto alla Wellington.