Pietro Clementi Amarone della Valpolicella 2009: la recensione
Che vino, che grande vino che è l’Amarone della Valpolicella 2009 di Pietro Clementi, una supernova di concentrazione, estratto, struttura, ma tutto giocato sulla finezza e su una profondità aromatica pazzesca. È la bottiglia che, non appena la stappi e l’assaggi, ti fa capire il valore dell’affinamento in bottiglia dei grandi vini rossi italiani, quale sia il vero volto di un vino complesso come l’Amarone e di quanto sia importante lasciare tempo al vino per trovare equilibrio e trasformare gli spigoli in struttura, nell’ossatura che gli permetterà di vivere per decenni e decenni.
L’annata di Amarone della Valpolicella è una 2009, sono tanti da passare in cantina, ma considerate che già di suo ne fa 7 tra affinamenti in diversi legni e bottiglia. Sì, avete letto bene, se da disciplinare l’Amarone Riserva deve affinare per tre anni in botte, questo ne fa sette, più del doppio, ma il risultato premia la scelta. Quindi in realtà parte già molto maturo ed evoluto, ma il discorso è un altro. Ossia, di quanto affascinante, decadente e sontuoso sia l’Amarone quando valica i 10 anni e si lancia in un’evoluzione terziaria così intrigante. Il fatto che i vini della cantina Pietro Clementi siano fatti in maniera artigianale, prediligendo eleganza e finezza al posto di muscoli e spezie facili, in maniera molto pulita e che affinino per uno sproposito di anni in legno, aiuta a far emergere una finezza incredibile.
Come è prodotto il Pietro Clementi Amarone della Valpolicella 2009
Le uve di Corvina, Corvinone, Molinara e Rondinella vengono fatte appassire per cinque mesi, fino a Febbraio, poi vengono pigiate e fermentano in acciaio. Segue un affinamento in legni di diversi tipi e grandezza per 7 anni, un record quasi. In questo modo tutta la carica, l’estratto, il sapore amaro tipico dell’Amarone ha il tempo necessario per trasformarsi, arrotondare le asperità e dare il via ad una meravigliosa evoluzione.
Il bouquet
Naso etero, tutto impregnato di frutta nera sotto spirito, menta, cioccolato, erbe alpine e poi ancora erbe aromatiche come rosmarino, timo, note iodate e finale balsamico con cedro e sciabolate di agrumi. È un naso fuori dal comune per intensità e profondità, ma anche per la pulizia e la precisione con cui emergono i profumi. Eleganza e misura, pur essendo molto esuberante. Finale infinito con ricordi floreali.
Il sapore
Sono passati gli anni del fuoco, degli spigoli e della struttura iper-amara e così piena. Adesso è un vino di grande finezza, dallo sviluppo tonico, sempre molto denso, caldo e sontuoso come consistenza di sapori, ma il frutto tutto polpa ha virato alla frutta sotto spirito, le spezie sono fuse in un corpo statuario, avvolto da tannini ancora vigorosi, ma ben definiti, che si aprono in un arcobaleno di sapori terrosi, di radici, liquirizia, china, cola e cacao. Finale di amarene, menta e cioccolato di grande respiro. Nel complesso è un vino denso, ma dotato di allungo sapido nel finale e ottimo sviluppo, nonostante la struttura imponente e la carica alcolica non indifferente.
Abbinamenti consigliati
Questo Amarone è un vino strutturato e tannico e merita i vostri migliori piatti a base di carne, stufati, risotti e ricette BBQ, dategli in pasto: pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, hamburger, paella.