Brouilly: il gigante gentile del Beaujolais
Chi pensa che il Beaujolais sia solo vino giovane e beverino, non ha mai messo il naso in un calice di Brouilly. Questo Cru è il più vasto e scenografico della regione, un vero gigante gentile che sorprende per ampiezza, personalità e versatilità a tavola. Tra i pendii del Mont Brouilly e i villaggi che ne circondano la base, nasce un rosso fruttato, croccante e minerale che ha fatto scuola: vino sincero, accessibile, ma capace di invecchiare e stupire. Qui il Gamay trova uno dei suoi habitat d’elezione, regalando vini che parlano il linguaggio della freschezza e della gioia di vivere francese, ma con un carattere tutto proprio.
The Basics
Nome: Brouilly
Zona di produzione: Sud del Beaujolais, dipartimento del Rodano, ai piedi del Mont Brouilly
Superficie vitata: circa 1.300 ettari (il più grande dei 10 Cru del Beaujolais)
Vitigno: Gamay Noir à Jus Blanc (100%)
Denominazione: AOC Brouilly dal 1938
Altitudine: tra 200 e 500 metri s.l.m.
Suolo: sabbie granitiche, argille rosse, scisti blu, porfido
Clima: semicontinentale con forti escursioni, influenza mediterranea
Gradazione media: 12,5-13% vol.
Produzione media annua: circa 8,5 milioni di bottiglie
Temperatura di servizio: 14-16°C (anche leggermente fresco d’estate)
Annate iconiche: 2010, 2014, 2017, 2018, 2020
Prezzo medio: 13-18 euro (alcune selezioni e vecchie vigne arrivano a 35-40 euro)
Origini e storia
Brouilly prende il nome dal Mont Brouilly, collinone vulcanico che domina il panorama del sud Beaujolais. La viticoltura qui è antichissima: le prime menzioni risalgono all’epoca romana, ma la vera esplosione arriva nell’Ottocento, con l’affermarsi del Gamay e la creazione dei Cru. Riconosciuto come AOC dal 1938, oggi Brouilly è considerato uno dei rossi più riconoscibili e godibili della regione, famoso anche per il colore vivido e la facilità di beva.
Terroir: dove il Gamay cambia volto
Il terroir di Brouilly è una meraviglia della natura: suoli diversissimi, che vanno dalle sabbie granitiche alle argille rosse, fino alle rare vene di scisti blu e porfido del Mont Brouilly. Questa complessità geologica si riflette nei vini: minerali, speziati, con una freschezza che invita al secondo bicchiere e una struttura insospettabile per chi pensa solo ai Beaujolais Nouveau. L’esposizione a sud-est garantisce maturazione ottimale, mentre le brezze fresche mitigano il clima nei mesi più caldi.
Caratteristiche organolettiche
Il Brouilly si presenta con un colore rubino brillante e riflessi violacei. Al naso esplode con aromi di fragola, ciliegia, lampone, peonia e violetta, spesso accompagnati da una tipica nota minerale di pietra bagnata e pepe bianco. In bocca è rotondo, succoso, con tannini delicati e una freschezza che lo rende irresistibile già da giovane. I migliori esemplari, soprattutto dalle vigne vecchie o da suoli più minerali, sviluppano con il tempo sentori di prugna, spezie dolci, liquirizia e una profondità sorprendente.
Stili e produttori
La maggior parte dei Brouilly è vinificata secondo la tradizione “semi-carbonica” del Beaujolais, che esalta il frutto e rende i vini pronti subito. Tuttavia, non mancano versioni più strutturate, con lunghe macerazioni e affinamento in legno o cemento. Negli ultimi anni, molti vigneron stanno puntando su microvinificazioni parcellari e lavoro artigianale, con risultati che fanno impazzire anche i sommelier più scettici.
