Marchese di Villamarina Sella e Mosca 2006: la recensione
Il Marchese di Villamarina Sella e Mosca 2006 è un mastodontico Cabernet Sauvignon prodotto in purezza, un vino che vuole condensare tutta la carica esplosiva del Cab in bottiglia. Non pensate ad una semplice traslazione bordolese, ma ad una trasformazione camaleontica sarda. Ma ormai lo sappiamo che tutto quello che sbarca in Sardegna si adatta e prende nuova vita e froma, basta guardare cosa è successo con la Cariñena spagnola che ha assunto forme e sviluppi del tutto differenti nel Carignano. Stesso discorso varrebbe per il Cannonau, anche se ormai è riasaputo che è stato importato dai Fenici sull’isola e poi è passato in Spagna diventando Garnacha (Grenache).
Come viene prodotto
Le vigne prima di tutto sono allevate ad alberello e affondano le radici in terreni ricchissimi di argille a cui si inframmezzano sabbie eoliche. Dopo la vendemmia il mosto fermenta in acciaio e poi affina in barrique sia nuove che usate per 18 mesi e poi ancora 12 mesi in bottiglia.
Caratteristiche organolettiche
L’annata 2006 è un sogno. Il bouquet è evoluto, maturo e pieno di spezie e cioccolato, il bosco si è andato via via diradando per lasciare spazio ai cespugli di mirto e alla macchia mediterranea.
Il frutto è maturo e sciroppato e ti inebria con profumi di zenzero candito e crostata di mirtillo, il tutto condito da una speziature opulenta.
Non pensate ad un legno volgare e scomposto, ma a delicatissime suggestioni che si intrecciano ad un potpourri elegantissimo. Pesche sciroppate, arance e toni di cacao e carne secca. Nobiltà di tratto senza pari. Eucalipto e ginepro.
Al palato è ancora vivace e goloso, sospinto da una potenza tannica tenace, anche se il vino ha un piglio setoso e armonico.
L’estratto è ancora eccellente, denso, ma si è trasformato, si è lasciato andare, lanciandosi in un’evoluzione dove i toni amari di radici e cioccolato fondente si alternano creando un gioco di luci ed ombrestraordinario.
La lunghezza di sorso è ottima, la struttura imponente, anche se sta diventando un antico maniero, perde lucentezza per acquisire profondità e sfaccettature uniche.
Equilibrio e maturazione già ottimali, anche se la freschezza non manca. Non è un vino arido, ovvero non si sente quella nota vulcanica tipica dei vini prodotti in terreni così arroventati e siccitosi, quindi non temete, non è bruciato.
Anzi ha una certa nota mentolata e di ecualipto che rinfresca e sdrammatizza tutta questa ciccia.
Non è un vino semplice, non è un vino gastronomico, ma ha stoffa da vendere e personalità e bere dei Cabernet di questa levatura e con questi anni sulle spalle è un piacere. Sicuramente non è un vino pop, ma per chi ama i vini complessi da meditazione è una gran bella bevuta.
Abbinamenti consigliati
Pizza margherita, vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, hamburger, filetto alla Wellington, paella.