Sangiovese Ca Bianca Fondo San Giuseppe 2017: recensione e scheda tecnica
Se amate il Sangiovese allora dovreste assaggiare il Sangiovese Ca Bianca Fondo San Giuseppe: un inno alla purezza, all’eleganza, un dipinto dove con poche pennellate si tratteggia un paesaggio.
È un vino che non si riesce a non amare, il classico caso di less is more: non aspettatevi sussulti, muscoli pompati e ricoperti di olio di cocco, no tutto il contrario. È un vino giocato su toni delicati, acidità ferma, ma che non ti prende a sciabolate la lingua. I tannini sono decisi, ma svolti e gustosi, i profumi diretti, finemente cesellati.
È un vino figlio del terroir di Brisighella, dei calanchi, dei boschi, del freddo, di colline dove un tempo c’era il mare. Non è perfetto, ma è eloquente come pochi altri vini, soprattutto in questo tempo di Sangiovese prepotenti. Non si nasconde dietro make up o barrique o tabacco o vaniglia, non ne troverete neanche un ricordo lontano: è tutta polpa, succosa e irresistibile.
Ma la caratteristica più eclatante è la bevibilità, la facilità con cui si lascia bere, ti irretisce e senza accorgertene la bottiglia è finita, un uno-due pazzesco alla Mohamed Alì. Ed è una peculiarità non proprio tipica dei vini di Bariani, una mente illuminata, uno dei vignaioli più interessanti, simpatici e scrupolosi di tutta la Romagna, ma che solitamente fa macerazioni lunghe e vini balsamici che hanno bisogno di anni in bottiglia per dare il meglio. E quindi la sorpresa di trovare così pronto e scattante questo Sangiovese Ca Bianca Fondo San Giuseppe annata 2017 non può che rallegrarci.
Se non conoscete la cantina Fondo San Giuseppe vi diciamo solo due parole per descriverla: vino naturale. Ma fatto con criterio e capacità tecniche sopraffine: all’inizio della sua carriera ha passato anni assieme a Gaja, poi è stato enologo della cantina di San Patrignano e 11 anni fa ha finalmente realizzato il proprio sogno ed è entrato in possesso di un piccolo angolo di paradiso nella contrada di Brisighella. 4 ettari di vigneto e 11 di bosco. Il resto è storia da bere per godere.
Il bouquet
Naso pulito e martellante, mai ripetitivo, con una ridda di fiori rossi, fragole, lamponi, arance, foglie e profumi terrosi che ricordano le radici. Tratti balsamici, franchezza disarmante.
Il sapore
In bocca è snello, affilato, mai sgarbato, di struttura sottile. Scorre meravigliosamente sospinto da tannini affusolati. La polpa è succosa e dona tensione e dinamicità al sorso, che tuttavia non è mai scomposto. Potremmo definirlo un Sangiovese di montagna, ma in realtà è una splendida interpretazione di una territorio che finalmente inizia a dare ottimi frutti e che merita molta più attenzione.
Prezzo
15 euro: più che onesto.
Abbinamenti consigliati
Non è un vino d’assalto o molto tannico, anzi ricade nella categoria dei vini rossi perfetti per esaltare la sapidità del pesce: da abbinare a sgombro alla griglia o sardoncini. Piatti consigliati: pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, paella.