Spumante Fattoria Monticino Rosso Blanc de Blanc: recensione
Lo spumante Fattoria Monticino Rosso Blanc de Blanc è un vino senza compromessi che non guarda in faccia a nessuno. È un vino duro e puro, forse un po’ troppo spigoloso al momento, ma che prometto davvero bene non solo per la cantina, ma anche per gli spumanti metodo classico a base di Albana che stanno nascendo in questi ultimi anni in terra romagnola.
C’è da dire che siamo ancora agli albori, l’esperienza non è che sia così profonda e ancora molti stanno sperimentando per trovare la giusta cifra e un buon equilibrio, ma in questo caso siamo sulla buona strada.
Quello che è certo è che siamo anni luce dalla DOC Romagna Spumante Millebolle, un esperimento che non avremmo mai voluto assaggiare. Ma per inseguire il prosecco, e riciclare tutto il buon Trebbiano che abbiamo in pianura, ci si inventa anche uno sciampagnino romagnolo, con un gargantuesco volo di fantasia.
Ma torniamo alla nostra albana spumantizzata. Qui il lavoro fatto è stato certosino e, se vogliamo, draconiano. Non ci sono zuccheri ad ammorbidire, non ci sono mezze misure, ma soltanto la potenza di uve acide come un rasoio.
Come viene prodotto
Le uve di Albana, in purezza, provengono dai vigneti intorno alla cantina, in località Montecatone, Colli di Imola. Pressatura soffice, fermentazione in acciaio con lieviti selezionati e poi seconda fermentazione in bottiglia. Il risultato finale è un Pas Dosé, non viene dosato, quindi, non troverete liqueur d’expedition e neanche vini di riserva della cantina, se è per questo. Questa voglia di territorialità e purezza è encomiabile.
Caratteristiche organolettiche
Ma questo desiderio si scontra con la realtà, e dobbiamo ammettere che il vino, allo stato attuale, è acerbo e duro, ancora troppo spigoloso per risultare piacevole. Anche se questo non è un difetto, ma una virtù di giovinezza. Dategli 6-7 anni e troverà la quadra, o al contrario perderà i lati aguzzi e retti per abbracciare una morbidezza più adeguata.
Nel complesso è un vino intrigante. Il colore è giallo ginestra con perlage sottile. Il bouquet è avvolgente con mille profumi fruttati, floreali, di cera d’api e miele. In lontananza si sente l’eco dei lieviti con i soliti profumi di croissant, tarte tatin ai datteri e ananas e torta di mela cotta sotto le ceneri di un vulcano maori e tutto quello che volete. Ma non aspettatevi un turbine, quanto un roseto gentile che sonnecchia aspettando la primavera.
Al palato è ruvido, l’effervescenza è scorbutica, l’acidità taglia la lingua e il sale si morde. La struttura è notevole, ha tanta polpa, tuttavia l’equilibrio del sorso è solo un miraggio.
Date tempo a questo puledrino e tra 10 anni saprà ricompensarvi con un vino ampio e goloso.
Prezzo
22 euro.
Abbinamenti consigliati
Pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, hamburger, filetto alla Wellington, paella.