Ecco 8 produttori top da segnare:
- Georges Descombes – uno dei maestri del Beaujolais naturale, vini profondi e di grande personalità
- Château Thivin – storia e qualità assoluta, ottime selezioni di vecchie vigne
- Domaine Ruet – stile pulito, prezzi corretti e grande tipicità
- Domaine de la Madone – eleganza e longevità, focus su singole parcelle
- Jean-Claude Lapalu – biodinamica, estrazione delicata, vini sorprendenti
- Domaine du Vissoux (Pierre-Marie Chermette) – precisione, freschezza, garanzia
- Domaine des Terres Dorées (Jean-Paul Brun) – grandissimo interprete del Gamay
- Domaine Dupré Goujon – piccoli lotti, grande lavoro sulla mineralità
Abbinamenti gastronomici
Il Brouilly è uno dei vini più versatili a tavola: perfetto con salumi, pâté e terrine, pollo arrosto, anatra laccata, costolette d’agnello, quiche lorraine, paella, vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington. Da provare con formaggi come Saint-Marcellin, Reblochon o Brie de Meaux. Il servizio leggermente fresco esalta la sua beva e la succosità.
Prezzo e curiosità
I Brouilly partono da 13-15 euro a bottiglia per le versioni base, fino a 30-40 euro per parcelle rare, vecchie vigne o lavori biodinamici artigianali. Un rapporto qualità/prezzo spesso imbattibile rispetto ad altri rossi francesi di prestigio.
Curiosità: esiste anche la piccola denominazione “Côte de Brouilly”, racchiusa tutta intorno al Mont Brouilly, celebre per i vini ancora più minerali e austeri.
Il Quizzone
- Il Brouilly si può invecchiare?
Sì, soprattutto i vini da vecchie vigne e suoli minerali: reggono anche 8-10 anni. - Solo Gamay?
Sì, disciplinare rigidissimo: solo Gamay Noir à Jus Blanc. - Meglio Brouilly o Côte de Brouilly?
Diversi: Brouilly è più fruttato e pronto, Côte de Brouilly più minerale, austero e verticale. - Serve decantarlo?
I vini giovani non ne hanno bisogno; i più strutturati migliorano con un po’ di aria.
Annate memorabili di Brouilly negli ultimi vent’anni
Negli ultimi due decenni il Beaujolais e in particolare Brouilly hanno visto annate spettacolari, altre più difficili, alcune davvero uniche per carattere. Il clima ha oscillato tra annate calde, che regalano Gamay rotondi, morbidi e molto fruttati, e stagioni più fresche, capaci di donare eleganza e acidità brillante.
2003 e 2009 sono state annate torride, con vini potenti, alcolici, quasi mediterranei nel frutto.
2005, 2010 e 2015 sono unanimemente considerate tra le migliori: vendemmie equilibrate, maturità perfetta, vini longevi, profondi, capaci di evolvere per anni.
2011, 2014, 2017 e 2018 sono annate “classiche”, fresche, con Gamay più sottili, floreali, giocati sulla vivacità e la beva, perfetti per chi cerca il lato elegante del Brouilly.
2018 e 2020 sono annate recenti da segnare: calde ma con raccolte tempestive, grande ricchezza aromatica e colori intensi, senza perdere acidità.
2016, 2012 e 2007 sono più difficili, segnate da piogge o condizioni irregolari, ma proprio per questo regalano spesso vini più leggeri, sorprendenti per la freschezza e la trasparenza.
Negli anni secchi e caldi (2003, 2009, 2015, 2018, 2020) aspettati Gamay densi, fruttati, speziati e pronti da bere anche subito, mentre le annate più fresche o classiche (2005, 2010, 2014, 2017) offrono Brouilly più eleganti, minerali e capaci di invecchiare.
In sintesi: dal 2005 in poi, chi sceglie un buon produttore a Brouilly trova quasi sempre vini affidabili, ma le annate top da collezionare sono 2005, 2010, 2015 e 2020.